A Bonate Sopra, paese dell’Isola bergamasca con poco più di diecimila abitanti, il tema del trasporto scolastico è diventato oggetto di discussione tra le famiglie. In data 16 giugno è apparso sul sito del Comune un avviso con il quale viene comunicato che il servizio di trasporto scolastico sarà sospeso per l’anno scolastico 2020/2021 a seguito della delibera di giunta comunale.
Bonate Sopra: bambini in Consiglio per chiedere al sindaco il trasporto pubblico
La preoccupazione di molti cittadini parte dal fatto che il numero dei ragazzi che necessitano del trasporto non è diminuito rispetto allo scorso anno, una necessità evidenziata soprattutto nelle frazioni di Ghiaie e Cabanetti, ma anche nei quartieri più lontani dal centro paese. Secondo i genitori dei ragazzi interessati, una quarantina circa, la tempistica con cui è stata presa la decisione contrasta palesemente con i termini di iscrizione alla scuola.
Le famiglie si sentono danneggiate avendo scelto la scuola secondaria sita nel capoluogo anche per la certezza di avere a disposizione il trasporto, un servizio attivo gratuitamente fin dagli anni Settanta e che solo negli ultimi anni ha richiesto la compartecipazione alle spese da parte degli utenti.
I genitori hanno così raccolto centocinquanta firme e hanno chiesto un incontro al Sindaco che per tutta risposta ha comunicato che li avrebbe ricevuti “entro i termini di legge”, ovvero novanta giorni, a scuola già iniziata. La protesta si è quindi spostata nel Consiglio Comunale del 9 luglio, al quale hanno partecipato più di cento persone, tra cui diversi bambini con tanto di cartelli in cui si chiedeva conto alla giunta della decisione presa.
In un clima già caldo, reso ancor più bollente dalle proteste, il Sindaco Massimo Ferraris prima affermava che il servizio era sospeso e non annullato, ma poi, con il voto contrario della maggioranza alla mozione dei consiglieri di minoranza che chiedevano l’immediata riapertura delle iscrizioni, si rifiutava di indicare una data precisa per ripristinare il servizio.
Ad oggi, due settimane dopo, le famiglie non hanno ancora nessuna certezza, e osservano come, trattandosi di scuola dell’obbligo, la scelta dell’Amministrazione risulta essere ulteriormente penalizzante.