Cambiare e riscattarsi. Svicolare da situazioni complicate e ritornare a vivere un’esistenza appagante. E’ il fil rouge della rassegna cinematografica di qualità messa in campo nel cinema “San Fermo” di Almè dall’associazione “CulturAlmènte” e dal Comune in collaborazione con la parrocchia.
Una scelta di pellicole d’autore
Cinque appuntamenti (introdotti da Giuseppe Perico del Servizio Assistenza Sale Cinematografiche di Bergamo, SAS) in cui i protagonisti si imbattono in prove della vita che li invitano a un reset radicale. Si comincia il 4 novembre alle 20.45 con “La pazza gioia” di Paolo Virzì. Successivamente: “La corte” di Christian Vincent (11/11), “Veloce come il vento” di Matteo Rovere (18/11), “Joy” di David O. Russell (25/11) e infine “Tutto può cambiare” di John Carney (2/12). Possibilità di sottoscrivere un abbonamento nelle biblioteche di Almè e Villa d’Almè o direttamente al cinema nell’orario delle proiezioni. Vediamo le pellicole nel dettaglio nel dettaglio.
LA PAZZA GIOIA
Un’accogliente comunità terapeutica situata nel verde delle colline pistoiesi che ospita malate mentali, magari con pendenze giudiziarie, come le protagoniste di “La pazza gioia” di Paolo Virzì, presentato alla Quinzaine e dal 17 maggio nelle nostre sale. Diverse per età, temperamento, classe sociale e tipo di disturbi clinici, la snobistica Beatrice e la tatuata Donatella si direbbero fatte per non intendersi: tanto la prima è mitomane, loquace e narcisistica, tanto la seconda insicura, silenziosa e schiva. Tuttavia, nel corso di una picaresca fuga, instaurano un rapporto di complicità che poggia sulla comune base di una vertiginosa disperazione e di una vitalistica voglia di allegrezza. Viaggia ‘on the road’ lungo la costa della Versilia e nei meandri di due anime allo sbando il copione sceneggiato da Virzì con la collega Francesca Archibugi; e che fra loro esista una fraterna affinità elettiva è dimostrato dalla felicità con cui sono scritti questi personaggi femminili, incarnati con magica aderenza da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Vero che al film avrebbe giovato qualche piccolo taglio, ma è un peccato veniale, perché lo spessore umano delle protagoniste è più forte di tutto. Beatrice e Donatella balzano in rilievo sullo schermo come creature reali, fragili e complesse, misteriose e schiette. E Virzì, ben coadiuvato dal direttore di fotografia Vladan Radovic, le pedina con uno sguardo amoroso che trascina con sé lo spettatore. Trailer.
LA CORTE
La cornice è quella del tribunale di Saint-Omer, cittadina della Francia nordoccidentale; l’imputato è un giovane disoccupato accusato di aver ucciso la figlioletta di pochi mesi; il giudice che presiede, Michel Racine – già noto per la sua severità – è febbricitante e di pessimo umore. Ma la presenza nella giuria popolare di Ditte, una bella anestesista di origine danese di cui, ai tempi di un suo ricovero in ospedale, si era perdutamente invaghito, provoca nel malmostoso magistrato un sottile turbamento e il riaccendersi di una rimossa passione. A venticinque anni dalla sua opera prima “La timida”, Christian Vincent è tornato a lavorare con Fabrice Luchini, offrendogli un succoso ruolo che a Venezia gli ha fatto ottenere la Coppa Volpi. Nonostante non manchi di un risvolto sociale, la commedia gioca la sua partita sul regi-stro sentimentale e sul talento del suo straordinario protagonista. Imperturbabile, scostante, maniacale, Luchini svela poco a poco i segreti del suo cuore innamorato; e finisce, come sempre, per sedurre gli spettatori. Trailer
VELOCE COME IL VENTO
Giulia De Martino vive in una cascina nella campagna dell’Emilia Romagna con il fratellino Nico. Sua madre se ne è andata (più volte) di casa, e suo fratello maggiore Loris, una leggenda dell’automobilismo da rally, è diventato un “tossico di merda” parcheggiato in una roulotte. Quando anche il padre di Giulia, che aveva scommesso su di lei come futura campionessa di Gran Turismo usando come collaterale la cascina, la lascia sola, Giulia si trova a gestire lo sfratto incipiente, il fratellino spaesato e il fratellone avido dell’eredità paterna. Ma la vera eredità dei De Martino è quella benzina che scorre loro nelle vene insieme al sangue e quel talento di famiglia, ostinato e rabbioso, per le quattro ruote. Trailer
JOY
Joy è una Cenerentola moderna: sogna un principe, ha una sorel-lastra che non perde occasione per denigrarla, e passa gran par-te della giornata con le ginocchia a terra, a passare lo straccio sul pavimento. Sarà proprio il brevetto di un mocio a portarla dalle stalle alle stelle, ma la strada sarà tutta in salita, costellata di tradimenti, delusioni e umiliazioni, un po’ come nelle soap opera che la madre, malata immaginaria, guarda giorno e notte, confondendo il sonno di Joy e annullando il confine tra fantasia e realtà. Trailer
Venerdì 2 dicembre ore 20.45
TUTTO PUO’ CAMBIARE
Nella parte finale, quando Dan mette in atto l’idea di far esibire il gruppo e incidere canzoni all’aperto in luoghi impen-sati di New York, il realismo cede completamente alla favola. Il copione sembra una sintesi tra Woody Allen, Paul Mazursky, con lontane suggestioni del protagonista di “A proposito di Davis”. Il miraggio della fama, la delusione del tradimento, la fatica di immaginare un futuro nebuloso e fatto di solitudine: ci sono questi sbalzi sentimentali nel copione ma tutti, è giusto dirlo, raccontati con estrema serenità e facilità narrativa. New York, anzi l’East Village, diventa ben presto coprotagonista e il racconto si propone come un piccolo musical collocato ad al-tezza di fiaba metropolitana. Tra Dan e Greta non nasce l’a-more, resta l’ammirazione reciproca e la voglia di migliorare che porta lui a ricucire il rapporto con la moglie e la figlia. Canzoni piacevoli, anche se un po’ melense, taglio didascalico e misurato per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, e del tutto semplice. Trailer
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