Spesso nel vivere le ricorrenze legate a date speciali, come è quella dell’8 Marzo 2021, l’approccio mediatico è tendenzialmente caratterizzato da analisi macro ma, personalmente, ho sempre pensato che per scoprire realmente il valore di una tradizione il punto di partenza sia la propria quotidianità. Infatti, partendo dal particolare si può arrivare, a mio avviso, all’universale. Ecco dunque che ogni singolo pallino di un rametto di mimose possa richiamare con gratitudine alle tante donne presenti nella mia vita.
Per far emergere il sentimento della riconoscenza c’è una domanda che ogni uomo in questo 8 Marzo 2021 dovrebbe porsi: “Quali donne in queste anno di pandemia hanno illuminato le mie giornate?” Domanda scomoda perché spesso le donne agiscono silenziosamente nella quotidianità correndo il rischio, purtroppo, di passare inosservate; ecco perché, proprio in questo 8 marzo 2021 così speciale, ogni uomo ha la straordinaria possibilità di fermarsi davanti ad un fioraio e, prima di entrare, compiere un esercizio di consapevolezza affinché possa emergere dal cuore un sincero grazie che troverà nei fiori acquistati la sua manifestazione più tangibile.
Ma le donne, non solo illuminano, ma creano momenti emozionanti. Vedere come tante donne (mia moglie, le mie colleghe, le mie cognate, le mie consorelle, le donne impegnate nel Comune a Torre Boldone, mia madre e mia suocera) hanno affrontato le sfide legate alla conciliazione vita lavoro durante la pandemia è qualcosa che lascia pieno di stupore al pari di una bellissima alba oppure di un tramonto. I gesti delle donne si realizzano sotto voce, come a non voler disturbare chi, probabilmente a torto, si reputa impegnato in attività più importanti.
Ma il silenzio delle donne è sempre fecondo e generativo dei veri cambiamenti del mondo e accade così, arrivando all’universale, che ad un certo punto qualcuno se ne accorga e ne racconti la storia come nel caso di Theresa Kachindamoto. Ultima di dodici fratelli, sposata e con 5 figli, Theresa Kachindamoto ha lavorato per 27 anni come segretaria in un college di Zomba (Malawi) per poi essere scelta, come leader tribale del distretto di DEDZA nel 2001. La sua storia oggi è conosciuta perché, dalla sua battaglia contro la piaga dei matrimoni precoci in Malawi, è nata una apposita legge che è stata approvata nel 2015. Ha fondato l’associazione The Mother’s Group con cui porta avanti le sue lotte ed è stata insignita del premio internazionale Navarra alla solidarietà nel 2018.
Una storia straordinariamente silenziosa e, per questo, ancora più clamorosa! Il senso del rametto di mimose che compreremo non consiste, pertanto, in un tributo dovuto ad una ricorrenza bensì il meritatissimo premio che ognuno di noi può offrire alle donne della sua vita, magari riuscendo anche a dire: ”Grazie, è un privilegio per me essere testimone del capolavoro che è la tua umanità”.