L’aristotelismo è giunto in Europa attraverso i filosofi arabi e, come abbiamo detto nelle lezioni precedenti, ricevette nei primi tempi l’opposizione, o per lo meno un atteggiamento rigido, da parte della Scolastica.
Bonaventura fu il filosofo maggiormente rappresentativo di questo clima. Questa situazione muta con l’arrivo di Alberto Magno, l’uomo che dette cittadinanza a Aristotele, il grande filosofo greco. L’opera di Alberto Magno è vastissima e comprende l’intera enciclopedia aristotelica, interpretata utilizzando i filosofi arabi e giudaici. Gli scritti teologici più rilevanti sono la Somma sulle creature e la Somma teologica.
Alberto Magno è convinto che l’opera di Aristotele sia l’opera più perfetta che la condizione umana può raggiungere. Egli distingue chiaramente la filosofia dalla teologia, la prima deve servirsi esclusivamente della ragione e deve procedere attraverso dimostrazioni necessarie, la teologia si serve invece di principi e dogmi ammessi per la fede. È la prima volta che in epoca medievale le due attività spirituali sono viste distintamente. Dio. Con essa l’anima raggiunge l’estasi, uno stato nel quale l’oscurità dei poteri umani diventa luce naturale.