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Maxi frode al Fisco: la Guardia di Finanza di Bergamo insieme al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Tenenza di Pisogne (Bs), sta dando esecuzione di sequestro di beni per circa 21 milioni di euro e 24 misure di custodia cautelare, con due misure interdittive dalla professione, nei confronti di soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
Anche nella bergamasca ci sono stati sequestri: gli inquirenti hanno smantellato un “laboratorio di ingegneria fiscale a servizio degli evasori”: ovvero venivano ceduti crediti a clienti dietro il pagamento di un corrispettivo, al fine di riuscire a compensare i debiti da loro maturati nei confronti ”dello strozzino”.

Sono state emesse dagli indagati fatture per operazioni inesistenti per circa 270 milioni di euro, che hanno consentito di abbattere, complessivamente, un debito IVA per circa 50 milioni di euro ed evadere l’IRES per oltre 60 milioni di euro, oltre che di cedere crediti fittizi per 21 milioni di euro.

«Per realizzare questa maxi frode è stata messa in campo una rete sovranazionale. I promotori della frode sono consulenti fiscali» ha spiegato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.

I principali coinvolti sono Fabio Nevio Cherin, con studio a Sirmione, Luisa Franzoni, amministratore dell’omonimo studio sempre a Sirmione, e la madre Giovanna Ferlinghetti. Arrestato anche Massimo Battezzi, a capo di numerose società ritenute cartiere e già arrestato a febbraio di un anno fa nell’ambito di un’altra inchiesta fiscale.
A quanto reso noto dalle Fiamme Gialle, l’attività investigativa, ha visto coinvolte 104 persone fisiche e 126 società (tra cui società cosiddette appunto “cartiere” e imprese realmente operanti) con sede in diverse province italiane (Brescia, Bergamo, Milano, Monza-Brianza, Torino, Pavia, Alessandria, Parma, Genova, Firenze, Roma, Latina, Salerno, Bari, Trapani),
consentendo così di ricostruire e abbattere un’imponente frode fiscale.