Campo sintetico perfetto. Tribune gremite. Serata calda di inizio agosto. La finale: “Mirafiori” vs “Smart Business”. Mister Piero in panchina si è messo persino la camicia e ha deciso che se se si vince cerca di smettere col Jack Daniel’s. In tribuna si vede pure Soledad col figlio. A bordo campo Piero dà gli ultimi consigli: «Ok, ragazzi ci siamo. Sono due cose per questa partita. A metà campo non tenere troppo palla, datela via veloce, sono più esperti di voi. Daniele mi raccomando il tuo dirimpettaio: è una vecchia volpe della serie C. Non cercare l’uno contro uno, ma prima che ti arrivi la palla devi già sapere a chi darla. Mary tu oggi limita le uscite alte. Hanno un centravanti d’area alla Inzaghi».
Fischio d’inizio. Si parte. Possesso palla subito degli avversari che dimostrano di avere più tecnica e anche più esperienza. Il pressing alto del loro regista su Dani si fa sentire. Mary ci mette una pezza due volte sia in uscita a terra sul loro bomber lanciato a rete che su un destro da fuori della loro ala destra. Ma a metà tempo un filtrante preciso del loro regista viene rifinito dal loro bomber di tacco per l’ala sinistra. Sabry è in ritardo e il sinistro del loro 11 va nel sacco alla sinistra di Mary. Anche dopo il gol la musica non cambia. Dani è costretto a partire da dietro e consente ai marcatori di Paolo, Andrea e Sabrina di capire prima le intenzioni. Un triangolo dal limite trova Marco in ritardo ma il loro bomber centra il palo. Un minuto dopo Manuel si salva solo con un fallo dal limite da un gol sicuro. Ancora una percussione del loro mediano che supera Dani. Finta il passaggio sul bomber e tira direttamente. Ancora Mary si supera in calcio d’angolo. Poi sul finire di tempo Paolo si guadagna una punizione dal limite. Dani chiama lo schema. Finta la battuta in porta, ma passa lateralmente per il destro di Manuele che becca l’angolo giusto. È un pareggio insperato. I vecchi schemi del Mister Piero li tengono a galla. A fine tempo lo stesso Mister cerca di rivitilizzare la truppa: «Dai ragazzi, su un po’ più di brio. Lo so che sono più forti, ma provateci. Dani anche se rischi passala di prima; Andrea, Sabrina… cazzo… fatevi vedere».
Secondo tempo e il copione non cambia. Sabrina, poi, sembra molto sottotono. Manuele e Daniele sono spesso costretti al raddoppio per darle una mano e il fiato e le energie sono un rubinetto che perde. La palla è sempre in possesso degli altri. A un certo punto Dani viene superato ancora dal suo avversario diretto che chiede un triangolo alla punta. Infine, mette un filtrante preciso per l’inserimento sulla destra della loro ala che di prima intenzione fulmina Mary. Un’azione che è uno spot per il gioco del calcio: tre passaggi di prima e rete. Sugli spalti non resta che applaudire. La reazione comunque c’è. Andrea ci prova col dribbling, libera il destro ma il loro portiere c’è. Daniele riesce per una volta ad anticipare il suo uomo e serve un bel pallone a Paolo, ma questo è murato da uno stopper troppo super. Subito dopo Sabrina si fa saltare, ma il tiro dell’ala avversaria trova i guantoni di Mary che respinge, ma il loro bomber è più rapido di Marco e infila il tap-in rete. È il gol che non fa più parlare nessuno. La partita è sul finire, ma Daniele e Manu sono sulle gambe. Sabrina è assente e allo scadere c’è il tempo per un’azione che parte da sinistra a destra dove i nostri non toccano nemmeno il pallone e Mary è battuta di nuovo. Finisce 4-1. Al rientro negli spogliatoi Daniele e gli altri sono a testa bassa, ma Mister Piero li rincuora: «Fa nulla ragazzi. Avere fatto il massimo. Questi davano del tu al pallone, sono fuori portata».
Mary avvicina Sabrina: «Ehi, ma ti senti bene? Sembri pallida».
Lei risponde: «Ma si Mary ero solo in giornata “no”. Mi spiace per voi, molta è colpa mia».
Andrea interviene: «Dai Sabri, che dici ? Siamo stati tutti inferiori oggi».
Anche Daniele la sostiene: «Hai fatto un torneo eccezionale. Non hai nulla da recriminarti».
È sera al Bar Emme. Sabrina e Daniele sono appena fuori il locale nel parcheggio. Fra gli alberi e le panchine. Esordisce lui: «Che c’è di così urgente? Se è per la questione con Mary sinceramente non so che dirti. Si, hai ragione: bisogna pensarci… cioè non è corretto quello che abbiamo fatto».
Ma lei lo interrompe: «Dani!… cazzo… sono incinta».
Il viso di lui impallidisce. Quasi non apre più bocca. Si siede come colpito da un cruise. Lei continua: «Tranquillo, non sei tu. L’abbiamo fatto una volta e hai usato il preservativo e sei pure venuto fuori. Poi i tempi non coincidono. È di Dario».
Lui dopo il primo sbandamento prova a replicare: «Cazzo… Sabri… ma non usavate protezione? Lui lo sa? Cosa hai intenzione di fare?».
Lei replica: «Si lo sa e mi ha chiesto se lo voglio tenere e io non so che cazzo fare. Ma io voglio te e soltanto te. E lo vuoi pure tu se ti ricordi come abbiamo fatto l’amore».
Daniele rimane sbigottito. Ma trova la forza di replicare: «Sabrina tu hai sempre agito di impulso da quando ti conosco. Adesso però non te lo puoi più permettere. Devi fare delle valutazioni e devi farle con Dario».
Lei rimane lì in lacrime. Lui si gira e se ne va, in lacrime pure lui. Consapevole che forse ha sbagliato qualcosa anche lui. Lo ha capito quando ha fatto l’amore con lei. Ma era già troppo tardi.
Mister Piero è sulla terrazza con Soledad e suo figlio. La bottiglia di Jack Daniel’s in ghiaccio. Lei fa: «Sai una cosa? Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che fai per mio figlio».
Lui replica: «Tranquilla Sole. L’unica maniera di tuo figlio per salvarsi in questo paese che ha già imboccato la via della decadenza è di studiare. Io sono solo e l’università gliela pago volentieri. Poi lo sai tu non sei come le altre».
Lei lo bacia sulla fronte e continua: «Io di calcio non so un tubo, ma mio padre mi raccontava sempre di una squadra splendida che al mondiale da noi nel 70 arrivò seconda dietro solo al grande Brasile di Pelé. Insomma non so perché, ma io ho solo visto le ultime due partite ed ho avuto l’impressione che tu e i tuoi ragazzi incarnavate quello stesso splendore. Insomma non avete vinto il torneo perché gli altri erano di un altra categoria. Ma dai commenti che ho sentito credo che vi ricorderanno per un po’ nel circondario».
Piero si mette a sorridere e alza il bicchiere mentre pensa tra se: «Certo che arrivare a 70 anni suonati ed essere paragonato a Valcareggi da una Messicana arrivata qua per darsi al mestiere. Ma si dai, non siamo ancora spacciati. C’è ancora della brava gente in giro».