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Non si può dire che Elena De Simone, mezzosoprano talentuosa, ami i percorsi spianati e popolari della lirica, per così dire,  “facile“. Gia negli ultimi anni ci ha abituati ad apprezzarla, oltre ai concerti e alle opere live, pure con pregevoli incisioni discografiche tutte incentrate su repertori e autori “sepolti” nel dimenticatoio della storia (commerciale e del business delle major). Citiamo i suoi due ultimi cd che ci hanno letteralmente rivelato una compositrice milanese del settecento: Maria Teresa Agnesi. Il primo rivolto alle “Arie con istromenti” ( 1749), il secondo “Arie dall’opera Sofonisba“.

Esce ora, sempre per la benemerita e seria etichetta Tactus questa interessantissima incisione  stavolta focalizzata su un autore di prima grandezza che ha segnato una svolta nel melodramma europeo: Christoph Willibald Gluck, sempre nel secolo dei lumi.

Sta di fatto che anche queste Arie d’opera di Gluck sono quanto di più impervio e difficile si possa pensare per una vocalità lirica. D’altro canto, già all’epoca, ci si rendeva conto che diventare un bravo cantante d’opera non era strada per tutti praticabile. Dunque anche nche in questo contesto gluckiano la solista di Venezia esprime il meglio delle sue doti vocali, espressive ed interpretative. Restituendoci come perle, anche se non sempre preziose ma pur sempre perle, pagine di opere oggi non più rappresentate anche perché spesso andate perdute nella loro interezza (e ciò costituisce merito artistico oltre che valore raggiunto a De Simone), ma che hanno dato al teatro d’opera una spinta evolutiva non marginale. Opere come Ippolito, Sofonisba, Tigrane, Poro.

Come sempre il mezzosoprano si fa accompagnare dall’eccellente ensemble strumentale Il Mosaico. CD da consigliare.

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