In molti legano la nascita di Ermanno Olmi alla città di Treviglio. In realtà questo regista, nato il 24 luglio 1931 e deceduto nel maggio 2018, nacque a Bergamo, “nel quartiere Malpensata – teneva a sottolineare- un nome, quello del rione, che mi ha sempre incuriosito, in quanto la Mal-pensata, fa sempre pensare che un giorno arriverà un cambiamento, caratterizzato dalla Giusta-pensata“.
La biografia di Ermanno Olmi: non solo regista
Ermanno Olmi non fu solo un regista famoso a livello internazionale, ma anche un produttore, un montatore e uno scrittore. Il padre era ferroviere e la madre operaia: “Mio papà aveva una cultura legata al mondo industriale e mia madre era legata al mondo contadino“. E Olmi dava un senso a tutto ciò: Iio ho avuto la fortuna di essere nel mezzo tra la cultura industriale, sempre dedita al cambiamento, e quella contadina, che è eterna“.
Da bambino si traferì a Treviglio, seguendo una educazione cristiano-cattolica, i cui contenuti si fecero più spirituali in seguito alla morte del padre, avvenuta quando Ermanno era ragazzino. A proposito del rapporto con la religione, Olmi dichiarava: “Io sono un aspirante cristiano; essere cristiano vuol dire non dimenticarsi del modello esemplare di Cristo, io questo modello spesso lo ho allontanato da me, ecco perché mi considero, aspirante“.
Dal “Posto” all’ “Albero degli Zoccoli”
Ai primi degli anni cinquanta si trasferisce a Milano, dove lavora di giorno come fattorino e dal tardo pomeriggio segue i corsi di recitazione all’Accademia di Arte Drammatica. L’azienda dove lavorava per vivere, gli affida il compito di realizzare documentari sull’attività di quel contesto operativo. Qui si sperimenta come regista. E’ il 1959 e Olmi realizza il lungometraggio “Il tempo si è fermato“; nel 1961 propone il film “Il posto” e vince il premio della critica alla Mostra del Cinema di Venezia.
Dopo la biografia su Papa Giovanni XXIII, nel 1978 è regista del “l’Albero degli zoccoli“, palma d’oro a Cannes: “con questo film pensavo di aver realizzato una pellicola per conservare la memoria di un mondo che sarebbe stato cancellato con il progresso (quello contadino, ndr) invece l’Albero degli zoccoli è il battesimo di una nuova consapevolezza del valore della terra“.
Il Leone d’Oro alla carriera
Nel 1982 Olmi a Bassano del Grappa fonda la scuola “Ipotesi Cinema“. Nel 1987 guarda da dietro la cinepresa il cast di un altro capolavoro, “Lunga vita alla signora“, Leone d’Argento a Venezia; il Leone d’Oro lo ottiene un anno dopo con “La leggenda del santo bevitore“.
Nel 2002 Olmi vince il David di Donatello, con “Il mestiere delle armi“, che riscuote successo anche a Cannes. Dopo i successi con “Cantando dietro i paraventi”, “Tickets” e “Centochiodi”, nel 2008 riceve il Leone d’Oro alla carriera. Morirà il 7 maggio 2018 ad Asiago, dopo una luna malattia degenerativa che si portava dietro da diversi anni.