L’intervista al candidato sindaco Bruno Tassi (42 anni, architetto) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Mozzanica con la lista civica “Insieme Oggi – Mozzanica”.
Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
Sia da genitore che da figlio, mi sono accorto che nella nostra comunità ci sono temi molto importanti che da oltre un decennio non sono stati affrontati, e che ora sono esplosi in tutta la loro evidenza. Temi che tanti, insieme a me, hanno vissuto e stanno vivendo sulla propria pelle. Penso per esempio alla mancanza di un’assistenza adeguata in caso di un ammalato in famiglia e alla mancanza di adeguati servizi alla genitorialità.
Confrontandomi con diversi cittadini, che sono poi diventati i membri della mia squadra, ho riconosciuto in loro quella stessa voglia di impegnarsi per il bene comune che sento miei. Abbiamo formato un gruppo veramente inclusivo e affiatato.
Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Tre doti che ritengo utili per amministrare un Comune come il nostro e che credo di possedere sono l’empatia, la capacità di costruire reti di relazioni positive con le persone e di trovare decisioni inclusive e partecipate chiedendo il parere di ognuno.
Cosa rimprovera all’amministrazione Fossati in questi cinque anni? Ravvisa errori importanti?
Ogni Amministrazione fa delle scelte che possono essere ritenute positive o negative a seconda dei punti di vista di ciascuno. Di una cosa sono certo: non si può valutare l’Amministrazione di Fossati confrontandola con quelle precedenti, perché le condizioni economiche e le imposizioni di vincoli di bilancio, in anni di emergenza nazionale come gli ultimi, sono state veramente stringenti e frustranti per qualsiasi amministratore.
Che ruolo strategico potrebbe giocare Mozzanica in provincia di Bergamo?
Più che ruolo strategico, dobbiamo fare capire anche alla nostra Provincia che non abbiamo un ruolo di secondo piano rispetto a nessun’altra comunità. Negli anni passati ho avuto l’impressione che siamo stati un poco dimenticati dalle istituzioni sovracomunali. Bisogna ripartire da qua.
Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
Servizi e ancora servizi alla comunità. Vista l’impennata dell’invecchiamento generale della popolazione, che sta coinvolgendo anche la nostra comunità mettendo ancor più pressione alle famiglie, occorre concretizzare e potenziare i servizi agli anziani, nelle varie declinazioni che possono assumere. Pensare agli anziani, però, non basta: voglio portare a Mozzanica servizi di tutoring rivolti ai bambini ed esperienze come “Ora Lavora” per aiutare le persone, soprattutto i nostri giovani, a trovare lavoro. Insieme alla mia squadra, intendo anche coinvolgere la comunità.
Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Una comunità e un territorio con molte risorse.
Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Non lo so, non lo sono mai stato, ma penso che la maggior difficoltà stia nel coinvolgere le persone a partecipare attivamente alla risoluzione dei bisogni della comunità.
Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Valorizzando la solidarietà e l’informalità delle associazioni mozzanichesi, e impiegando le risorse offerte dagli ambiti territoriali di riferimento.
Il suo politico di riferimento (anche passato) e perché?
Ne ho due: un ex Presidente della Repubblica e un Sindaco brasiliano. L’ex presidente è Sandro Pertini, perché ha saputo riconoscere e difendere i valori universali anche a costo della propria libertà. Perché ha dimostrato di essere semplice e umile pure da Presidente della Repubblica e perché ha saputo farsi amare e avvicinare le istituzioni ai cittadini con comportamenti genuini: come dimenticare l’esultanza del mondiale 1982. L’altro politico è Jaime Lerner, sindaco della città brasiliana di Curitiba, perché è riuscito a cambiare il destino di una delle città più povere del Brasile lavorando senza soldi e trovando sistemi semplici, in grado di offrire effetti positivi sia immediati che a lungo termine.
A un indeciso in cabina elettorale cosa gli suggerirebbe per farsi votare?
Non voglio suggerire nulla a nessuno: se così fosse avrei fallito in questa mia esperienza. Vorrei che tutti facessero una scelta ragionata e ponderata attribuendo l’importanza che si merita al voto. Da qui la scelta di distribuire prima una sintesi del nostro programma elettorale rispetto alla composizione della squadra. Poi le persone scelgano ciascuna ciò che è più importante per sé.