Biondi immobiliare

Visto Perledo, qualcuno potrebbe pensare alla perla cioè ad un luogo meraviglioso. Più prosaicamente potrebbe alludere alla pera, perché di frutta qui si coltivava. Il Castello di Vezio, che è sotto il paese, dà l’idea della funzione strategica e della storia passata, con Varenna, che sta a metà del Lago di Como davanti a Bellagio. Incrocio turisti che chiedono di raggiungere a piedi l’imbarcadero. Pensando a strade che correvano da chiesa a chiesa indico il campanile. Me lo conferma la signora del posto precisando che la famosa Via del viandante si trova invece ai piedi del castello come si vede dal sagrato.

Chi sapeva di Perledo era il prof Claudio Pedrazzini che, e lo dice con rammarico, “se n’è andato dalla sera alla mattina”, a sottolineare il fatto che una comunità si regge anche sulle persone che tengono viva la memoria.  Il professore aveva appena pubblicato un libro sulla Funicolare di Regolo, una delle frazioni. La funicolare fu realizzata per servire il Grand Hotel, stabilimento di acque termali, sfarzoso da fuori e da dentro, con splendide sale di pranzo e di ballo, arredi lussuosi, numerosa servitù per ospiti di riguardo. Si dice l’abbiano frequentato Toscanini e D’Annunzio, e che Ippolito Nievo vi abbia posto mano all’ultima versione delle “Confessioni di un Ottuagenario”. Non so se l’acqua fosse un toccasana ma lo scenario era magico.

Nacque sull’idea di un industriale di Milano fuoruscito dopo le Cinque Giornate. Il Grand Hotel si trasformò in Ospedale nel 1917 e tale è rimasto. La Funicolare cessò il servizio nel 1960. La rendeva peculiare il funzionamento ad acqua, un ingegnoso gioco di carico e scarico, soluzione che ha da insegnare oggi, economica ed ecologica. Sul sagrato della Chiesa si vede Menaggio e, sul ramo che va verso Como, il promontorio di Lenno dove dietro si nasconde l’Isola Comacina. “Proprio l’altro giorno, per San Giovanni, hanno fatto la sagra con i fuochi d’artificio. Le lascio immaginare lo spettacolo”. Arrivano due ragazze. Vengono dal Belgio. “E adesso?” “Da Lierna, un’ora di cammino”.  Si fanno la vacanza sul Lago, spostandosi in treno. “Cosa dite dei Campionati di calcio? Il Belgio in finale con l’Italia?” Ridono, non sanno niente.

La Chiesa è dedicata a San Martino vescovo di Tours dall’insolita cupola ottagonale cui corrispondono nell’interno sette cappelle e l’altare maggiore. Si dice voluta dalla Regina Teodolinda, la sua prima chiesa dove avrebbe trascorso gli ultimi giorni. Una solenne scalinata vi accede e fa da pendant con la terrazza verso il lago. E’ ricercata da chi vuole sposarsi.

La sede del Municipio è a due passi, per i suoi 800 abitanti che trovano occupazione nel turismo, nei servizi e in una certa industria come si deduca dal cartello “zona industriale”. “Il territorio di Perledo è ampio” mi racconta sempre la signora e intanto si gira verso il monte, “sale alla frazione di Bologna, quelle case che si sporgono. Il caseggiato grande con le finestre aperte ora è delle suore ma un tempo ci venivano in vacanza gli studenti del Collegio San Carlo di Milano. Le suore arrivano per l’estate, ormai anziane o bisognose di aria buona.” Perledo ha un vasto territorio; va oltre Esino fino al Sacrario di Aigueglio dove si scende nella Valsassina.

Venuto da Parlasco mi sono fermato. Ho parlato con un ciclista partito da Tremezzina. Aveva aggirato il lago a Colico e, arrivato a Bellano, era salito sull’altra sponda della Valsassina fino a Taceno. Voleva raggiungere la sorella a Valmadrera. Mi ha parlato dell’altra sponda, quella occidentale che non ho mai fatto. “Dalla Val Porlezza puoi scendere sul Lago di Lugano e ritornare sul nostro lago per la Val d’Intelvi, sempre restando in Italia”.

Passando per le strettoie del paese sento un cinguettio, crescente man mano mi avvicino, insistente. Violazione di domicilio? Si aggiunge poi la femmina. Saltavano da una finestra all’altra, pigolii più sporadici al e flebili quando mi allontano. Son posti che meritano rispetto, e la pace la vogliono anche gli animali.


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