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Quello di Valdo Eynard è un nome che tutti gli scacchisti bergamaschi, nati per lo meno fino agli anni Novanta, conoscono bene. Classe 1931, divenuto giocatore di categoria magistrale solo verso i 60 anni (dimostrando una rara longevità di elevata forza agonistica), ancora oggi è suo il record di titoli provinciali vinti, sette in tutto, che conquistò fra il 1961 e il 1972 – l’anno del “match del secolo” fra l’americano Bobby Fischer e il sovietico Boris Spassky.

Diplomato al liceo classico “Sarpi” e laureato in scienze biologiche, della sua vita privata non sapevo molto e solo nel 1994, quando mi ospitò nella sua abitazione a Celerina (in Engadina) per partecipare a un torneo di scacchi a Zuoz, conobbi sua moglie Ketti, con cui di recente, nel 2022, aveva festeggiato i 60 anni di matrimonio.

Quando lo avevo incontrato per la prima volta, 40 anni fa, lavorava ancora alla Cesalpinia (in via Bono, mi pare) ed era molto attivo come istruttore di scacchi: fu in effetti il mio primo e unico “maestro”, nella storica sede del Circolo Bergamasco in via Tasso, e contribuì in maniera determinante a farmi appassionare al gioco, utilizzando per le sue lezioni un vero e proprio classico, “Bobby Fischer insegna gli scacchi”.

Valdo Eynard in azione (a sinistra) al campionato provinciale del 1956

Era una persona riservata Valdo, di poche parole, ma in concreto aveva fatto davvero tanto per lo scacchismo bergamasco e, più in generale, lombardo. Delegato provinciale per un paio di decenni, era stato anche presidente del CS Bergamasco e, in seguito, della Società Scacchistica Bergamasca, nata nella prima metà degli anni Novanta dalla fusione tra CSB e CS Bergamo Alta.

Nel 2021, in occasione dei suoi 90 anni (compiuti l’1 giugno), aveva ricevuto una targa di ringraziamento da parte del Comitato Regionale Lombardo, che gli era stata consegnata direttamente nella sua abitazione di viale Vittorio Emanuele, soprattutto in virtù dell’infaticabile impegno per l’attività giovanile – era stata sua, fra l’altro, l’idea di attivare gli stage per i giocatori under 16 lombardi, che ospitava spesso in Engadina, e di introdurre gli scacchi a scuola. Era tuttavia allergico ai complimenti Valdo e, con la sua consueta (e tutt’altro che finta) modestia, aveva chiesto: «Di cosa mi ringraziate?».

Valdo Eynard in una foto degli anni Ottanta insieme a Tommaso Minerva, al Circolo Scacchistico Excelsior di Borgo Santa Caterina

«Questa è una domanda davvero difficile, perché la risposta giusta sarebbe un elenco troppo lungo», aveva scritto Fiorenza Viani dell’Accademia Scacchi Milano, che faceva parte della delegazione del CRL in visita a casa Eynard. «Ricorderò soltanto una finale nazionale dei Giochi Sportivi Studenteschi (ora TSS) a Courmayeur: Valdo vicino ai suoi ragazzi della squadra scolastica dell’Alberico da Rosciate di Bergamo. Valdo sempre con gli occhi puntati alle scacchiere. Valdo che li aveva impostati, con attenzione e precisione, per poter affrontare gli avversari che li avevano superati alla fase regionale. Valdo che accoglie la vittoria dei suoi piccoli con severa ma gioiosa compostezza. Valdo che in seguito scrive una poesia bellissima in onore di uno degli avversari (battuto) della squadra del Gonzaga di Milano. E quella poesia, il bimbo ormai fatto uomo, la conserva ancora fra i suoi libri».

Amava giocare con le parole Valdo, comporre anagrammi e poesie, e io stesso ne conservo una che, credo nel 1988, mi dedicò, intitolata “Di chi è il Mione?”: si riferiva al fatto che, in quel periodo (e ancora per un bel po’ negli anni a seguire), frequentavo tutti e tre i circoli scacchistici di Bergamo, inconsapevolmente fedele al motto “Gens una sumus” della Federazione internazionale di scacchi, animato solo dalla passione e impermeabile alle rivalità locali di cui non capivo (e non capisco) il senso.

Valdo Eynard insieme alla moglie Ketti nel 2021, in occasione della consegna della targa di ringraziamento del Comitato Regionale Lombardo

Un motto in cui credo tutt’oggi e in cui sicuramente credeva Valdo, che negli anni Ottanta e Novanta collaborò proficuamente con il Circolo Scacchistico Excelsior, nella persona dell’allora segretario tuttofare Tommaso Minerva (scomparso nel 2015), per favorire la crescita dell’attività giovanile a livello provinciale – una missione portata a compimento nel migliore dei modi, i cui frutti si raccolgono ancora oggi.

Valdo se n’è andato ieri sera in punta di piedi, alla stessa maniera in cui aveva deciso di vivere gli ultimi anni della sua vita, ormai lontano da quell’ambiente scacchistico di cui per lunghissimo tempo era stato una colonna portante. Da parte mia non posso che aggiungere solo poche parole: grazie di tutto Valdo, grazie davvero di cuore. (di Dario Mione)

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