Biondi immobiliare

Come ogni anno sul finire di giugno arrivano puntuali i giorni della maturità. Tante aspirazioni di genitori e nonni (spesso sono più le loro di quelle dei protagonisti) riposte in 4 giorni che danno lo start all’età adulta.

Si, perché l’esame di maturità è da sempre lo spartiacque fra fanciullezza e serietà. Fin lì ci sono stati i bonus, chi ne ha usati più e chi meno, col paravento di mamma e papà. Ma da lì in poi i ragazzi scopriranno che la vita è una cosa seria, dove i bonus non ci sono più e le bischerate si pagano in prima persona. E quello che questi ragazzi ancora non sanno è che si porteranno dietro ricordi indelebili di tale esperienza.

Ognuno avrà avuto una compagna di banco che per il solo modo in cui si legava i capelli si piantava come uno stoccafisso. Oppure un bidello o un assistente di laboratorio ai limiti della ludopatia che proponeva scommesse e sistemi sulla serie B giapponese. E perché no, qualche insegnante che fra una spiegazione e l’altra accennava a lezioni di vita un po’ alla Robin Williams nell’Attimo Fuggente, ma non vorrei scivolare sulla retorica. Di sicuro ognuno di noi ne porterà nel cuore uno o più di uno che ci hanno fatto crescere.

Il mio è molto particolare, risale al ’98 e riguarda la mia insegnante di italiano e storia del Pesenti.
Una livornese molto attraente sui 35 anni che inserita in un istituto prettamente maschile aveva un suo perché e lasciava spazio ai nostri sogni pomeridiani. Aveva il pallino dei film cult, che secondo lei andavano diritto al punto senza tante sfumature, come invece va di moda impostare l’istruzione odierna. Ci fece vedere nell’ ordine: Il sequestro Moro, ul film sulle ultime ore del Duce e Taxi Driver. E nell ora di narrativa si leggeva Cronache di poveri amanti di Pratolini. Oggi sarebbero tematiche politicamente scorrette o che non tengono conto di tutte le sfumature della società.
Personalmente invece lo ritengo un grande insegnamento.

Ci ha insegnato fin da adolescenti che la vita nella sua natura più profonda non prende sempre seconde o terze scelte. Ma spesso bisogna decidere fra bianco e nero. Ricordo ancora che aveva dato l’impegno a un nostro compagno di classe di registrare un programma che non ricordo nemmeno il titolo, ma lui se n’era dimenticato. Si avvicinò al suo banco e con un sorrisetto provocatorio gli disse: “Luca, scommetto che se si trattava di registrare Basic Insinct ne avresti fatte due o tre copie per sicurezza“.

Sulla classe è passato un minuto di silenzio glaciale per l’autorevolezza esibita. Credo che molte delle scelte fatte dal sottoscritto sull’attivismo sindacale e politico che avrei esercitato qualche anno più tardi siano figlie di quel suo modo di insegnare. Un modo forse un po’ distorto e fuori dagli schemi, anche cinico, ma che va dritto al cuore del problema.

Concludo con l’augurio che ogni alunno si porti dietro un qualcosa del genere perché gli sarà di gran lunga più di aiuto delle pasticcini e del prosecco che ormai sembrano un cliché del dopo orale.
Migliaia di maturandi si preparano ad affrontare il primo passo verso l’età adulta, perché da lì in avanti sarà un esame al giorno o quasi.

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Davide Bettinelli

Nato a Trescore nel 1982. Diplomato alla "Pesenti". Occupazione operaio metalmeccanico. Membro del consiglio di fabbrica per la CISL dal 2006 al 2014. Calcio CSI dal 2003 al 2009. 1° posto Endenna gruppo di campionato 2007-2008 Arbitro CSI dal 2009 al 2011. Presidente calcio a 5 CSI dal 2010 al 2013 della Mirafiori. 1° posto gruppo E nella stagione 2011-2012. 1° posto torneo Epifania a Berbenno nel 2011. Tennis a livello amatoriale dal 2013 al 2017. Miglior risultato quarti di finale torneo Quarenga 2016. Iscritto al PD dal 2010

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