Alle prossime europee, col voto, verrà richiesta la preferenza. E già qua si potrebbero aprire dibattiti enciclopedici sul senso logico della preferenza in collegi elettorali di una grandezza smisurata.
Già si fa fatica a fare scrivere un nome sulle liste comunali dove i candidati li incontri al bar la mattina figuriamoci in un contesto diametralmente opposto. Fatta questa premessa credo che la mia scelta cadrà su Fabio Pizzul. E’ consigliere regionale del PD, con un curriculum di tutto rispetto a livello giornalistico e ben inserito nell’associazionismo di matrice cattolica.
Magari per qualcuno saranno motivazioni labili e fuori moda, ma visto i tempi che corrono dove le miscellanee tuttifrutti vanno per la maggiore, meglio farsi rappresentare da uno con le idee chiare.
Un politico che non mette sullo stesso piano Russia e Ucraina, o ancora non tenta di tenere insieme con la colla Israele e Palestina. Per il resto, nel Pd, sembra tutta una specie di accozzaglia del “tutti uguali” o di un multiculturalismo che nemmeno uno sceneggiatore di Hollywood riuscirebbe nell’impresa.
Ecco, in tutto questo marasma di “Fanta splatter” del “pace and love” io voto chi resta coi piedi per terra, e non dimentica la storia culturale dalla quale proveniamo che è quella cattolica. Poi ci sarebbe anche un altro motivo: per chi è nato nel ’82 il nome Pizzul evoca troppi ricordi. Gli occhi sbarrati di Totò Schillaci, le lacrime di Baggio e Baresi. Sarà pure una motivazione futile.
Ma come ho già ripetuto, siamo tutti figli della nostra storia. Anche se spesso ultimamente qualcuno la storia la vuole cancellare.