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In più di 30 di impegno nella missione in Costa d’Avorio aveva edificato chiese, un dispensario, case parrocchiali, scuole e centri di aggregazione; per questo don Elvio Nicoli veniva chiamato il missionario architetto. Don Elvio Nicoli è morto lunedì 12 aprile a 68 anni nell’ospedale di Abidjan in Costa d’Avorio. Era nato il 17 maggio 1952 a Bergamo, nella parrocchia di San Colombano in Valtesse. La famiglia, poi, si era trasferita a Gorle. Fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1952. A Torre Boldone ha lasciato un ricordo vivo: qui era stato direttore dell’oratorio (1976-81). Sempre a Torre Boldone aveva fondato il gruppo Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani). Sempre come direttore di oratorio era passato nel 1981 alla Ramera di Ponteranica.

Nel 1987 parte come missionario in Costa d’Avorio, nella diocesi di Abengourou, come prete Fidei donum, cioè a servizio di una Chiesa sorella. In 33 anni di presenza ininterrotta aveva ricoperto diversi incarichi: vicario parrocchiale di Agnibilekrou (1987-2002), parroco di Tankesse (2002-03) e Duffrebo (2003-07). Nel 2005 era diventato economo della diocesi, incarico che conservava tuttora, e contemporaneamente fu parroco di Notre Dame de la Paix (2008-11), direttore del centro diocesano Saint Kizito (2011-15) e nel 2015 parroco di N’Dakro. Negli ultimi anni era parroco di Assaoufoué.

In Costa d’Avorio don Elvio Nicoli aveva ospitato i vescovi Roberto Amadei e Francesco Beschi. Come gli altri confratelli, con coraggio e fede, era stato vicino alle popolazioni durante la guerra civile. Era solito ripetere: «Molti stranieri se ne sono andati. I missionari, anche nelle zone più pericolose, sono rimasti, perché il nostro compito è stare con la gente. Ora ci aspetta il difficile compito di costruire la pace, senza offendere la verità, perché troppe menzogne hanno avvelenato i rapporti sociali».

Ha dedicato oltre trent’anni del suo ministero presbiterale all’amata terra africana della Costa d’Avorio ha detto il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco BeschiCon grande disponibilità, saggia concretezza, spirito evangelico e animo missionario si è preso cura di tutte le persone affidate al suo servizio pastorale, coltivando in modo particolare le relazioni, la collaborazione pastorale, la formazione umana e cristiana, l’emancipazione sociale e lavorativa, la cultura ivoriana. Ha annunciato la parola di Dio, ha celebrato i sacramenti della salvezza, ha dato testimonianza di una carità fattiva e operosa. Ha vissuto fedelmente il suo sacerdozio spendendosi generosamente per
quello stesso popolo di Dio che ora lo affida, con serena fiducia, all’abbraccio del Padre
“.

Luogo e data dei funerali sono ancora da decidere.

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