Quando si parla di transizione energetica la situazione sembra chiara: diminuire fino a eliminare la produzione di energia da fonti inquinanti (come il petrolio, il carbone, il gas) per passare a centrali elettriche più pulite, che sfruttino il vento, il sole, l’acqua.
Negli ultimi 15 anni, in Italia, ci sono stati diverse aziende che hanno pensato di costruire centrali elettriche pulite, e hanno fatto richiesta a chi di dovere nei vari ministeri e negli uffici delle varie Regioni per poter costruire nuovi impianti.
In totale i loro progetti riguardavano una nuova potenza installata pari a circa 70˙200 MW (milioni di Watt) prodotta soprattutto con pale eoliche e pannelli solari. I permessi ricevuti sono stati per molto meno. Per i soli impianti eolici, a fronte di una richiesta di 15˙300 MW, i permessi sono stati per 1˙300. Meno di un decimo.
A scrivere di questo problema è stato, tra gli altri, Jacopo Giliberto, sul Sole24ore cartaceo dello scoro 22 agosto – basandosi su una ricerca dello StudioElemens (il cui sito web si trova al link: https://www.elemens.it).
La situazione rappresentata da Giliberto è desolante – a partire dal numero degli enti preposti a prendere decisioni e per i disaccordi tra di loro che bloccano tutto.
In principio c’è la potenza degli impianti. Quelli più piccoli, ovvero eolici fino a 30 MW e fotovoltaici fino a 10 MW, hanno un iter tutto interno alla burocrazia delle Regioni, per cui può capitare che un impianto che si può costruire in Lombardia sia impossibile in Basilicata, o viceversa.
Per quelli più grandi, a decidere è il ministero per la Transizione energetica, fatto salvo il parere del ministero per la Cultura. I quali ministeri però si sono trovati in disaccordo, con Draghi presidente del Consiglio, per l’87% delle volte.
Soltanto 1 volta su 10, in pratica, i ministri si sono trovati d’accordo.
Quando sono stati in disaccordo, ha dovuto discuterne il governo in seduta plenaria, il quale ha poi rilasciato i permessi per meno di 2˙000 MW di nuova potenza installata.
D’altronde i ministeri fanno il proprio mestiere. Quello della Transizione energetica ha un obiettivo chiaro: aumentare la produzione di energia elettrica nazionale. E come si può fare, senza la costruzione di nuovi impianti?
Il ministero della Cultura, dal canto suo, ha un obiettivo altrettanti chiaro: preservare e valorizzare la storia, l’ambiente, le tradizioni, le bellezze del territorio italiano. E come si può fare senza impedire di consumare il territorio medesimo costruendoci sopra, e semmai abbattendo qualche orrore architettonico costruito magari abusivamente?
La politica è un mestiere tutt’altro che semplice.