Gazzaniga, 1901: era un paese operaio, dove le filandére e le industrie tessili reggevano il mercato, dove ogni figlio ed ogni membro delle famiglie era chiamato a lavorare in fabbrica per garantire i beni primari alla propria casa. Vita difficile dunque, dedita sempre al sacrificio: sicuramente la famiglia Maffeis rispondeva perfettamente a questa descrizione. Tanti infatti erano i figli di Santo e Maria, tra cui anche il piccolo nato Daniele, destinato a cambiare la sorte della sua famiglia e ‘battezzandola’ alla musica.
Sono passati molti anni dalla dipartita del maestro (1966), ma ancora è vivo il ricordo nelle persone che hanno avuto in passato il piacere di conoscerlo, in primis attraverso l’approfondita attenzione della famiglia. Il nipote Adriano – fondatore dell’Associazione intitolata al ‘caro zio’ negli anni ’90 – insieme alla figlia Rossana, continua a mantenere vivo il ricordo familiare attraverso l’organizzazione di importanti concerti, eventi culturali e pubblicazioni in sinergia a tante realtà del territorio, anche milanese, mantenendo un forte legame con giovani musicisti che propongono le pagine di Daniele Maffeis.
Ma dunque, chi era Daniele Maffeis?
Nato il primo agosto 1901, nell’antica Contrada Bonomari di Gazzaniga (oggi via Dante Alighieri), il giovane Daniele Maffeis crebbe in un ambiente sereno, dedito al lavoro e alla preghiera. Fu proprio il legame con la dimensione sacro-liturgica, affidata all’organo del maestro Bettinelli, che lo fece avvicinare alla musica, testimoniato anche attraverso i ricordi della vecchiaia: «Quando l’organo suonava lo si ascoltava con attenzione; ognuno ne assaporava le giuste e gustose armonie di quel discorso fluido […] ricevevo una sensazione di pace, quei suoni mi nutrivano, mi facevano rispondere alle preghiere quasi con commozione […]» (da ‘Daniele Maffeis – Divagazioni Musicali’, a cura di William Limonta, Lubrina Bramani, 2023, pp. 86 – 87).
I primi fondamenti dell’arte dei suoni gli furono impartiti da un organista e compositore di Fiorano al Serio (comune adiacente a Gazzaniga), Pietro Zaninari il quale, avendo appurato il non comune talento del suo pupillo, lo indirizzò verso la prosecuzione degli studi presso l’Istituto Musicale ‘Donizetti’. Arrivato in città, fu affidato alla guida di due importanti personalità: Alessandro Marinelli, pianista, organista, compositore e critico – una delle figure più importanti della musica bergamasca tra Otto e Novecento – e Agostino Donini (compositore, all’epoca maestro di cappella nella Basilica di Santa Maria Maggiore). In particolare, l’incontro con questa seconda personalità lo influenzerà particolarmente per la sua sensibilità nel repertorio sacro, seguendo il solco del cosiddetto ‘cecilianesimo’, ovvero quella riforma della musica sacra volta a ripristinare una diretta connessione tra la stessa e la liturgia (‘abolendo’ le influenze del melodramma che, nel corso dell’Ottocento, si erano ampiamente diffuse).
L’ambiente austero, solenne e placido della Basilica rimarrà un ricordo vivido: «Nella Basilica […] regna sempre quel silenzio notturno, pieno di austerità religiosa e di sacro mistero. […] il pianto muto degli angioletti su un’artistica tomba continuava a bagnare di fulgide perle i pezzi del flauto spezzato rimasto a terra. Pianto d’amore, di rassegnazione, di conforto e di preghiera.» (da ‘Daniele Maffeis – Divagazioni Musicali’, op. cit. , p.75).
Dalla città orobica, gli studi proseguirono in quel di Milano, dove concluse prima il percorso di organo e poi, nel 1927, quello di Composizione.
Fin dall’inizio, le sue attività furono molteplici: ancora durante gli anni di studio, infatti, fu spesso chiamato a collaudare diversi strumenti nelle parrocchie tra Milano, Bergamo e Varese, oltre che ad insegnare in diversi istituti (dagli anni ’30, ad esempio, fu insegnante all’Istituto Musicale di Varese e al Seminario Vescovile di Venegono, sull’inizio degli anni ’40 ricoprì invece la cattedra di organo presso l’Istituto d’arte ‘Beato Angelico’ di Milano).
È difficile mappare tutti gli spostamenti che l’organista – compositore di Gazzaniga affrontò durante la sua vita, ma sicuramente un altro importante luogo nel quale Maffeis si prodigò sia come insegnante, ma anche e soprattutto come maestro di cappella ed organista fu Abbiategrasso, presso la Basilica di Santa Maria Nuova. Presso il grande centro milanese, Maffeis giunse nel 1937, su proposta di Don Ambrogio Palestra (precedentemente prevosto presso la meneghina chiesa di San Satiro, dove il Nostro fu organista): la stima reciproca tra il sacerdote e il musicista fu una ricetta perfetta per favorire la nascita di un’intensa collaborazione, a partire dalla gestione delle attività presso l’Oratorio di San Luigi. Dal 1945 per circa un decennio, numerose furono infatti le Operette composte da Maffeis su libretto di Don Ambrogio, destinate al pubblico dei ragazzi e da loro curate nelle esecuzioni.
Sia qui doveroso un piccolo chiarimento: per Operette in questo caso non s’intende il genere ‘leggero’, consolidatosi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento (con i nomi di Offenbach, Lehar a farla da padroni), ma composizioni intese come ‘melodrammi per fanciulli’ (la dimensione e il pubblico erano dunque la discriminante, rispetto alle grandi opere liriche) a scopo didattico diffuse all’inizio del XX secolo nei teatri d’oratorio.
Le Operette di Maffeis ebbero un grande successo per tutta la sua permanenza ad Abbiategrasso e anche oltre: infatti, anche a Gazzaniga le sue ‘favole in musica’ godevano di grande popolarità.
Oltre ai molteplici impegni che lo oberavano tutte le settimane, fu molto importante per il compositore di Gazzaniga mantenere vivo il legame con figure di grande spessore: un esempio è la poetessa e insegnante di Alzano Lombardo Tullia Franzi – ‘Tullia d’Alzano’, rinominata dal Comandante Gabriele d’Annunzio durante l’impresa di Fiume, a cui partecipò volontaria come legionaria in compagnia di molti bergamaschi tra cui l’aviatore Antonio Locatelli. La collaborazione tra le due figure fu profonda e ricca di stimoli: della Franzi, infatti, Maffeis musicò tre sue liriche dalla raccolta ‘Ritorni’ (Advesperascit, Lucciole e L’allodola morta), punti di massima bellezza nella produzione del compositore gazzanighese.
Ecco qualche parola, da parte di Maffeis, in merito alla composizione Advesperascit e al significato profondo del testo della poetessa: «L’ora del vespero. L’ora dei dolci ricordi, piena di nostalgie, l’ora che molce il cuore. […] l’ora che ci fa più buoni, ci unisce di più al Creatore, l’ora in cui penso che la Sua Madre Santa implorerà per tutti noi miseri peccatori.» (da ‘Daniele Maffeis – Divagazioni Musicali’, op. cit. , p.95).
Dagli anni 50’ Daniele Maffeis assunse il ruolo di insegnante di Organo e Canto gregoriano presso l’Istituto Donizetti della sua città: un degno coronamento per il grande lavoro, frutto dei suoi anni. Mai smise di comporre, scrivendo per organici tra loro diversissimi (pianoforte, organo, orchestra, musica da camera, musica corale, opere liriche etc.), attraverso uno stile sempre diverso ma mai banale.
Colpito da una dura e grave malattia, morì nel suo paese natale il 10 febbraio 1966, confortato da tanti famigliari e da illustri personalità del mondo religioso ed artistico.
Ecco le sue ultime parole, quasi una sorta di testamento spirituale affidato ai posteri: “Non mi dispiace di morire…mi rincresce perché ho ancora tanta musica dentro”.
Daniele Maffeis era per tutti lo ‘zio Daniele’, dall’animo buono e sincero, affabile ed onesto, sempre dedito allo scherzo e al gioco. Ciò traspare anche attraverso la semplicità della sua musica: lo scherzo e l’ironia attraversa le pagine pianistiche della Sonata in Do maggiore ’T.G’, dedicata alla nipotina Rossana (ora vicepresidente dell’Associazione Maffeis), oppure il forte e dirompente humor nelle pagine corali profane, scritte con grande perizia e sapienza d’arte appresa attraverso lo studio dei classici e dei contemporanei. Il repertorio di Daniele Maffeis è un patrimonio molto interessante da esplorare, in ogni sua forma. L’Opera Omnia, la cui pubblicazione si è conclusa nel 2012, raccoglie tutte le composizioni del maestro, dagli anni di apprendistato fino alle ultime pagine scritte poco tempo prima della sua dipartita.
Una figura a tutto tondo, uomo e artista, capace di affascinare e stupire. Per maggiori informazioni: www.danielemaffeis.it