L’ex sindaco di Valbrembo Gianleo Bertrand Beltramelli è decisamente preoccupato per quello che sta succedendo sul territorio di Valbrembo in relazione ai lavori alla Tangenziale Sud (Villa d’Almè-Dalmine) nel tratto da Treviolo a Paladina. Non risparmia gli aggettivi: “Demenziale, folle, privo di buon senso”.
Premette che le sue riflessioni non sono dettate da “future ambizioni politico-amministrative” (adesso è consigliere comunale di minoranza per Ideali in Comune) bensì dall’interesse espresso nei passati 50 anni per queste tematiche locali. La sua “ira funesta” è indirizzata in primo luogo al grande spreco di risorse pubbliche e poi alla due rotatorie (una attiva e l’altra no perchè in attesa della strada in trincea) sorte al confine con Paladina.
1) Cosa succede?
La conformazione progettata delle due rotatorie contribuirà sensibilmente al peggioramento dell’attuale flusso di traffico proveniente da nord. Una situazione che perdurerà finché non si concretizzerà il terzo e ultimo tratto della Tangenziale Sud, da Paladina a Sedrina, con tempi di realizzo non certo prossimi. Poi, c’è la superficialità con cui si sono affrontati gli effetti della Tangenziale Sud sulle matrici ambientali, in particolar modo per quanto riguarda le acque sotterranee e superficiali della piana di Valbrembo, area particolarmente fragile sotto l’aspetto idrogeologico. Liquidare il tutto con studi e analisi delle pressioni delle masse fluide di 10 anni fa, in considerazione dell’attuale peggioramento delle situazioni meteorologiche, è stato quantomeno un atto sbrigativo. In ultimo, non è stata sufficientemente analizzata la possibilità, non tanto remota vista la tipologia di traffico pesante che l’attraversa (per esempio i tir dalla San Pellegrino Spa ma non solo), di una grave concentrazione di mezzi lungo il budello della nuova tangenziale infossato 11 metri dal piano campagna e per una lunghezza di quasi 1,5 km con solo due carreggiate di percorrenza. Anche tralasciando un’ipotesi di allagamento, un incidente in quel punto potrebbe compromettere, in attesa dei soccorsi e del ripristino della viabilità, il collegamento tra la Valle Brembana ed il sud della provincia e viceversa.
2) Si poteva fare diversamente se consideriamo il ruolo minoritario dei Comuni interessati nel definire l’opera nonostante ai sindaci di Valbrembo sia da riconoscere un impegno sostanziale nel non lasciare nulla di intentato?
Si poteva fare molto di più durante le Conferenze di Servizio, se l’attuale sindaco sindaco Claudio Ferrini avesse avuto la sensibilità di comprendere le problematiche sopra citate, e l’autorevolezza di imporsi. Personalmente non credo al ruolo minoritario dei Comuni, se il sindaco ha una sua autorevolezza. Certamente con il sindaco Elvio Bonalumi le cose sarebbero andate diversamente. Un progetto così cantierizzato difficilmente sarebbe passato pure con il parere favorevole del sottoscritto.
3) Lei stesso, in rappresentanza del suo gruppo consigliare “Ideali in Comune”, ha scritto più volte in Provincia. Ha trovato pronta risposta?
Purtroppo sinora una sola risposta, più volte sollecitata. Una risposta alquanto pilatesca come a suo tempo un’altra amministrazione provinciale rispose all’ex sindaco Elvio Bonalumi. In sintesi, da Via Tasso mi hanno ribadito che il sindaco Ferrini, nell’ultima Conferenza di Servizio prima dell’appalto, ha espresso parere favorevole sul progetto definitivo ora cantierizzato.
4) Da sindaco plurimandatario conosce a fondo le problematiche legate alla Villa d’Almà-Dalmine (ex strada statale 470dir). Che si sia atteso troppo prima di intervenire è fuori di dubbio. Se adesso si stia agendo con la prospettiva del miglior beneficio possibile il dibattito resta aperto anche a fronte di una maggiore maturità collettiva in merito al consumo di suolo, all’impatto ambientale e alla salute pubblica. Cosa ne pensa?
Con gli attuali organi Istituzionali (Comune e Provincia) il dibattito è precluso in partenza. Ogni preoccupazione espressa, raccolta tra l’altro da parte della cittadinanza, viene presa come una critica professionale ai progettisti, come un attacco di lesa maestà all’istituzione comunale e provinciale. Ma questo è stato un progetto calato dall’alto sulla comunità di Valbrembo, senza alcuna assemblea preparatoria di informazione alla gente. Un progetto approvato da un Sindaco, dopo una veloce riunione con la Commissione urbanistica e una semplice comunicazione al Consiglio comunale, non per un dibattito, ma come presa d’atto. Un modo a parer mio inconcepibile nel curare l’interesse pubblico di una comunità amministrata.
5) Da Paladina, poi, dovrebbe partire l’ultimo tratto (costoso) che taglierebbe il Parco dei Colli. Altro errore?
Una mera follia progettuale raggiungere Sedrina in galleria e trincea secondo il tracciato proposto, solo con due corsie e investendo la somma ipotizzata (per ora) di 400 milioni di euro partendo dai 90 milioni ipotizzati nel 2007. Questo la dice lunga sulla superficialità con cui vengono svolti progetti preliminari. Per il resto non vedo come questa Amministrazione Provinciale possa avviare un’opera di cui non si intravvede il termine, vista l’esperienza delle amministrazioni passate sul tratta attualmente in esecuzione.
6) Per i cittadini di Valbrembo una strada efficiente è altresì necessaria se consideriamo la carenza di un servizio di trasporto pubblico adeguato. Altri paesi confinanti da questo punto di vista sono messi molto meglio. Anche la prospettiva della tranvia veloce da Bergamo a Villa d’Almè non procurerebbe ai cittadini del paese un vantaggio evidente. E’ d’accordo?
La tranvia progettata fino a Villa d’Almè in effetti non porterà alcun beneficio ai concittadini del Comune di Valbrembo, ma solo ai cittadini residenti sul versante est dei colli di Bergamo (Villa d’Alme, Sorisole, Ponteranica). Il proseguo verso la Valle Brembana della tranvia la ritengo invece non sufficientemente sostenibile, a meno che non mi si dimostri il contrario con un seria analisi dei dati di flusso del traffico diverso da quello commerciale, manifatturiero e artigianale. Questi non usano la tranvia per spostarsi.
7) Tra trincee e gallerie tanto territorio è stato sacrificato. Verrebbe da dire che non ci resta che la Piana delle Capre, area che l’ha vista protagonista in passato nelle lotte amministrative con l’ex sindaco Elvio Bonalumi. Ha mutato visione sull’argomento?
Non ho mai condiviso le pur rispettabili scelte urbanistiche dell’ex Sindaco Elvio Bonalumi espresse con la variante di PRG del 2002. Ed è per questa non condivisione che entrai in campo nel 2004, ripristinando le più sostenibili previsioni urbanistiche del lontano 1970 del Sindaco Rino Zambelli. Oggi Valbrembo ha raggiunto il suo equilibrio urbanistico sulla base di quel lontano progetto che prevedeva la concentrazione di tutti i servizi pubblici nel cuore del paese, nell’area denominata Polo Civico. E’ rimasto fuori il Palazzo Comunale in attesa di una eventuale delocalizzazione della Necta. La bella e moderna palazzina uffici della Necta potrebbe divenire il futuro Palazzo comunale di Valbrembo, secondo la mia personale visione del futuro Comune di Valbreno.
9) Sulla fusione con Paladina cosa pensa?
Ineluttabile nel tempo. Per questo ne ho prevista la sede futura. Sono vicepresidente dell’Associazione Valbreno, cui ho dato il mio contributo convinto alla nascita. Un processo che se avesse già raggiunto il suo compimento con la fusione, renderebbe oggi più facile affrontare le complesse problematiche sociali emerse a seguito della pandemia.
10) Considerata la sua esperienza da sindaco e uno stile manageriale nel concepire il funzionamento della macchina pubblica, in merito all’emergenza coronavirus l’amministrazione attuale ha risposto bene? Si poteva fare qualcosa di più?
Non posso che esprimere il più vivo apprezzamento per l’ecomiabile impegno profuso dal vice sindaco Attilio Castelli e dalla Protezione Civile locale. Segno che, pur nella disgrazia, qualcosa si mosso nel primo anno di questa Amministrazione in letargo.Qualcosa di più, pur con il suo “stile manageriale” il sottoscritto non avrebbe potuto fare.