L’intervista al candidato sindaco Lucio De Luca (49 anni, consulente aziendale) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Azzano San Paolo con la lista civica “Azzano in testa”, ufficialmente sostenuta da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e dalla lista civica “Noi per azzano”
Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
Mi ricandido per colpa della burocrazia… Naturalmente scherzo ma il senso è che i tempi della pubblica amministrazione sono purtroppo lunghissimi. Chi ha già amministrato lo sa, cinque anni sembrano tanti ma sono spesso poco tempo per riuscire a provocare un reale cambiamento o, comunque per realizzare anche solo parzialmente il proprio programma elettorale. In questi 10 anni credo che la nostra giunta sia riuscita a fare un buon lavoro ad Azzano San Paolo ma credo sia solo l’inizio, tanto c’è ancora da fare e tanto abbiamo ancora da completare. Sono già vicesindaco e nonostante mi fosse richiesto dal mio gruppo, la mia candidatura non è stata automatica; conosco già quanto impegnativo sia il lavoro da fare, ho un approccio molto pragmatico, e la mia condizione al fatto di guidare una nuova lista è stato che fossimo in grado di proporre una squadra di persone capaci e in grado di garantirci di essere subito operativi, dal primo giorno dopo le elezioni. Ci siamo riusciti. L’esperienza c’è, il nostro gruppo è composto oltre che da me e dal sindaco uscente Simona Pergreffi, che siamo anche i più anziani amministrativamente parlando, anche dagli assessori uscenti Francesco Persico e Simona Zonca e dai consiglieri Sergio Stroppa, Giuseppe Zucchinali, Sergio Suardi, Simona Minelli e si è aggiunto Graziano Brugali, attivo nel volontariato. Ma siamo sempre stati tutti concordi sul fatto che occorresse anche un sostanziale rinnovamento, con una forte componente di giovani e così si sono uniti anche quattro promettenti ragazzi, il futuro della nostra comunità: Claudia Previtali, Davide Fazio e Martino Nozza Bielli, Universitari, e Federico Lorenzi, un professionista. Sono sicuro che sarà una squadra efficiente e efficace.
Un giudizio sull’operato dell’amministrazione negli ultimi cinque anni?
Abbiamo cominciato ad amministrare 10 anni fa. I primi 5 anni, dal 2009, sono stati quelli dell’ambientamento e della formazione. Eravamo ancora “acerbi” ma nonostante ciò abbiamo realizzato diversi importanti interventi nonostante ci trovassimo nel pieno della crisi economica e con i rigidissimi vincoli del patto di stabilità. Gli anni dal 2014 ad oggi sono stati quelli della maturità. Ormai sapevamo già muoverci nella pubblica amministrazione, avevamo acquisito competenze e instaurato relazioni tra enti ad ogni livello. La nostra squadra era in perfetta sintonia e composta da persone attivissime e con un forte attaccamento al territorio. Sono per molti versi stati più facili e costruttivi; abbiamo fatto la ristrutturazione del Municipio, iniziato la riqualificazione di piazza IV novembre, realizzato la nuova piazzola ecologica, iniziato l’adeguamento delle strutture del centro sportivo, fatto la riqualificazione del nuovo Parcobaleno, rifatto l’impianto di illuminazione pubblica a LED, introdotto la tariffa puntuale per la raccolta differenziata, avviato il bando per l’incubatore d’impresa, investito su istruzione, cultura, associazioni, creato il consiglio comunale dei ragazzi, avviato la progettazione della promozione turistico-culturale con la Provincia di Bergamo, innovato tecnologicamente l’ente e ne abbiamo aumentato la trasparenza, abbiamo contenuto la spesa senza indebitarci, ….
Insomma, nel complesso penso si possa definire un’esperienza positiva, faticosa ma appagante, anche e soprattutto dal punto di vista umano.
L’attività amministrativa mi ha portato a ripensar all’idea di “risultato” non solo dal punto di vista economico, concetto a me professionalmente più affine, ma anche e soprattutto nell’ottica di fornire un servizio pubblico e di favorire un maggior benessere delle persone, cercando di non tradire mai la fiducia che hanno riposto in te col voto.
Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Sono molte le qualità che servono per amministrare bene: competenza, esperienza, organizzazione, passione, sacrificio, determinazione, pazienza, generosità. Tali caratteristiche dovrebbero essere condizioni minime indispensabili per chiunque voglia governare una realtà complessa quale un ente pubblico. Ma se devo individuarne altre tre ulteriori che io ritenga di possedere, credo, che ci voglia: 1) Umiltà, nel senso più ampio e positivo del termine, cioè la capacità di non confondersi con il ruolo, di ascoltare sempre le persone con empatia, comprensione e senza sacrificare la propria umanità. 2) Disponibilità, nel senso di essere partecipe il più possibile alla vita della comunità, agli eventi, ai momenti di incontro, nella vita associativa, nell’affrontare direttamente e di persona le criticità che colpiscono il proprio paese. 3) La capacità di avere una visione di come si desidera sia il futuro del proprio paese, perché occorre sempre avere un progetto di lungo periodo se non si vuole essere semplicemente degli esecutori della normale amministrazione.
Cosa manca al paese che lei si impegnerà a concretizzare?
Più che mancare qualcosa, penso che si sia un po’ perso qualcosa ma che sia ancora lì, sotto traccia, latente: l’essere realmente una comunità. Azzano gode e soffre della stessa condizione, l’essere a un paio di chilometri dal centro di Bergamo. Questo ha fatto sì che col tempo si sentisse sempre meno la necessità di vivere il proprio paese. Ci si sposta più facilmente, con auto e moto, mezzi pubblici, in bici, a piedi. Traffico permettendo, 7 minuti e sei in città, 3 minuti e sei al centro commerciale, 5 minuti e sei in autostrada. È sicuramente un grande vantaggio, ma ciò ha portato a una sorta di progressiva disgregazione del tessuto sociale che ha fatto spesso definire Azzano come “paese dormitorio”; per questo, complice la crisi, ha portato poco per volta i negozi di vicinato a chiudere, le case a svuotarsi, la popolazione a invecchiare. Tuttavia c’è anche una grande risorsa: l’incredibile rete di associazioni e volontari che sono attivi sul territorio.
Quello che vorrei impegnarmi a realizzare è proprio questa idea a volte astratta di comunità, riportando e aiutando le giovani coppie in paese, fornendogli servizi più mirati e istituti scolastici più fruibili, creando spazi e attività rivolte ai giovani e ai giovanissimi, aumentando le occasioni per far vivere il paese e coinvolgendo tutte le generazioni, garantendo la sicurezza, incentivando la ristrutturazione e la costruzione di case e soprattutto sostenendo e rilanciando il commercio di vicinato, facendo un serio lavoro di riprogettazione e di riqualificazione degli spazi urbani. Con il contributo anche delle realtà associative, e della collaborazione tra loro, tutto ciò può realizzarsi.
C’è un ruolo strategico che il paese potrebbe occupare nel contesto della nostra provincia?
Come dicevo criticità e vantaggi sono due facce della stessa medaglia e si identificano con la posizione geografica. Il ruolo strategico di Azzano penso sia la vicinanza con l’aeroporto, con la città capoluogo e con le principali vie di collegamento. In quest’ottica Azzano potrebbe trovare una sua dimensione ricercando e promuovendo una nuova vocazione turistico alberghiera. Abbiamo già degli esempi sul territorio con strutture che si sono affermate a livello nazionale per la qualità offerta. Sostenere questo settore, incentivando il recupero degli edifici vetusti o abbandonati, creando una rete di strutture, servizi, esercizi, offerte, potrebbe rendere Azzano meta ideale per la tipologia di soggiorno in genere richiesta dal turista-tipo in visita a Bergamo.
Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Azzano è un paese tranquillo e pulito, con tante zone verdi e ampi parchi. È costituito principalmente da villette e edifici bassi. È un paese che offre tantissimi servizi, spesso sconosciuti anche dai propri cittadini. C’è un’invidiabile vivacità da parte delle associazioni e offre moltissimi eventi e opportunità di incontro. Le scuole propongono una didattica moderna e innovativa. È un paese ideale per i bambini.
Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Mai come quest’anno nella bergamasca (ma non solo) è stato difficile “chiudere le liste” dei candidati. Ovunque si è ridotto il numero di liste, in molti si presenta solo una lista. In 3 comuni ci sarà un commissario prefettizio. Penso che questo sia una manifestazione concreta della difficoltà di oggi di fare il sindaco. Rischi altissimi, risorse limitate, enorme assorbimento di energia. Al di là di questi aspetti che sono ormai noti a tutti, se devo fare riferimento alla mia esperienza personale, penso che le difficoltà maggiori siano connesse con il funzionamento della macchina comunale, col suo rinnovamento, col suo mantenimento in equilibrio e con la semplificazione della burocrazia.
In sostanza, sempre che si riescano a liberare le risorse per realizzare opere o servizi, bisogna però fare i conti con la normativa sempre in schizofrenico mutamento e con la burocrazia che sistematicamente stronca ogni stimolo all’innovazione e alla semplificazione. Penso che il sentimento della frustrazione sia quello più diffuso tra gli amministratori pubblici. Per questo l’esperienza, la conoscenza della normativa e le relazioni dirette con gli altri enti possono drasticamente tagliare i tempi e rendere più facilmente concretizzabili i progetti.
Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
La prima linea è costituita dall’assistente sociale che deve essere il più possibile in grado di ascoltare, capire e intervenire. Ci sono più livelli di intervento. Quello di breve periodo affrontano le situazioni con un approccio più assistenzialista, venendo incontro alle necessità immediate attraverso contributi in denaro che possano immediatamente sopperire a emergenze del momento (perdita lavoro, difficoltà economiche, pagamento utenze o affitti, sostegno rette), o attraverso il ricorso a realtà specializzate ad affrontare situazioni di disagio (abbandono, violenza, disturbi psichici).
Nel medio periodo si devono affrontare con progetti specifici di reinserimento sociale, realizzati oltre che dai servizi sociali, anche con il contributo di cooperative accreditate, con le associazioni territoriali, con gli istituti. Sono tutti quei casi di fragilità che richiedono la realizzazione di un percorso sistematicamente sotto la guida o il controllo di operatori esperti.
Sul lungo periodo, invece, sono gli enti di livello superiore che dovrebbero farsene carico, Regione e Stato, in primis. L’ente locale però deve farsi soggetto attivo, riportare le situazioni di marginalità incontrate nel proprio esercizio e stimolare e suggerire soluzioni e interventi normativi. È un modus operandi che ad oggi abbiamo sempre adoperato con successo.
Il suo politico di riferimento (anche passato) e perché?
Se ci riferiamo al presente, scontato a dirlo, Matteo Salvini. Ho sempre votato Lega ma non sono mai stato separatista. Ho sempre creduto nel federalismo come massima forma di organizzazione territoriale e responsabilizzazione amministrativa pur mantenendo l’unità dello Stato. Credo che per assurdo Salvini, segretario della “autonomista” Lega, sia riuscito a fare quello che nessuno è mai riuscito a fare dal 1861 ad oggi: unire veramente l’Italia, ridarle orgoglio nazionale e credibilità politica. E tutto ciò con semplicità, esprimendo liberamente pensieri, idee e concetti che la maggior parte della gente pensava ma che aveva paura di dire pubblicamente. La fiducia e la stima in sé stessi penso sia la base per ritrovare la forza per ripartire anche dal punto di vista economico.
A un indeciso in cabina elettorale cosa gli direbbe per farsi votare?
Che amministrare un paese è complesso, non è un gioco. Chi è in opposizione può permettersi di fare promesse di ogni tipo, le più fantasiose. Ma chi ha già amministrato quel paese, se è una persona onesta, non può permettersi di ingannare le persone. Le proposte che facciamo nel nostro programma sono realistiche e economicamente realizzabili. Non promettiamo servizi irrealizzabili, edifici inutili, spese insostenibili, abbracci solidali e mondi utopici.
La nostra è l’unica lista di centro destra ad Azzano.
È trasparente e l’orientamento e la provenienza politica dei candidati è dichiarata.
Occorre esperienza se non si vuole perdere tempo e se non si vuole fare danni. Io metto la mia e quella della mia squadra a disposizione della comunità, se volete concretezza, competenza e un futuro realizzabile, siamo la scelta giusta, se invece avete bisogno di sognare, non votate noi.
Candidati Consiglieri: Brugali Graziano, Fazio Davide, Lorenzi Federico, Minelli Simona, Nozza Bielli Martino, Pergreffi Simona, Persico Francesco, Previtali Claudia, Stroppa Sergio, Suardi Sergio, Zonca Simona, Zucchinali Giuseppe.
Tutti i sindaci intervistati da socialbg.it
I candidati non ancora contattati che avrebbero piacere ad una intervista senza tagli o interpretazioni possono mandare un messaggio alla pagina facebook socialbg. Grazie