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L’intervista al candidato sindaco Alessandro Trotta (36 anni, responsabile commerciale) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Seriate con la lista civica “24068



Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
Perchè credo fermamente che la nostra città abbia bisogno di una svolta di qualità che solo una lista civica, espressione di più sensibilità non necessariamente riconducibili solo a partiti e movimenti, può imprimere veramente.

Cosa rimprovera all’amministrazione Vezzoli in questi cinque anni? Ravvisa errori importanti?
Premettendo che non faccio parte di quelli che con l’acqua sporca buttano anche il bambino, cioè che non ammettono che i precedessori abbiano fatte anche cose positive, rimprovero all’attuale Amministrazione la mancanza di un disegno strategico e lungimirante per la città. Manca una visione urbanistica di Seriate con una vocazione identificabile anche da fuori, manca il coraggio di prender per le corna alcune problematiche annose, in primis la viabilità.Ad anni di immobilismo dovuto al patto di stabilità è seguito un quinquennio di iperattivismo irresponsabile. Si è voluto progettare di corsa, senza ascoltare la città, spendendo tanto e male. La buona amministrazione non è il fare per fare.

Quale sarà la sua azione amministrativa in caso di vittoria?
Ci concentreremo anzitutto ad affrontare il tema della viabilità, poiché Seriate è intasata quotidianamente da un traffico di attraversamento verso il capoluogo che necessita di essere incanalato diversamente da come avviene oggi. Insieme ad un nuovo concetto di mobilità (che non è solo traffico veicolare, ma interessa anche il trasporto pubblico locale, la mobilità dolce, la sicurezza dei percorsi casa – scuola, ecc.), svilupperemo un’idea strategica di città capace di un disegno urbanistico innovativo. Dobbiamo dire basta al consumo indiscriminato di suolo e favorire il più possibile il recupero delle aree dismesse, anzitutto a partire dal nostro centro storico, che puntiamo ad allargare valorizzando il fiume Serio come elemento ambientale qualificante.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Solitamente chi si loda s’imbroda, quindi è una domanda che andrebbe posta ad altri. Posso solo dire, visto che me lo chiede, che gli altri mi imputano tre capacità che senza dubbio vengono buone per il ruolo al quale mi sono candidato: ascolto, sintesi, coraggio. La prima, maturata sin dai tempi della circoscrizione, consente di mettersi in relazione con le persone, farle sentire a proprio agio e comprendere quali sono i loro bisogni più stringenti. La seconda, appresa con la mia professione, è necessaria per guidare una squadra che lavora insieme ma che si esprime con voci diverse e specifiche. La terza è la dote che ogni amministratore dovrebbe avere per trasformare in realtà quello che anzitutto può essere solo un sogno scritto su un foglio di carta.

Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
Vorremmo donare alla città una nuova residenza socio assistenziale per gli anziani. Quella attuale purtroppo è ormai insufficiente e necessita a sua volta di un restyling. Manca inoltre un vero spazio per la sosta capace di assolvere al fabbisogno che i tanti servizi presenti sul territorio richiedono, in un’ottica anche di interscambio con ferrovia e autobus. Abbiamo le idee molto chiare su questo e faremo il possibile per darvi seguito. Infine abbiamo la necessità di aumentare l’organico della nostra Polizia Locale e per questo vorremmo ogni anno assumere un nuovo agente.

C’è un ruolo strategico che seriate potrebbe occupare nel contesto della nostra provincia?
Seriate ha un’esigenza improcrastinabile: identificare e promuovere la sua vocazione. Da decenni si trova ad essere in una sorta di limbo: da un lato città dall’altro grande periferia di Bergamo. Il ruolo strategico che Seriate deve ambire ad avere nel prossimo futuro è affrancarsi da questo destino di borgo dormitorio e deve assurgere a città con la sua specificità, ad esempio legata al mondo della salute, grazie alla presenza dell’azienda sanitaria territoriale “Bolognini”, ma anche cerniera turistica di giunzione tra le infrastrutture d’arrivo (autostrada, ferrovia e soprattutto aeroporto), le valli, i laghi e ancor più vicino gli itinerari dell’enogastronomia bergamasca e dei santuari.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Seriate è una bellissima città attraversata dal fiume Serio, nostra più grande risorsa che merita di esser valorizzata. E’ una comunità ricca di talenti espressi dalle numerose associazioni impegnate per il sociale, per la difesa dell’ambiente e delle persone, per l’educazione delle giovani generazioni e per il sostegno ad anziani e disabili. Ma al contempo è una città che necessita di un salto di qualità nel muoversi insieme e capace di conferirle un’identità nel panorama provinciale.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Credo che mettere a disposizione la propria persona per l’Amministrazione municipale sia un vero atto di amore per la propria città, poiché le difficoltà sono molteplici, a partire dal tempo e dalle energie che questo ruolo giustamente richiede. Ma le difficoltà maggiori sono legate al fatto che il sindaco si trova ad essere punto di giunzione tra le esigenze tecniche della macchina burocratica e le richieste provenienti dal territorio e dai cittadini. Non sempre è possibile far sintesi tra queste due posizioni e soprattutto sovente il Comune non è l’ente preposto a dar soluzione a determinati bisogni, pertanto diventa fondamentale attivare le migliori sinergie possibili con tutti gli enti superiori, ciascuna secondo la specifica competenza d’azione.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Ci piacerebbe creare uno sportello unico del welfare, al fine di integrare al meglio servizi pubblici e privati e semplificare l’accesso a questi ultimi da parte dei cittadini. Inoltre vorremmo rinforzare le forme di sostegno e collaborazione con le realtà impegnate nel sostegno alle tante fragilità presenti.

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perchè?
Attingo molto volentieri dal passato, perchè in questo momento la politica sta vivendo una fase di oggettiva difficoltà a sfornare modelli riconoscibili. E con piacere, da buon moderato quale mi considero, mi rivolgo ad Alcide De Gasperi, il primo vero grande statista della nostra storia repubblicana. Ha sempre considerato la politica come servizio al bene comune alla stregua di una missione di vita e il suo agire è stato sempre rivolto al realizzare. Ebbene, spero di poter anche solo minimamente assomigliare a questo stile e auspico che ogni nostra azione possa sempre essere ispirata a quel celebre adagio di James Freeman Clarke da lui spesso ripreso per il quale un politico guarda alle prossime elezioni, mentre uno statista guarda alle prossime generazioni.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli direbbe per farsi votare?
Anzitutto che questo è un voto amministrativo per il governo della città. Dimostriamo di poter dare la nostra fiducia alle persone che conosciamo, alle idee e ai programmi che coinvolgono la nostra quotidianità. Non lasciamo che i simboli e il solo “trend nazionale” scelga i nostri amministratori. In secondo luogo, inviterei i miei concittadini a dar credito al nostro programma innovativo e alle nostre proposte per una città dinamica, sostenibile, accessibile e proiettata al futuro con un’identità ritrovata.

Tutti i sindaci intervistati da socialbg.it



I candidati non ancora contattati che avrebbero piacere ad una intervista senza tagli o interpretazioni possono mandare un messaggio alla pagina facebook socialbg. Grazie

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