Ci vuole coraggio, senso della lotta, visione strategica, solida tattica e inossidabile tenuta psico-fisica per stare in un’arena di famelici Grandi Maestri avendo, sulla carta, un Elo di Maestro Fide tra i 398 i 254 punti più basso dei principali contendenti. Alessio De Santis è riuscito nell’impresa. All’Open di Bergamo (sempre più solido sul piano organizzativo) il maestro piacentino è arrivato sesto in classifica con gli stessi punti (4,5) di chi l’ha preceduto. Nell’ordine Ivan Ivanisevic, Viorel Iordachescu (che si sono giocati il primo posto con una lampo armageddon vinta dal secondo), Sabino Brunello, Michele Godena e Francesco Rambaldi. Ci vuole coraggio, dicevo, e De Santis l’ha avuto ingaggiando scontri lontani dalla fredda ortodossia delle aperture “classiche” preferendo sentieri poco battuti oppure considerati inferiori. Ha perso solo con il campione italiano Alex Rombaldoni utilizzando da Nero “una difesa ippopotamo” che fino alle 25esima mossa galleggiava in parità secondo i vaticini dei motori.
Ma l’apice della sua corsa orobica è stata la patta con Iordachescu. De Santis giocava da bianco e fedele ai suoi principi enunciati nei suoi libri (godibilissimi più di tanti altri che svettano per un maggior appeal grafico) ha aperto con b3. Ora, non ho la competenza di addentrarmi in considerazioni teoriche. Intendo solo spezzare una lancia per il modo di De Santis di stare alla scacchiera utilizzando mosse insolite. E’ un guerriero di stampo omerico. E’ bello vederlo giocare. Mai scomposto, indecifrabile, a tratti beffardo come un pokerista e un ghigno solo accennato quando la posizione per l’avversario traballa come un grattacielo senza fondamenta. De Santis somiglia a Esteban Canal. Molte delle memorie di Alvise Zichichi sul grande scacchista italo/peruviano rimandano a De Santis. Certo, il torneo è andato meritatamente a Iordachescu. Ma mi piace pensare che l’alloro morale della competizione possa essere attribuito a De Santis. Bravo! Spero che nel futuro possa raccogliere l’Elo che basta per portarlo a Maestro Internazionale e da lì a Grande Maestro.
Le cosiddette aperture minori non sono affatto minori strategicamente, lo sono per diffusione.
Chi non possiede una gran memoria o tempo da dedicare allo studio dei “grandi classici” può benissimo specializzarsi in qualcosa di specifico capace di traghettarlo senza danni nel mediogioco. Perfino la carokann in contromossa 1.c3 (apertura di saragozza) può dare grosse soddisfazioni a giocatori più deboli contro forti GM o MI.