Biondi immobiliare

In principio ci furono gli antichi greci, con Aristotele che diceva che “ … lo scopo del lavoro è di guadagnarsi il tempo libero”, e la tecnologia doveva essere al servizio di quella libertà, non essere strumento di sottomissione. Poi ci siamo civilizzati e abbiamo dimenticato i greci, abbiamo scambiato il fine con i mezzi e mirato al progresso materiale, guai non credere alle “magnifiche sorti e progressive” trainate dal primato tecnologico, chi non ci credeva era un pirata, come cantava quello di Bagnoli, oppure un pessimista, come ci insegnavano a scuola.

Con l’avvento della società industriale prima e postindustriale poi, è cresciuta a dismisura l’ossessione per l’aumento della produttività, il mantra del PIL, della crescita economica, il consumismo come nuovo vangelo, l’automazione dei processi produttivi, l’avvento della sottoccupazione, della disoccupazione, della crisi economica, dei lavoratori poveri: siamo geniali, dobbiamo lavorare sempre di più per ritrovarci sempre più poveri e infelici; grandiosi! Ma tranquilli, ora arriverà l’intelligenza artificiale, vuoi mettere che spettacolo, “Già appena nati ci hanno abituati a non pensare, ma a darcene l’illusione. E sempre con la scusa della ragione!” (sempre made in Bagnoli), e noi tutti felici, evviva!

In nome del profitto a qualsiasi costo, senza se e senza ma, abbiamo favorito sempre di più la competitività tra gli individui, la diminuzione del welfare e una crescente disuguaglianza economica, l’esatto opposto della visione aristotelica del lavoro come conquista di libertà. Lavoriamo sempre più e siamo sempre più poveri, di soldi e, soprattutto, di felicità, serenità, umanità: sempre più in guerra con noi stessi e col nostro vicino.

Sopra l’ingresso di Auschwitz c’era una scritta che pensavamo macabra, «Arbeit macht frei», «Il lavoro rende liberi»: vuoi vedere che aveva ragione lui? Tra un po’ sentiremo dire che, in fondo, anche Hitler ha fatto delle cose buone….

Buon Primo Maggio e buon lavoro di liberazione.