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Non è  che ci aspettassimo cambi di rotta o novità sostanziali e di metodo. Ma trattandosi di un evento nazionale  –  Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023 –  era perlomeno lecito attendersi da parte dell’Amministrazione comunale un Comitato organizzativo aperto, trasparente, attivo e propulsivo per l’intero territorio provinciale nel coinvolgimento delle tante e varie entità culturali, ancorché dei tanti artisti in attività. 

Invece: la solita congrega politica, il solito gruppo autoreferenziale, più o meno salottiero, e di diretti interessati che hanno messo bene a frutto i loro tentacoli progettuali, confezionando più o meno sottobanco, un cartellone ancora oggi per lo più velato, lasciando trasparire solo alcune “grandi” ancorché ineludibili quindi scontate iniziative relative agli Enti per definizione vocati alla cultura: Teatro Donizetti e Accademia Carrara

Per la verità un mega (esorbitante, secondo me, inutile) spettacolo era furbescamente filtrato fin dall’inizio del 2022 (ne avevamo subito parlato su queste pagine): un musical per celebrare Raffaella Carrà. Proprio così, capito bene: la soubrette Raffaella Carrà, modello nazionalpopolare, peraltro totalmente slegata da Bergamo (per la verità anche da Brescia), dovrebbe essere onorata chissà perché da Bergamo capitale culturale italiana e dal Teatro Donizetti peraltro di suo fra le capitali della musica lirica. La vexata quaestio infatti è ancora sul tavolo. Anzi, dopo aver consultato fonti autorevoli vicine alla Fondazione, il progetto di Francesco Micheli direttore artistico del Teatro Donizetti  nonché ideatore, e naturalmente regista, di tale evento si realizzerà, con buona pace di chi invoca un uso finalizzato e proficuo dei lauti finanziamenti stanziati dallo stato.  Eh sì perché lo scandalo non sarebbe soltanto culturale ma anche economico. Basti pensare che per questo spettacolo sono stati chiesti la bellezza di 500mila euro. Dicasi 500mila. Una fetta sostanziosa dell’intera torta pecuniaria prevista per l’intera manifestazione.

Ognuno può ben comprendere che di fronte a un modus operandi siffatto non si può che restare sconcertati e perplessi. La problematica è emersa anche sulle pagine della stampa locale dove alcuni artisti e uomini di cultura hanno manifestato serie perplessità chiamando direttamente in causa Sindaco, Assessore & Company. 

Ridicola la risposta dei nostri amministratori: chi vuole si faccia avanti, porti le sue proposte, le porte sono sempre aperte. Risposta che sa pure di arroganza e sfacciataggine e che rovescia abilmente ma anche ingenuamente le carte in tavola. Primo: perché i giochi, vale a dire i mega progetti e quindi gran parte dei fondi, sono oramai stati decisi “colà dove si puote” (” … e più non dimandare“) senza diretto coinvolgimento, salvo un generale e anonimo invito a presentare idee e progetti ad hoc. Secondo: aspetto inquietante e di assoluta gravità essendo stata ignorata una prassi di regolare e rispettosa consultazione, perché una Amministrazione seria e al di sopra di ogni sospetto avrebbe coinvolto fin da subito e in prima persona i maggiori e più autorevoli personaggi,  in attività, della scienza e dell’arte: pittori, architetti, musicisti, cineasti, attori. Richiedendo loro un apporto personale sul significato di Bergamo Capitale della Cultura 2023 nella scia di storia tradizione contemporaneità. 

Persino una personalità internazionale come il pittore Mario Donizetti, per fare un solo esempio indicativo, in un’intervista di tutt’altra natura, evidenziava di non essere mai stato consultato da alcunché . Certo, l’assessorato competente (ma di che?) ha altresì diffuso una lista di enti e associazioni, fra tanti altri, che beneficeranno (bontà sua) di finanziamenti per realizzare i relativi progetti a suo tempo presentati. Ma si tratta di interventi a pioggia per comprimari e per riempire un cartellone di 365 giorni, dove la parte del leone e di veri protagonisti l’hanno fatta i soliti noti (sulla scena comunque e sempre. Prima e dopo il 2023) e i soliti vicini alle stanze dei bottoni.

E l’arte? La cultura? Quelle che dovrebbero essere capaci, oltre al divertimento e al piacere che certamente ci vogliono, capaci anche di interrogare l’epoca attuale, di indagare la storia e il suo percorso, e soprattutto di indicare una posizione, un’idea e, perché no, una soluzione? Non si sarebbe dovuto coinvolgere direttamente i tanti e competenti (quelli esclusi) artisti bergamaschi per avere da loro una indicazione e una idea personali quale aiuto e antidoto alla semplificazione imperante e social e all’intorpidimento del pensiero?

I milioni stanziati per Bergamo Capitale si potevano spendere anche così. Vero sindaco Gori? Vero assessora Ghisalberti? Vero Fondazione Donizetti? In una società dove il potere del linguaggio sembra essere sempre più il linguaggio del potere, anche voi, nel vostro piccolo, avete orientato Bergamo capitale del potere culturale del VOSTRO linguaggio. Certo e comunque la grande giostra funzionerà e la fiera delle vanità allieterà il colto e l’inclita e soprattutto i soliti fortunati protagonisti. Inoltre il mega richiamo pubblicitario nazionale punterà i suoi fari su Bergamo e la festa riuscirà, nonostante tutto.  Il turismo di massa invaderà stradine storiche, monumenti, chiese e soprattutto ristori, ristoranti e ristorazioni per il trionfo del food sia slow che fast e anche street e pure per il gaudio di vetrine e commercianti d’ogni specie. E tanto basterà a coprire magagne, inadempienze e critiche più o meno sofisticate come questa del sottoscritto. 

Ma per favore non parliamo di Bergamo Capitale della Cultura. Capitale della cultura… del consumismo, della mercificazione, dello spreco (di risorse), dell’effimero, dell’edonismo

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