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L’intervista al candidato sindaco Ivan Moriggi  (42 anni, testing engineer) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Comun Nuovo con la lista civica “Progetto Comun Nuovo”.



Perché ha scelto di ricandidarsi alla carica di sindaco?
In questi anni ho dato la mia disponibilità ai ragazzi del paese per offrire gratuitamente ripetizioni di matematica e fisica, è stata un’esperienza entusiasmante nel corso della quale siamo cresciuti insieme imparando reciprocamente. È con questo spirito che mi ricandido per mettermi al servizio della mia comunità. Nel corso del mandato ho lavorato per rendere migliore Comun Nuovo, ma c’è ancora molto da fare. Mi ricandido perché voglio continuare l’opera di rilancio del paese e del territorio, un territorio che esprime risorse straordinarie che devono essere valorizzate da una amministrazione prudente ma aperta all’innovazione.

Cosa considera il suo capolavoro amministrativo in questi cinque anni?
Essere riuscito a mantenere tutte le promesse fatte nella precedente campagna elettorale. La gente ha bisogno di concretezza, non solo di belle parole. Dall’altro canto ciò che ha differenziato la mia amministrazione dalle precedenti è il gioco di squadra. Ho un gruppo di assessori e di consiglieri che hanno lavorato fattivamente insieme a me per portare a compimento tanti progetti e questa unità d’intenti è stata apprezzata dai cittadini.

Quale sarà la sua azione amministrativa in caso di vittoria?
Continuare con lo stile che ci ha caratterizzato nei 5 anni precedenti: non cerchiamo i titoli sui giornali o la pubblicità. Lavoriamo per i nostri cittadini, non per dar notorietà a stessi.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Sicuramente l’onestà sta alla base di tutto, nella vita come nell’amministrazione. Poi direi l’umiltà. Essere sindaco significa infatti vivere i rapporti con le persone non come un peso, ma come una sfida, come un privilegio da custodire. Significa essere presenti, ad ogni ora, per cercare di risolvere un problema, per studiare un nuovo progetto, per sviluppare un’idea. Infine l’impegno. Io e la mia giunta in questi anni abbiamo cercato di dare sempre il massimo, confrontandoci e mettendoci in discussione continuamente, ma sempre con un obiettivo preciso, che è quello di mettersi al servizio del prossimo, della comunità.

Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
Tutto quello che andremo a proporre in campagna elettorale sarà lo scopo del nostro lavoro. Tutto è importante, tutto andrà concretizzato. In particolare sarà prioritario portare a compimento il progetto della bretella che ridurrà il traffico veicolare nel centro abitato; è un progetto finanziato e quotidianamente sento i referenti della Provincia e dell’Anas per monitorare gli sviluppi e contribuire a risolvere i problemi. Riqualificare il centro storico del paese dando attuazione ad un progetto virtuoso, finanziato tramite bandi, che vedrà coinvolte la Misericordia Maggiore, realtà produttive e del Terzo Settore. Rendere più efficienti i servizi che il Comune fornisce alla cittadinanza.

C’è un ruolo strategico che il paese per il quale si candida potrebbe occupare nel contesto della nostra provincia?
Siamo un paese posto nell’hinterland della città di Bergamo, abbiamo con la provincia parecchi progetti e obiettivi in comune, sul territorio sono presenti alcune tra le più grandi ed importanti realtà industriali a livello nazionale. Per tutto questo le rispondo che a mio avviso, Comun Nuovo è sicuramente una importante realtà strategica della nostra provincia, specialmente per la sua capacità di essere polo di attrazione dell’innovazione, punto mediano tra la città e la Bassa bergamasca.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Un paese che negli ultimi è raddoppiato quanto ad abitanti, si è trasformato, ma che allo stesso tempo ha saputo rimanere attaccato alle tradizioni, cercando di conservare un ambiente integro e un contesto comunitario coeso. Anche per questo tanti nuovi cittadini ci hanno scelto come luogo di residenza in cui far crescere le proprie famiglie e le proprie attività, questo è sicuramente un orgoglio.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Sicuramente gestire la comunicazione, cercare di spiegare ogni scelta ai cittadini perchè non sempre si riesce a mettere tutti d’accordo, ma è importante far capire i motivi che hanno portato ad assumere una determinata decisione. Sino a 10 anni fa o anche meno, per parlare con il sindaco si doveva prendere appuntamento in Comune ed essere ricevuti. Oggi i social media impongono un’attenzione costante alle richieste dei cittadini che non si limita più alle ore di ricevimento in Comune.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Sono orgoglioso di poter dire che abbiamo sempre sostenuto la coesione sociale, aiutato chi era rimasto indietro, supportato con determinazione le vulnerabilità presenti nella nostra comunità. La povertà e la marginalità non sono determinate solo dalla mancanza di denaro. E’ la mancanza di comunità e di reti sociali che rende fragili. Per questo la mia amministrazione ha puntato sul decoro urbano, riqualificazione delle infrastrutture, sostegno alle famiglie e alle aziende, sostegno al mondo dello sport e al volontariato. Sono tutti pilastri di un disegno che vuole valorizzare le risorse che ci sono sul territorio, per dare attuazione, anche con il sostegno delle associazioni, a quella idea di sussidiarietà per cui ciascuno deve contribuire con un tassello alla costruzione del mosaico della solidarietà sociale.

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perchè?
Sono convinto che la politica a livello locale, se messa in pratica con responsabilità, sia ancora la più nobile delle arti, perché in essa si racchiudono le speranze e le aspettative delle persone. Per questo mi ispira la figura e l’azione di Aldo Moro, uno dei maggiori statisti italiani, prematuramente scomparso per mano del terrorismo. Ciò che mi ha sempre colpito è stata la sua capacità di essere servitore dello Stato, operando sempre allo scopo di unire in nome dell’interesse generale del Paese. Servirebbe oggi all’attuale classe politica la sua capacità di scrutare nelle pieghe profonde della società, quella passione civile di trasmettere valori, di ragionare e saper dire dei no; così come l’ansia di capire la società e di non sentirsi mai appagati dai risultati della politica, perché l’impegno deve essere costante.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli direbbe per farsi votare?
Io credo che gli elettori non si debbano convincere con le parole, quindi spero che il lavoro fatto in questi 5 anni e il nostro programma elettorale, impostato sul continuo miglioramento del paese, siano sufficienti per far sì che il cittadino non sia indeciso.

Tutti i candidati sindaci intervistati da socialbg.it



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