Alle prossime elezioni voto il PD. Non perché sia semplicemente titolare di una tessera. Nemmeno per questioni di moralità (anche se dopo il 1992 credo debbano tutti tenersi cuciti gli abiti addosso). Ma per una semplice dato matematico.
Essendo un reddito medio basso (circa 24.000 euro l’anno, lordi) la logica dell’economia di mercato mi obbliga a stare con chi NON vuole semplificare la questione fiscale con aliquote basse e fisse (privilegiando autonomi e imprenditori). Al contrario, è mio interesse stare dal lato della progressività fiscale. Quindi votare PD. Questo per non vedere erodere i servizi come scuole e ospedali che per chi fa il mio mestiere è essenziale che restino pubblici.
Perché è chiaro che alla voce “tasse basse per tutti” fra le righe bisogna leggere un “tagli lineari e alla grande” che possono pure stare bene a chi è ben fornito di portafogli e si affida al privato se gli fa male il pancino; ma per chi vive con cifre mediocri deve augurarsi che il sistema di welfare regga. Quindi rimango fedele semplicemente alle linee guida della mia insegnante di italiano in II superiore al “Pesenti” la quale sosteneva: “Sei sei operaio sei obbligato a stare per l’imposta progressiva. È la matematica economica non è un’opinione“.
Altra questione è il debito pubblico. Chi ha poca memoria storica dovrebbe sapere che nel 2011 abbiamo rischiato il default perché il governo in carica non ha voluto ammettere l’esplosione del nostro debito pubblico e non ha voluto dire agli elettori che da tempo spendevamo molto di più di quello che incassavamo e la BCE ci stava tenendo a galla solo per paura dell’effetto domino.
Immaginate l’effetto di un default pubblico su in reddito da 24.000 euro. Scuola e ospedali diventano privati. Tassi di finanziamenti che schizzano alle stelle… Lascio giudicare a voi chi sono stati i buoni e i cattivi dell’ epoca…. In definitiva l’interesse economico personale è la leva che fa scattare la decisione elettorale. Tutto il resto è poesia per inguaribili idealisti nati dopo il ’92 e che credono che la politica sia materia per anime candide.
Da sempre è la questione economica personale che dà l’input per la matita elettorale. Qualcuno potrebbe obiettare a questo discorso perché non stia ancora più a sinistra del PD se la leva principale è fiscale e economica. La risposta è semplice; ce l’aveva già la Thatcher 40 anni fa: “Estrema destra ed estrema sinistra sono uguali perché tolgono libertà e iniziativa all’individuo in favore del controllo” … che è anche la strada per la condivisione della povertà di massa.