Dopo il passaggio del turno i ragazzi della Mirafiori ci davano dentro con gli allenamenti.
Sabrina era sempre più cotta di Daniele, ma questi aveva in mente tutto tranne le ragazze. Il Mister Piero non era uno da far riposare i ragazzi sugli allori: «Dai, su, ora facciamo attacco contro difesa».
E mentre in campo i ragazzi ci danno dentro, al di fuori, nella zona bar e tribune, troviamo Simona, sorella maggiore di Sabrina che l’accompagna in auto tutte le volte. C’è da sapere che muore dietro al “nùmero dies” Andrea. Del resto sono in tante nella zona che sbavano dietro al giovane broker che si presenta al campo con un’auto per il quale ci vogliono dieci anni di salario medio per averla. Finito l’allenamento Simona si avvicina dagli spalti e saluta Andrea mettendo davanti tutto il suo portamento alto un metro e ottanta: «Ehi, ciao fenomeno, allora alla prossima una punizione la metti?».
Lui replica: «Se è per far piacere al pubblico femminile come te sarà fatto».
Arriva Sabrina e distoglie lo sguardo dalla sorella. Uno sguardo che sa di mille parole, disgusto, disprezzo. Simona usa la sorella minore per provare a sistemarsi economicamente l’esistenza provandoci col “golden boy”. Intanto, Daniele e Manu si scambiano commenti sugli schemi del calcio d’angolo. Sabrina irrompe tra i due: «Dani, dai ti offro una birra al Bar Emme se ti va… tanto mia sorella qua ne avrà per parecchio». Il mediano alza lo sguardo quasi stupito, ma rammentando le parole di Marco la sera prima risponde: «Ok Sabri, arrivo».
Sopraggiunge Mary e dà una pacca sulla spalla a Dani e gli sussurra nell’orecchio: «Era ora che ti svegliavi, non fare sempre il coglione che ti metti a parlare solo di bici o pallone o fantacalcio».
Al Bar Emme l’atmosfera era da gazzarra medievale del venerdì sera, ma per fortuna al bancone c’era Chicca. Trent’anni, sposata con due pargoli e l’esperienza giusta per capire che un tavolino per due nella zona tv bisognava assolutamente procurarlo. Anche perché se Daniele non “realizzava” stasera non so cosa avrebbe dovuto inventarsi la povera Sabri per portarselo a letto. Lui ordina una media mista, lei una Coca-Cola. «Che fai sabato?» – chiede lei.
«Non so, vedo con Manu, Andrea» – replica lui.
«Ti va di uscire insieme?».
Eccolo il Krug terra-aria. Boom. Dani resta impallinato, di sasso, sbigottito. «Non so Sabri – le risponde – Cioè, sei una splendida ragazza, però credo un po’ piccolina. Poi ora io ho in mente solo il torneo, e poco altro».
Lei per un po’ rimane con lo sguardo perso nel vuoto, poi all’improvviso ribatte: «Capito! Dai non ti piaccio… dimmelo chiaro che non c’è problema, non sono mica una bambina». Allora lui cerca di rimediare: «Ma va. Che dici. Sei splendida, hai un viso da fotomodella, lineamenti perfetti, sei quel che si dice una bella figa usando il termini di Paolo o Andrea però secondo me tu dovresti pensare a studiare e trovare la tua strada, sei ancora un po’ piccolina per me».
Allora lei si alza e sbotta: «Ok dai! Messaggio ricevuto. Tranquillo, oggi offro io».
E rivolgendosi a Chicca le chiede: «Quanto ti devo che scappo?… va».
Daniele rimane come un incenerito di Pompei, quasi non avesse nemmeno capito quello che stava succedendo. Chicca dal bancone del bar lo guarda mentre passa e gli dice: «Dani, sei un coglione con la “C” maiuscola. Roba da prendere l’estintore e sbattertelo in testa. Ti muore dietro dalle medie. Già ha una madre completamente assente, il padre pensa solo al lavoro, tu sei il suo punto di riferimento. Sai come andrà a finire?…».
Daniele la interrompe e replica: «Si, Chicca… sei la seconda persona in una settimana che me lo dice: arriverà uno stronzo che non si farà le mie seghe mentali e via tanti saluti».
Il giorno dopo in allenamento la tensione si tagliava a fette. In spogliatoio girava voce che Andrea e Simona si stavano frequentando e a Sabri non andava giù. Tra un contrasto e l’altro volarono pure delle parole grosse tanto che il mister Piero fu costretto a richiamare più volte la truppa. «Vediamo di capirci ragazzi: volete andare in campo seriamente oppure dare la vittoria a tavolino ai vostri avversari? Avete dei problemi? Ebbene, sono cazzi vostri. Teneteli fuori dal campo se non volete altri problemi. Volete parlarne? Il vecchio Piero è a disposizione per un Jack Daniel’s e un’aranciata al Bar Emme. E non pensate che sia solo un vecchio ubriacone teledipendente. Ho settant’anni passati e quello che io sono voi lo sarete».
Frase sibillina da oracolo della Valle Brembana che di certo ha prodotto i suoi effetti. Irrompe Mary: «Dai ragazzi su. Fuori ci vuole grinta e mente sgombra. Dai Dani, sei il capitano e oggi stai aspettando la palla nei piedi. E tu Andrea passala ‘sta cazzo di palla ogni tanto».
Finito l’allenamento Marco fa: «Raga, ricordatevi che sabato sera per il mio compleanno ho prenotato tavolo e bottiglia all’Evo».
Paolo e Andrea rispondono: «Noi siamo in prima linea».
Anche Daniele annuisce e Sabri a ruota. Manuele non è tanto di serate mondane, ma garantisce la presenza. Mary declina: «Grazie, ma a me la disco proprio non va giù». Interviene Andrea: «Mary non fare la secchiona come al solito, scommetto che se ti metti qualcosa di carino sai far saltare il banco».
Mary asseconda la provocazione dando ad Andrea una pacca sulla spalla e strizzando l’occhio: «Certo, glorioso numero dieci, vengo. Fammi sapere il colore dell’intimo che preferisci così io sceglierò il colore opposto pur di farti un dispetto. Poi mi ubriaco e la do al primo che incontro pur di non darti soddisfazione».
Ecco fatto: il carico è stato messo. La serata si preannunciava densa di emozioni e sorprese. E la prossima partita era alle porte.