La vita in alpeggio è dura. Non è un segreto. Ma forse non più adatta alla maggior parte dei giovani di oggi “un po’ troppo coccolati” dalle famiglie e refrattari a esperienze “selvagge“. Forse è anche per questo che il format delle settimane in alpeggio a Ornica, organizzato dall’Agriturismo Ferdy di Lenna ha avuto bisogno di qualche indicazione aggiuntiva a chi si era iscritto.
Infatti, in una lettera indirizzata alle famiglie, si cerca di spiegare per bene che la vita in alpeggio non è una passeggiata per chi vive a bassa quota. Magari qualche genitore si era fatto un’idea sbagliata del programma: gestione pascolo, mungitura a mano, caseificazione luxury cheese, raccolta erbe spontanee e radici, estrazione oli essenziali, pulizia bosco e raccolta legna per il fuoco, fienagione, cucinare, cura delle vacche di notte e dormire sotto le stelle.
“La settimana in alpe – si legge in una lettera – è concentrata sulla vita d’alpe estrema dove i ragazzi partecipano alla vita della mandria ad alta quota contribuendo a svolgere le mansioni da mandriani con Ferdy. L’esperienza è importante ma al contempo impegnativa ed estrema per chi è abituato a svolgere una vita “cittadina”. Ci teniamo a chiarire nel dettaglio quelle che sono le condizioni di questo periodo affinché chi non avesse inteso quello che sia lo spirito di alpeggio, possa prepararsi al meglio sia in termini di attrezzatura sia a livello mentale e per chi non avesse inteso queste condizioni, anche per demerito nostro di specifica, possa ancora cambiare idea sull’esperienza e riguardo a ciò, sarà rimborsato della caparra senza nessun problema“.
La lettera continua nel dettagliare il calendario dell’esperienza: “La prima notte sarà in baita a 1500 metri. La struttura principale è fornita di ogni servizio, con centrale idroelettrica, bagni e ogni confort. I giorni seguenti ci si sposterà verso 1800 metri dove c’è il campo base di Ferdy. Qui sono posizionate delle tende professionali dove si passerà la notte. A metà tra la Casera (prima fermata) e il campo base c’è un’altra struttura di apposto, fornita di bagni e acqua calda e corrente da pannelli solari. Ogni giorno la sveglia sarà alle 5:30 per la mungitura, sembra banale la specifica ma è importante esserne al corrente. Durante le giornate i ragazzi affronteranno almeno 1/2 ore di cammino per spostarsi da un accampamento ad un altro, gestire la mandria o quant’altro“.
“Nella prima struttura – continua la lettera – c’è a disposizione una cucina con ogni confort mentre nell’accampamento si cucinerà da campeggio sul fuoco, con le provviste che ogni giorno i nostri collaboratori portano a Ferdy. E’ importante con vestiti pesanti perché siamo a quasi 2.000 metri. La giornata dei ragazzi e di Ferdy è incentrata sul “lavoro” dall’alpeggio. E’ una settimana “estrema” per i tempi moderni ma come già fatto, gestita da un professionista che da 30 anni si occupa di questo con un credibilità nazionale nel proprio ambito“.
Infine l’appello a rinunciare se si è troppo “pappamolla”: “Chiunque si sia iscritto e non se la senta di affrontare una settimana di sacrificio che a livello esperienziale sarà incredibile, non si senta in difficoltà a disdire la prenotazione poiché preferiamo che i ragazzi che partecipino siano contenti e consapevoli di dove stanno andando. In caso di disdetta la caparra versata sarà restituita“.