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Non c’è solo il lago di Endine per pescare carpe e tinche. Ne sono convinti alcuni  giovani pescatori bergamaschi che stanno portando avanti l’idea, con altri amici, di produrre un video divulgativo per incentivare la pesca amatoriale in altri contesti idrici della Bergamasca, sicuramente meno blasonati, ma comunque ricchi di pesce. Una pesca non solo finalizzata alla buona tavola, ma anche per il puro divertimento dove il pesce preso all’amo viene subito riportato nel suo ambiente naturale. Una sorta di pesca etica definita in inglese “catch release”, cattura e rilascia”. In teoria, in Bergamasca, di posti dove praticare questo antichissimo sport ne esistono un’infinità. Basta pensare ai fossati medievali della Bassa, ai tanti canali, alle pozze e certamente agli affluenti maggiori dell’Adda come il Brembo e il Serio. In pratica, però, in molti di questi luoghi la pesca non è permessa. Occorre quindi sensibilizzare la cittadinanza ad un approccio più “local” alla pesca. La prima tranche del video l’hanno girata intorno ai bastioni colognesi portando alla luce pesci dalle fattezze incredibili tanto che il sospetto di una bufala, imbattendosi nelle fotografie postate su Facebook, nasce spontaneo. Tranquilli.  Nel fossato di Cologno ci sono almeno una trentina di carpe che si muovono in ronde subacque della lunghezza anche di 60 centimetri l’una con un peso che può superare persino i dieci chilogrammi.


Si tratta ovviamente di eccezioni (chiamateli X-Fish se volete) che s’affollanno ad una molteplice fauna ittica che comprende alborelle, cavedani, pesci gatto, code rosse, vaironi, carpe e tinche. Si sfata così un luogo comune che considera le acque di fossato, come quelle attorno a Cologno al Serio, alla stregua di bacini morti e senza vita. Tutt’altro: qui i pesci non mancano anche se le attuali norme, è bene ricordarlo, proibiscono ogni attività di pesca. In caso di una nuova regolamentazione, meno rigida,  pescare potrebbe essere un piacevole diversivo per nonni e nipotini nei pomeriggi domenical”. Le carpe giganti non vengono dal nulla. Sono cresciute lì nel fossato di Cologno dopo essere state “svezzate” in acquari casalinghi. Fa tenerezza la maniera con la quale i giovani pescatori trattano questi super pesci. Una volta pescate le carpe, le adagia su speciali materassini per evitare lo choc dovuto al contatto diretto col suolo, disinfetta la ferita provocata dall’amo e dopo il selfie divulgativo le reimmette nel fossato non prima di averle opportunamente ossigenate.


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