E alla fine è arrivato il pressing dei top club europei del calcio verso la Superlega. Dodici club europei (Manchester City, Manchester United, Tottenham, Chelsea, Liverpool, Arsenal, Juve, Inter, Milan, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid… e se ne dovrebbero aggiungere altri) hanno varato un torneo europeo privato in stile Nba. La cosa era nell’aria già da tempo. Da anni le maggiori squadre europee per dare la caccia ai top player hanno martoriato i loro bilanci e di conseguenza hanno bisogno di più introiti e un numero di match di cartello per far fronte al gap di cassa.
Chiaramente le reazioni di tutti gli altri club medio-piccoli, comprese le istituzioni sportive attuali come UEFA e federazioni nazionali, stanno facendo muro minacciando battaglie legali per anni. E il popolo del pallone si divide in due, tra chi difende l’attuale modello parlando di valori etici e morali da tenere ben saldi (come se gli ingaggi medi di Atalanta e Roma siano da operaio metalmeccanico) e chi invece sponsorizza la Superlega dove l’indigestione di partite di cartello e il maggior tasso tecnico inchioderebbero lo spettatore medio al divano.
La bomba è stata lanciata e la battaglia politica del pallone sa di epocale, un po’ come la sentenza Bosman del 95. Non sappiamo come finirà la vicenda. Ci preme solo sottolineare che siamo di fronte a puro business contro ancora più business. Chi parla di valori ed etica per favore lasci stare, si fanno fatica a trovare pure nel Csi a 7.
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