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La grafia di Diego Armando Maradona mette in evidenza una natura estroversa, compartecipativa e schietta, nonché entusiasta della vita. In questo senso la scrittura evidenza dei segni semplici che corrispondono ad un animo gentile e premuroso. A Maradona non è mai bastato segnare gol ed essere considerato un campione. Egli ha sempre tentato di vivere in sintonia con i suoi compagni creando delle vere amicizie.

La scrittura tonda e semplificata, contrapposta a una firma angolosa e sottolineata sono la vera espressione del suo conflitto di base: da un lato la bontà disponibile e dall’altro un’ambizione immensa (vedi “mano de Dios”). Come un bambino ha sempre giocato assumendo connotazioni di genialità del tutto personali che lo hanno reso inimitabile e immortale. Ma come un bambino egli è stato anche vittima degli scaltri che, approfittando della sua bontà, lo hanno avviato verso il baratro della droga.

Maradona però, consapevole di quanto stesse scivolando, ha sempre cercato una via d’uscita. La firma, infatti, mette in evidenza il bisogno di un padre o di una guida che gli desse forza per superare le tristi vicende della sua esistenza. Non a caso ha trovato in Fidel Castro una figura che lo poteva proteggere e rassicurare. Ha colto nel segno Vittorio Sgarbi quando lo ha associato a Caravaggio: due geni che hanno sperimentato la gloria e sono poi caduti “nella polvere”. Entrambi hanno comunque ottenuto la loro immortalità.

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