Le primarie del PD ci hanno regalato una sorpresa. L’outsider Elena Ethel Schlein, detta Elly, è riuscita di misura a battere il favorito Stefano Bonaccini. La ragazza con 3 passaporti e di cui si erano perse le tracce dal partito da oltre 10 anni (se ne era andata sbattendo la porta quando la nave stava arenando) nel giro di qualche mese è riuscita con argomenti molto “pace and love” a scuotere il popolo della sinistra.
Eh sì perché nelle fasi preliminari delle primarie il buon Bonaccini sembrava avviato a una vittoria scontata, ma quando nell’ultima tornata elettorale interna al partito hanno avuto accesso i non iscritti (e su questo bisogna riflettere) la ex delfina di Civati è riuscita nel sorpasso. Se diamo uno sguardo ai contenuti del suo programma e ai suoi discorsi c’è poco da stare allegri per i moderati del partito che credono nella democrazia del merito e del lavoro.
La Schlein cavalca temi radicali come green economy, stabilizzazione immediata dei precari, liberalizzazione della cannabis e libero accesso a qualsiasi sbarco clandestino e, dulcis in fundo, il mettere sullo stesso piano Ucraina e Russia nel conflitto bellico. Non sembra aderire, il nuovo Segretario del PD, al dettame prima della nostra Costituzione ovvero una Repubblica fondata sul lavoro. Eh già perché le ultime elezioni politiche hanno dato un’indicazione notevole per cui l’italiano medio di assistenzialismo non vue proprio sentire parlare (ne sa qualcosa la Lega che ha perso metà voti per il suo ancoraggio al reddito di cittadinanza).
Ora staremo a vedere le prossime mosse del nuovo Segretario, che ha dalla sua qualche anno di opposizione e può con comodità organizzare il partito se vorrà dare spazio ai free rider che l’hanno sostenuta e scavalcare chi la tessera e il territorio li presidia da anni anche quando il Segretario di turno non era di suo gradimento. O in alternativa smussare gli angoli e fare accordi perché col
“pace and love” non si amministra nemmeno una squadra di calcetto.