Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Vangelo di Giovanni, 14,1).
Spero che questo sia l’ultimo pensiero che vi invio per scritto e che dalla prossima domenica si possa riprendere la celebrazione della Messa con il popolo, sia pure a gruppi ridotti di fedeli. Il Vangelo di questa domenica sembra proprio una risposta alle tante domande, preoccupazioni, dubbi che affiorano nel cuore in questi giorni. Ma il Maestro sa arrivare dritto al punto: “Non sia turbato il vostro cuore”. Ci danno una grande pace queste parole di Gesù, però è importante ricordare subito che in nessun momento ci ha promesso una vita senza intoppi. Seguire Lui non ci mette al riparo da tutto, Egli non ci promette di liberarci dai problemi, ma ci promette che sempre sarà con noi: “Io sono con voi fino alla fine del mondo” (Matteo, 28,20). Questo è l’elemento fondante della pace e della serenità che ci deve accompagnare: sapere che Lui è con noi, sempre. Tra le lettere e i messaggi che ho ricevuto in questi giorni, uno mi ha particolarmente colpito e voglio condividerlo con voi. Non so se sia una storia vera o inventata, ad ogni modo è molto toccante. Un uomo di 73 anni venne dimesso dall’ospedale guarito dopo il Covid-19. Quando gli venne presentato il conto per avere utilizzato per un giorno il respiratore, scoppiò a piangere. “Non piangere per questo – gli dissero – un modo di sistemare le cose lo troveremo”. L’anziano signore soggiunse: “Non piango per il conto da pagare, sto piangendo perché per 73 anni ho respirato l’aria di Dio e non l’ho mai ringraziato. Vi rendete conto di quanto sono in debito con Dio?”.
Le parole di questo uomo fanno riflettere: quando si cambia il modo con cui guardiamo le cose, le cose cambiano. La gratitudine ci rende più forti, mentre lo stress ci indebolisce. Allora, cominciamo a tenere il conto di tutte le benedizioni che la vita ci dona. “Grazie” è la migliore preghiera che possiamo recitare. Quando saremo grati per le cose che la vita ci dà, allora la vita ci darà molto di più per cui essere grati. Schierati nella battaglia anticovid, stiamo combattendo per vincere un avversario farabutto e per fronteggiarlo ci affidiamo a mascherine, guanti, distanziamento sociale. In attesa del vaccino o di farmaci mirati. Se è indiscutibile che non saremo più quelli di prima, ci chiediamo “come” potremo essere: vittime sacrificali di una pandemia dagli effetti gravi sull’esistenza, uomini senza la saccente presunzione di invincibilità o finalmente consapevoli della comune fragilità? Certo saremo migliori nella misura che sapremo fare tesoro di questa terribile esperienza, deponendo le manie di supponenza e di autoidolatria, imparando ad apprezzare la bellezza del “volerci bene” e dello stare insieme. Realizzando che non siamo gli invincibili padroni della vita se un microscopico virus ci disarma e ci annienta. Con la forte speranza, sostenuta dalla preghiera, che il virus non torni tragicamente baldanzoso, vi ringrazio per avermi letto. Siate felici, assaporate le piccole cose della vita, in buona salute e riconoscenti.
Don Egidio Todeschini (Missione Cattolica Italiana di Schaan in Liechtenstein)