Il cantante lirico Giuseppe Capoferri, 41 anni originario di Costa Imagna è baritono al Teatro Regio di Torino dal 2013 dove ha interpretato vari personaggi tratti da opere liriche: Tosca, Gianni Schicchi, Guglielmo Tell… Nel 2017 è stato protagonista all’International Festival di Edimburgo del Macbeth di Verdi, firmato da Emma Dante e diretto da Gianandrea Noseda. Una performance premiata con l’Angel Herald Award come “uno degli spettacoli più interessanti e innovativi” visti nella 70esima edizione del Festival.
Potrebbe dirci come le è nato il desiderio di cantare?
Canto dall’età di sette anni quando mio padre, all’epoca, era Presidente della Corale San Giuseppe della Parrocchia di Costa Valle Imagna. Successivamente iniziai a cantare nel Coro dell’Immacolata di Bergamo, diretta da Monsignor Egidio Corbetta, e successivamente dal Maestro don Ugo Patti. Collaborai fino al 2005/2006. A 8 anni, intrapresi lo studio del pianoforte sotto la guida del Maestro Luigi Panzeri. Successivamente presso la Scuola Musicale Santa Cecilia di Bergamo seguii i corsi di teoria e solfeggio con il Maestro don Santo Donadoni e pianoforte con la Maestra Cecilia Testa. Da allora non ho mai smesso di studiare musica.
Quando cominciò a coltivare la voce? E come si coltiva senza sciuparla?
Da sempre ho avuto la passione per il bel canto, trasmessa da mio padre. Nel 2004, decisi di intraprendere gli studi di Canto Artistico presso il Conservatorio G. Donizetti. Partecipai agli esami di ammissione e li superai. Iniziai nell’anno Accademico 2004/2005. Arrivai completamente acerbo in materia e grazie alla mia insegnante di canto – prof.ssa Mary Lindsey – ho iniziato pian piano ad impostare la voce. Sono stati anni intensi, duri! Parallelamente al lavoro, studiavo, studiavo e studiavo. Esisteva solo il lavoro e lo studio.
Quanto conta il talento e quanto invece il duro lavoro?
La voce è un dono. C’è chi nasce con la voce bella e chi meno, ma non per questo ci si deve abbattere se c’è passione. Preciso che con la sola voce, per un giovane che ambisce a diventare cantante professionista (Artista del coro o solista) non si va da nessuna parte. È fondamentale studiare per affinare il proprio materiale per renderlo competitivo ad ogni audizione o concorso, ma soprattutto per far godere chi ti ascolta della propria interpretazione.
Quali sono i compositori che all’inizio hanno esaltato la sua ispirazione?
W. A. Mozart e il grande Gaetano Donizetti.
Si ricorda della sua prima opera?
Nel 2007, venne il maestro del Coro del Teatro Donizetti Fabio Tartari presso il Conservatorio a fare le audizioni per selezionare voci da inserire nell’organico corale per la stagione operistica. La superai e ebbi l’onore di iniziare a collaborare con un coro professionale. Il morale era alle stelle. La mia prima opera in qualità di artista del Coro fu “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti.
I suoi consigli a un giovane che volesse seguire le sue orme?
Non demordere mai anche nei momenti no. Scegliere un buon maestro di canto che possa prendersi cura della sua voce e pian piano iniziare a fare audizioni. È fondamentale fare passi per grado, cioè, partire da audizioni provinciali. Nel frattempo capire se la strada è quella giusta e poi, pian piano, mirare in alto partecipando ad audizioni o concorsi che possano permettere di cantare in fondazioni lirico-sinfoniche. Per prepararsi a superare emotivamente il pubblico o una commissione è fondamentale fare concerti in contesti minori. Ovviamente tra i consigli aggiungerei la frequentazione del Conservatorio poiché forma totalmente. Al giorno d’oggi non è sufficiente saper cantare, ma è fondamentale per essere musicisti conoscere in toto la materia. Il Conservatorio è importante.
La sua soddisfazione più grande, professionalmente parlando?
Aver trasformato la mia passione in professione attraverso risultati importanti ottenuti in Italia e all’estero.
L’opera è davvero in una crisi irreversibile? Cosa ne pensa?
Credo che la crisi è generalizzata a qualsiasi forma di arte e cultura, in Italia. Da quando svolgo questa attività, iniziata professionalmente presso la Fondazione Arena di Verona nel 2009 ho sempre sentito e avuto modo di leggere di tagli in questo settore. Non è un buon incoraggiamento per uno che sta per iniziare. Nonostante tutto, credo che non si debba demordere. L’arte, la cultura e la storia sono il punto di forza della nostra Nazione. Bisogna solo crederci e cambiare l’approccio e l’attenzione concessa finora al settore. Sono fiducioso.
A tutt’oggi c’è un compositore col quale sente maggiore affinità?
Giacomo Puccini è il mio mito. Sensibilità assoluta nelle sue composizioni che arrivano dirette al cuore. Forti emozioni.
Fino a che punto il personaggio che interpreta la influenza?
Prediligo, per lo stile e per il mio carattere, lo studio di ruoli di opera seria e non opera buffa. Mi sento più a mio agio.
Quali sono i risultati che ha ottenuto da quando ha iniziato ad oggi?
Ho iniziato la mia attività da Artista del Coro presso il teatro Donizetti di Bergamo nel 2007. Parallelamente allo studio ho continuato a fare audizioni (con risultati positivi) in teatri di tradizione, quali il Teatro Sociale di Como per AsLiCo (Associazione Lirico Concertistica Italiana) e il Teatro Municipale di Piacenza. Un’esperienza illuminante perché mi permesso di capire che forse avrei potuto ottenere di più. Infatti, nel 2009 arriva la mia prima audizione in una Fondazione Lirico Sinfonica all’Arena di Verona con cui ho collaborato per tre stagioni estive. Parallelamente ho sostenuto audizioni e concorsi internazionali presso l’Opera di Montecarlo, l’Opera di Montpellier, il Teatro alla Scala con cui ho collaborato nella produzione de “Il Pirata” di Vincenzo Bellini la scorsa stagione d’opera, l’Opernhaus Zurich dove ho lavorato stabilmente per due stagioni e, infine, il Teatro Regio di Torino con cui lavoro stabilmente dal marzo 2013. Parallelamente presso questo Teatro svolgo anche attività solistica interpretando ruoli minori.
Progetti futuri?
Avvicinarmi alla famiglia…
C’è un ruolo che fino ad ora non ha ancora interpretato e che sogna di interpretare?
Simon Boccanegra primo doge di Genova (nel prologo: corsaro al servizio della Repubblica Genovese).
Se non fosse un cantante lirico quale altro lavoro avrebbe scelto?
Sicuramente una professione legata allo sviluppo turistico.