Biondi immobiliare

Il sipario della campagna elettorale ad Almè è ancora formalmente chiuso anche se nelle bacheche dei social media cominciano a palesarsi i temi caldi sui quali la politica locale affinerà le strategie e gli attacchi delle prossime settimane.

elezioni Almè

Uno degli argomenti che sta acquistando sempre maggiore rilevanza è quello del commercio. Il candidato sindaco Massimo Bandera (lista civica “Vivere Almè”) ha postato sul suo profilo Facebook alcune immagini che raffigurano angoli di paese caratterizzati da negozi chiusi accompagnati da un’eloquente cartellonista con le scritte “affittasi” e “vendesi”.Nel centro di Almè stanno chiudendo tanti negozi – scrive Bandera – con la conseguenza che il paese si sta svuotando di servizi, di lavoro, di presidio e di vita. Ci vuole un progetto che sappia rilanciare il commercio di vicinato promuovendolo e sostenendolo con azioni concrete.

In effetti, ad una prima occhiata, negozi storici come il fornaio davanti al vecchio municipio, la merceria all’angolo di via Marconi oppure lo stampatore in via Brughiera suggeriscono l’impressione di un abbassarsi definitivo delle saracinesche. “C’è troppa burocrazia, troppe tasse, e basta girare per il paese per rendersi conto di una sorta di desertificazione commerciale che investe il centro, ma anche via Campofiori e via Papa Giovanni XXIII. Tutti segnali che non vanno presi alla leggera e sui quali occorre intervenire con decisione. La presenza dei negozi di vicinato va sostenuta (anche in una prospettiva di maggiore sicurezza) riducendo, per esempio, la pressione fiscale partendo dalla tassa sui rifiuti”. I più maliziosi fanno anche intendere che l’unico bed&breakfast, gestito dalla famiglia dell’ex sindaco Bruno Tassetti (che si ripresenta alle elezioni a fianco dell’attuale sindaco Luciano Cornago e sfidando Bandera), abbia chiuso tre anni fa poiché non reggeva alla crisi.Niente di più fantasioso – replica Tassetti – L’esercizio andava benissimo. Collegato con gli arrivi di Orio al Serio garantiva un buon turn-over di clienti. Ho chiuso per fare posto al figlio che si sposava. Adesso che si è trasferito altrove l’idea di riaprire, forte della lusinghiera esperienza, comincia a riaffacciarsi”.

Comunque sensazioni e statistiche sembrano raccontare due realtà differenti che mal collimano tra loro. Prendiamo, per esempio, i bar. Se ne contano almeno ventotto in un territorio che non arriva a due chilometri quadrati di estensione. Un numero da record se rapportato ai paesi vicini ben più estesi. Chi trova puramente strumentali le “depressive” fotografie di Bandera è il consigliere Maurizio Togni (Insieme per Almè). “Dal mio osservatorio – chiarisce – ho contato all’incirca 250 attività. Solo all’Ascom Bergamo sono iscritti 194 tra negozi e servizi attivi sul territorio. La vitalità commerciale del paese resta tra le più alte in Bergamasca. Le chiusure vengono nel breve periodo rimpiazzate da nuove aperture. La recente esperienza con il Distretto del Commercio dei Colli ha visto primeggiare Almè per numero di adesioni (32 su 82) rispetto a Villa d’Almè, Paladina, Valbrembo, Mozzo, Sorisole, Ponteranica e Curno. Inoltre ci ha permesso di portare a casa preziose risorse per incoraggiare il commercio”.

Pur nella positività dei numeri – chiude Cornago – succede anche che qualcuno abbia chiuso un negozio di proprietà e per motivi personali non ha più messo in gioco lo spazio affittandolo a terzi oppure, considerati i tempi non certo propizi e l’abbondanza di centri commerciali, abbia preferito occuparsi d’altro. Certamente, non siamo diventati all’improvviso un terzo mondo commerciale solo perchè si è candidato Bandera. I numeri dicono altro”.  (Bruno Silini)

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