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L’intervista al candidato sindaco Francesco Bramani (40 anni, avvocato) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Dalmine con la Lega e lista civica “Noi siamo Dalmine”



Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
Ciò che mi ha spinto a candidarmi a Sindaco di Dalmine è per prima cosa la volontà di dare il mio concreto contributo alla Città in cui sono cresciuto, nella certezza che tante cose potrebbero essere migliorate e nella consapevolezza di poter sfruttare tante potenzialità e risorse per il bene della comunità.

Cosa rimprovera all’attuale amministrazione in questi cinque anni? Ravvisa errori importanti?
Rimprovero all’attuale Amministrazione comunale di aver fatto troppo poco per Dalmine e di non essere stata in grado, in questi cinque anni alla guida del Comune, di rispondere a tante richieste avanzate legittimamente dai dalminesi. Alcune delle opere realizzate, peraltro, sono piuttosto discutibili: pensiamo ad esempio alle scelte sulla viabilità, con l’istituzione del senso unico su via Verdi e il conseguente dirottamente del traffico su via Bastone e a alla ‘doppia’ rotonda di Mariano. Come dimenticare poi il (fortunatamente) fallito tentativo di realizzare un centro per profughi sul territorio comunale.

Quale sarà la sua azione amministrativa in caso di vittoria?
Trasparenza, spirito di squadra e concretezza sono e saranno i capisaldi della nostra azione amministrativa. Dalmine oggi ha bisogno di un programma chiaro e di una squadra formata da persone con competenze specifiche, che conosca la città e sia in grado di rispondere in modo adeguato a quelle che sono le esigenze del territorio. Noi siamo pronti.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Capacità di ascolto, passione e tanta concretezza.

Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
Serve un progetto culturale e non solo iniziative sparse.
Serve rimettere al centro il rapporto proficuo fra Città, Università e Scuole Superiori.
Serve ridisegnare una mobilità che riduca i disagi e gli spostamenti inutili.
Serve far crescere il commercio di vicinato, le associazioni, le attività culturali.
Serve incentivare la diffusione dello sport e sostenere le tante associazioni che lo promuovono.
Serve ridurre il cemento a favore del verde, puntando sullo sviluppo del Parco del Brembo.
Serve dare più sicurezza, perché senza sicurezza si perde la voglia di uscire di casa, di stare con gli altri.

C’è un ruolo strategico che Dalmine potrebbe occupare nel contesto della nostra provincia?
Vogliamo riportare Dalmine ad essere il centro della media Pianura, invece che un satellite di Bergamo, facendo leva sui punti di forza presenti sul territorio: Università, scuole superiori e tessuto economico.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Dalmine è una città ricca di storia e di cultura e con enormi potenzialità che non sono state sfruttate. Mi viene da pensare al patrimonio storico ambientale da recuperare. In primis i rifugi antiaerei, da troppo tempo lasciati a morire e il parco del Brembo, che non è mai “decollato” principalmente a causa della mancanza di infrastrutture.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
L’insufficienza delle risorse economiche che impongono di fare scelte a discapito di altre.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Per affrontare le situazioni di marginalità sociale credo che uno dei primi passi sia investire su persone altamente qualificate e costruire progetti mirati. Altro elemento fondamentale è “fare rete” con le diverse associazioni di volontariato presenti sul territorio, che danno un contributo fondamentale e alle quali va tutto il nostro sostegno.

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perchè?
Il mio politico di riferimento è Salvini. Di lui apprezzo molto l’aver voluto eliminare la scollatura che c’è sempre stata tra la classe politica e il “resto del mondo”, nonché il dar effettivamente seguito con i fatti alle promesse elettorali.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli direbbe per farsi votare?
Direi di votare per un programma semplice ma omnicomprensivo, molto concreto e senza giri di parole, che mi impregnerò a portare avanti mettendoci tutte le mie energie. Non mi piace la propaganda: sono abituato a fare promesse che so che potrò mantenere.

Tutti i candidati sindaci intervistati da socialbg.it



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