Non esistono problemi che non possano essere risolti intorno a un tavolo, purché ci sia volontà buona e fiducia reciproca: o anche paura reciproca.
(Primo Levi)
Credo che l’affermazione di Primo Levi possa essere davvero facilitante per provare ad effettuare un commento relativo all’incontro che si è svolto questa mattina al Meeting di Rimini dal titolo “Nella diversità per il bene comune”.
Come da tradizione anche quest’anno durante l’evento più importante dell’estate italiana, l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, in collaborazione proprio con gli organizzatori del Meeting, hanno dato vita a un incontro su temi decisivi per il futuro del nostro Paese.
Sussidiarietà, educazione e lavoro come fattori essenziali del bene comune sono stati al centro di questo incontro, svolto nell’Auditorium della fiera, e che ha visto per protagonisti i responsabili di alcuni partiti italiani proprio nel vivo della campagna elettorale.
Si sono confrontati su queste tematiche, nel rispetto della diversità delle loro posizioni, Luigi Di Maio, Capo Politico di Impegno Civico; Enrico Letta, Segretario Nazionale del Partito Democratico; Maurizio Lupi, Capo politico Noi Moderati, Presidente Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Giorgia Meloni, Presidente Nazionale di Fratelli d’Italia; Ettore Rosato, Presidente Nazionale di Italia Viva; Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega; Antonio Tajani, Vicepresidente di Forza Italia. Insieme, hanno dato vita ad un momento politico molto interessante e stimolante con dinamiche molto diverse da quelle alle quali siamo abituati durante i vari talk show.
Infatti, a mio avviso, ciò che ha reso possibile una dinamica “diversa dal solito” è stato che il fine degli organizzatori era di provare a far emergere, proprio in vista del bene comune, non la solita logica comunicativa del “chi ha ragione” (che spesso porta ad urli ed insulti) ma quella, molto più interessante, del “come si fa a vivere” soprattutto, come emerso dai vari interventi, in un periodo storico così difficile e sfidante per il nostro paese come è quello attuale.
Ad introdurre e a chiudere l’evento è stato Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà mentre a moderarlo è stato Luciano Fontana, Direttore del Corriere della Sera.
Qualunque sarà l’esito del voto del 25 settembre sembra evidente, da quanto visto stamattina, che la strada per la rinascita del nostro paese potrà arrivare solo ed esclusivamente se a dominare i rapporti, non solo in parlamento ma ovunque, non sarà una paura reciproca ma, come diceva appunto Primo Levi, buona volontà e fiducia.
Il raggiungimento di questo risultato, come ricordato dal Presidente Vittadini alla fine dell’evento, è un compito che non spetta solo ai candidati ma, soprattutto, ad ognuno di noi e che inizia prendendo sul serio il nostro ruolo di cittadini che andranno a votare.
I giorni che ci dividono dalle elezioni possono essere quindi, a mio avviso, l’occasione per iniziare un serio lavoro di approfondimento dei vari programmi e proposte così da essere noi stessi i primi artefici di quel cambiamento di mentalità che vogliamo vedere nel nostro paese.