Come si capisce se uno è bravo in quello che fa? Be’, per uno sportivo è facile: vince le gare. Carlo Ubbiali era uno proprio bravo. La prima corsa motociclistica cui partecipò, a 17 anni, la vinse – era la Coppa di Bergamo del 1946 (vedi wikipedia).
Vinse anche la seconda corsa, il Gran Premio delle Mura, ma lì lo squalificarono perché era troppo giovane: secondo le leggi di allora le motociclette si potevano guidare soltanto da maggiorenni. A ogni modo quando iniziò il circuito del Motomondiale, nel 1949, Ubbiali c’era. Vi partecipò per 12 anni, fino al 1954 soltanto con moto da 125 cc e dal 1955 doppiando con le 250 cc. In quel periodo vinse per 9 volte il titolo mondiale, partecipando a 74 corse: 39 volte giunse 1° e altre 29 andò a podio, il che significa più del 91% delle volte. In pratica, se in gara c’era lui, il risultato era già scritto.
Poi Ubbiali si ritirò, ma essendo uno che ci capiva rimase nell’ambiente – non soltanto perché era concessionario delle moto MV Agusta. Un paio d’anni dopo il ritiro segnalò alla sua scuderia un ragazzino di Lovere, Giacomo Agostini, il quale poi partecipò al Motomondiale dal 1963 al 1977 vincendo 15 campionati e 123 corse singole (con un tasso di podi di 162 su 190 corse complessive, superiore all’85%) Eh, questi bergamaschi che in moto ci sanno andare…
Un bel ricordo di Carlo Ubbiali lo ha pubblicato Giovanni Cortinovis su la Gazzetta dello Sport cartacea del 3 giugno, ricordando la morte del campione avvenuta il giorno prima, a 90 anni d’età. Una notizia che non ha ottenuto le prime pagine dei mass media perché quando Ubbiali correva le televisioni erano meno pressanti, poi è passato più di mezzo secolo, molti tifosi che lo hanno visto dal vivo non ci sono più. Per dire, oggi fa molto più clamore uno come Valentino Rossi – che ha 25 anni di Motomondiale, anche lui 9 titoli mondiali grazie a 402 corse disputate di cui 115 vinte e 234 podi ovvero più del 58%… che ok, sono tanti, ma Ubbiali era molto più dominatore.