Per la prima volta i carcerati della Casa Circondariale di Bergamo lasciano in permesso straordinario il carcere per presentare lo spettacolo Lo spaventapasseri in una struttura pubblica come l’Auditorium di Piazza Libertà a Bergamo. Uno spettacolo interamente studiato, provato e realizzato nel piccolo Teatro del Carcere.
Come evidenziato dall’Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo la proposta è stata lanciata da un carcerato alcuni mesi fa in occasione della “prima” dello stesso spettacolo tenutasi nel Carcere il quale ha proposto alla Direzione del carcere e al Magistrato di Sorveglianza di presentare la stessa recita ad un pubblico esterno al carcere. Da quella proposta si è innescato tutto un meccanismo organizzativo, non semplice, ma con la volontà della Direzione del Carcere, del Ministero, del Magistrato di Sorveglianza, dell’Amministrazione Comunale di Bergamo, del Centro Servizi Volontariato, dell’Associazione Carcere Territorio si è arrivati allo spettacolo di oggi.
Il Sindaco Gori che ha introdotto la manifestazione ha auspicato che questo diventi un incontro annuale tra il Carcere e la cittadinanza di Bergamo che in questa occasione ha gremito l’Auditorium. La Direttrice del Carcere di Bergamo ha letto una sua nota in occasione della “Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne” dal tema “Alzatevi in piedi c’è una donna” tutto improntato sul rispetto dovuto a tutte le donne
Lo Spaventapasseri ha toccato sempre problemi che riguardano la loro vita interna e il perdono della società quando ritorneranno fuori. Molti gli argomenti trattati in un’ora di spettacolo interrotto più volte da moltissimi applausi. Un applauso anche va fatto a tutta l’organizzazione scrupolosa anche per quanto riguarda l’Ordine pubblico con il controllo alla prenotazione dei documenti sia all’ingresso il Teatro. Al termine della manifestazione, tutti gli attori si sono presentati al pubblico ricevendo dieci minuti di scroscianti applausi. Gli attori sono stati presi da momenti di vera commozione assistendo a quanto il pubblico attribuiva loro.