L’intervista al candidato sindaco Fabio Mossali (46 anni, insegnante di liceo) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Verdello con la lista civica “Insieme per Verdello”.
Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
In un momento storico in cui è sempre più difficile aver voglia di impegnarsi in prima persona, mi metto a disposizione per portare avanti un’idea di paese che condivido con altri amici, decisamente alternativa a quella che a Verdello si vede da troppi anni. Del resto se si vogliono cambiare le cose è in politica che ci si deve misurare.
Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Innanzitutto ho l’esperienza necessaria per affrontare una sfida di grande impegno e responsabilità. Vengo da cinque anni di Consigliere di minoranza che mi hanno consentito di conoscere e approfondire le principali tematiche amministrative nonché i problemi più rilevanti del nostro territorio, così da avere le idee chiare su quali sono le soluzioni praticabili. Insomma: non ci si improvvisa amministratori. Ho poi la capacità di ascoltare: amministrare non è solo diritto – dovere di chi ha pur legittimamente vinto le elezioni. Un sindaco è sindaco di tutti: i cittadini vanno sempre ascoltati, a prescindere dal colore politico, così da cercare soluzioni di buon senso per l’intera comunità. È evidente che bisogna poi prendere delle decisioni. E questa è la mia terza dote: non ho paura di
decidere.
Cosa rimprovera all’amministrazione attuale in questi anni? Ravvisa errori importanti?
A Verdello veniamo da dieci anni di amministrazione leghista caratterizzati da poche promesse mantenute in minima parte: prima fra tutte la tangenziale che è ben lontana dall’essere realizzata. Dove si è agito, poi, lo si è fatto perché obbligati e con estrema lentezza. È significativo che ancora oggi, in campagna elettorale, l’amministrazione uscente rivendichi per lo più pochi risultati risalenti agli anni 2009-2014, non potendo fare altro. La verità è che il paese è rimasto fermo, interventi davvero importanti, caratterizzanti, che abbiano lasciato il segno, non ce ne sono stati, al di là della
normale amministrazione che chiunque avrebbe portato avanti. Insomma: dopo dieci anni non si respira grande entusiasmo, e non si registrano feroci polemiche: piuttosto una deludente calma piatta.
Che ruolo strategico potrebbe giocare Verdello in provincia di Bergamo? Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
In una prospettiva più ampia, Verdello è noto più che altro come nodo viabilistico critico: tutti coloro che si muovono in direzione Bergamo – Treviglio devono fare i conti con il semaforo di Verdello e le conseguenti code, in certi orari davvero esasperanti. In realtà le cose non stanno più così: il problema è molto più complesso, e Verdello è solo uno dei colli di bottiglia lungo questa direttrice fondamentale. Ciò non toglie che il problema va risolto il prima possibile imprimendo una decisa accelerazione sul tema della tangenziale. Per il resto Verdello deve tornare ad essere protagonista almeno a livello di ambito, proponendo e non semplicemente recependo le diverse iniziative. Ha inoltre buone potenzialità, che andrebbero sfruttate: il nostro bel parco e la villa comunale. Ancora,
da molti punti di vista, questi anni hanno segnato un deciso arretramento: penso ad esempio alla cattiva gestione degli impianti sportivi, che facevano di Verdello un paese di punta, a lungo trascurati e che adesso richiederebbero consistenti manutenzioni, oltre ad essere, paradossalmente, poco utilizzati. In generale il paese deve riscoprire la voglia di partecipare, il senso della comunità. Un paese è più vivo e funziona meglio se i cittadini si sentono protagonisti. Non sono belle parole, ma la base stessa del nostro progetto: impegno e responsabilità. Insieme.
Come descriverebbe a un estraneo il paese per il quale si candida?
Un bel paese che ancora conserva la dimensione e il fascino di una piccola comunità ma che deve tornare ad essere più vivo ed unito. La programmazione delle iniziative, stilarne un calendario, il fare rete fra le varie associazioni, potrebbero rendere lo stare a Verdello decisamente più interessante.
Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Le difficoltà sono molte. In una realtà relativamente piccola come la nostra assai spesso ci si rivolge al sindaco per le più diverse questioni. Essere disposti ad ascoltare i cittadini è uno dei pregi maggiori di un buon sindaco, che tuttavia poi non ha sempre gli strumenti per affrontare le richieste come vorrebbe. Indubbiamente i vincoli maggiori sono a livello di bilancio: bisogna fare i conti con i soldi che si hanno a disposizione, bisogna amministrarli saggiamente, bisogna anche essere capaci di reperire risorse in modalità diverse. Occorre avere chiare le priorità. Ma è fondamentale comprendere che le amministrazioni non hanno risorse infinite, e bisogna attivare altre energie: in una comunità tutti devono fare la loro parte.
Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Fare comunità non può che attuarsi in un’ottica solidale. Le persone fragili, chiunque esse siano, disabili, anziani, famiglie in difficoltà, godranno da parte nostra di un’attenzione particolare. Da un lato faremo il possibile per gestire al meglio le risorse disponibili; dall’altro collaboreremo quotidianamente con le associazioni di volontariato che si spendono con generosità per aiutare i meno fortunati.
Il suo politico di riferimento (anche passato) e perché?
Proprio per il carattere civico della nostra lista non voglio fare nomi, piuttosto richiamarmi ad una categoria, ad una tipologia di politici che pur esiste, anche se mi viene più facile pensare a esempi lontani nel tempo. Penso a quelle persone alle quali da parte di tutti si è sempre riconosciuto il “senso dello Stato e delle Istituzioni”. Tutti abbiamo legittimamente le nostre idee e i nostri valori: però poi c’è chi lavora esclusivamente per tirare l’acqua al suo mulino. Altri invece, e io voglio richiamarmi a questi, credono che c’è un bene comune che val la pena perseguire a prescindere dagli interessi di parte.
A un indeciso in cabina elettorale cosa suggerirebbe per farsi votare?
Gli suggerirei di votare non per partito preso ma valutando il reale significato delle elezioni amministrative. In altre parole qui non si tratta di portare avanti “visioni del mondo” o “azioni dimostrative”: bisogna decidere chi amministrerà il paese nei prossimi cinque anni. E a Verdello la questione è piuttosto semplice: vuoi andare avanti esattamente come si è fatto negli ultimi dieci anni? Oppure ritieni che valga la pena di tentare qualcosa di diverso? La scelta è chiara.
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