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E’ decisamente più agevole il passaggio nella galleria ciclopedonale di Ponteranica. Uno strato di asfalto e un’illuminazione interna ripristinata garantiscono il transito in tutta sicurezza per ciclisti e pedoni.

Un investimento di 15.000

Un’operazione che ha visto protagonisti Ponteranica, Bergamo e il Parco dei Colli. “Una sinergia collaborativa – precisa l’assessore ai Lavori pubblici di Ponteranica, Cesare Cremaschi – che ci ha permesso di potenziare di valore un manufatto molto utilizzato dagli appassionati della mobilità dolce”. Una spesa di 15.000 euro (risorse di Valmarina e gestione operativa di Ponteranica) ha permesso di cancellare le asperità della galleria (datata 1904) create negli anni, migliorare la visibilità e, nei paraggi dell’imbocco, sul territorio di Bergamo, pulire dalla virulenza dei rovi. “Un lavoro che non poteva attendere – riprende Cremaschi – e sul quale abbiamo insistito, insieme con Bergamo, sul Parco dei Colli perché finanziasse i lavori”.

Un po’ di storia


Dove una volta sferragliava il treno per la Val Brembana, nel 2008, grazie ad un’intuizione dell’allora sindaco Alessandro Pagano e del presidente del Parco, Gianluigi Cortinovis, la galleria è diventata un trait d’union tra l’abitato di Ponteranica  e l’ampio reticolo ciclopedonale lungo il torrente Quisa che serpeggia negli anfratti silvestri sotto il monte di Sombreno verso Bergamo, da una parte, e Paladina ed Almè, dall’altra. Dove prima sbuffavano locomotive da anni “corrono” bici e passeggini. Il beneficio non indifferente di quei 180 metri di tunnel sta anche nella garanzia di passare incolumi sotto l’ex statale 470, evitando un sempre più aleatorio attraversamento pedonale.

L’inaugurazione con il sindaco Pagano


Otto anni fa la riapertura della galleria era costata all’incirca 30.000 euro suddivisi tra Ponteranica e il Parco dei Colli con il prezioso intervento dei volontari dell’Auser locale che avevano finanziato in parte l’illuminazione. Determinante era stato anche l’appoggio di alcune ditte che si erano sobbarcate l’onere di procurare il materiale e predisporre le attrezzature destinate alla posa del sedime. Il grosso dei lavori, ai quali avevano partecipato anche il Comune di Bergamo e il Bacino Imbrifero Montano (BIM), si era avuto nel superare il dislivello tra l’uscita sud della galleria e il ricongiungimento con la pista ciclopedonale del Quisa al confine con Bergamo, la raccolta delle acque e il conseguente drenaggio del terreno. (Bruno Silini)

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