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L’intervista al candidato sindaco Cinzia Locatelli (43 anni, libero professionista) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Cerete con lista civica Cerete Futura



Perché ha scelto di ricandidarsi alla carica di sindaco?
Perché mi sono appassionata nei confronti dell’incarico che mi è stato dato… Mi ero ripromessa che mi sarei ricandidata solo se fossi riuscita a raggiungere qualche risultato importante per la mia comunità e, nel mio piccolo, sono convinta che qualcosa di buono ho abbiamo fatto.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Capacità di ascoltare, grande determinazione mista ad un pizzico di incoscienza e, poi, tenacia

In questi cinque anni quale considera il suo capolavoro amministrativo? Di cosa va fiera di aver portato in paese?
In questi anni abbiamo fatto molte cose, e ce ne stiamo rendendo conto proprio in questi giorni, nei quali stiamo facendo un po’ il bilancio del nostro mandato. Senza ombra di dubbio, quello di cui andiamo più fieri e il nuovo polo scolastico inaugurato a gennaio. Non sono molti i sindaci nella storia di un paese come Cerete che hanno la possibilità di lasciare in eredità un’opera di questo genere.

Una soddisfazione e una delusione in questi 5 anni?
Molte soddisfazioni rispetto agli obiettivi raggiunti. Non vorrei essere ripetitiva, ma quella più grande in assoluto è certamente legata alla realizzazione del nuovo polo scolastico.
Rispetto alle delusioni, non ricordo di averne avute di tanto importanti dal punto di vista amministrativo… Forse le critiche gratuite le quali, soprattutto nei primi anni di mandato, venivano mosse nei confronti miei e del mio gruppo, senza peraltro conoscere le ragioni che dettavano le nostre scelte.

Cosa ancora manca al paese che lei si impegnerà, se eletta, a concretizzare?
Dal punto di vista delle opere, siamo in pista per cercare di concretizzare la realizzazione di una variante alla SP53, una grande opera per il nostro piccolo comune, di un valore superiore ai 5 milioni di euro. Ci stiamo lavorando. Non dico oltre per scaramanzia.
Dobbiamo anche realizzare un importante intervento sulla scuola dell’infanzia per il quale riceveremo un finanziamento a fondo perduto da un bando regionale. Insomma, di carne al fuoco ne abbiamo un bel po’. E poi, il nuovo gruppo si è posto tra gli obiettivi principali da realizzare, la valorizzazione del nostro bellissimo territorio, sia a livello di infrastrutture che di promozione.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Cerete è un piccolo comune ricco di storia, arte e tradizioni che grazie alla perseveranza dei residenti vengono salvaguardate e tramandate. E’ un ambiente ospitale e immerso nel verde, ideale sia per trascorrere la propria vita che per concedersi un periodo di tranquillità. E’ un paese abitato da una comunità legata ai propri valori.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco, soprattutto di un piccolo Comune come il suo?
Le difficoltà a livello operativo sono, purtroppo, legate ai troppi vincoli. Spesso le buone idee non si possono concretizzare perché ci trova imbrigliati negli aspetti burocratici.
A livello personale, invece, la difficoltà più grande sta nell’avere la forza e la calma necessarie per prendere decisioni che siano il più possibile coscienziose. Bisogna avere la capacità di non decidere sull’onda delle emozioni, ma sempre e comunque avendo un occhio alle conseguenze che ogni scelta comporta.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Abbiamo lavorato a lungo e costantemente in questi cinque anni per risolvere le situazioni di marginalità e continueremo a farlo. Rispetto a questo argomento, il fatto di essere un piccolo Comune aiuta: ci si conosce tutti personalmente e si crea una rete di sostegno che evita le attese dettate dalle procedure standard. Ovviamente, l’intenzione è quella di continuare a monitorare il territorio e collaborare con i gruppi e le associazioni perché lavorare insieme, in questi casi, è la chiave per la soluzione di molti problemi.

Cosa non la convince dei suoi avversari candidati sindaco?
Non mi è ancora dato di sapere chi siano i miei avversari…

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perché?
Sono molti, direi tutti del passato… Ad esempio, ammiro la forza e la lungimiranza di De Gasperi, l’umiltà e la grande lealtà di Pertini, il coraggio di Mandela… ma la frase che più muove le mie azioni, se devo citare qualche personaggio eccellente è: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” di Gandhi. Non mi riconosco in quella gente “disincantata” e che spesso critica senza fare: ecco questo è un modo di essere che non condivido e che non fa parte di me.

C’è un suo collega al quale guarda con particolare ammirazione per il lavoro amministrativo che sta portando avanti? Perché?
Ce ne sono diversi e molti di loro, negli ultimi anni, sono diventati anche amici. Molti Comuni della Bergamasca sono amministrati in modo egregio. Spesso trovo che abbiano idee geniali. Aver intrecciato relazioni con gran parte degli altri Comuni della Provincia, aiuta anche noi sindaci a confrontarci e ad aiutarci a vicenda.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli suggerirebbe per farsi votare?
Intanto spero di non essere l’unico candidato… ma poi, in realtà io non cercherò di convincere nessuno a votarmi. Io stessa non mi sono mai lasciata convincere da nessuno in passato. Mi sono affidata alla mia percezione del lavoro che i candidati avevano già svolto, dalle loro proposte, ma ancora più spesso dalla sensazione che mi davano a livello umano. Io non credo che ci sia qualcuno da convincere rispetto a chi votare, vorrei invece che tutti comprendessero la necessità e l’importanza di esprimere il proprio voto. Questo sì. Vorrei le persone ricominciassero a credere un po’ in chi amministra i loro Comuni e nel fatto che oggi, chi sceglie di mettersi in gioco a questi livelli, lo fa davvero per mettersi a servizio della comunità.


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