Festa di Ognissanti: “Andiamo a vedere il ponte sul mare”
«Una sera facevo la mia solita passeggiata; non c’era la luna, ma il cielo era assolutamente limpido, carico di stelle. Proprio sul voltare della strada, improvvisamente, ho visto (è stata l’unica volta nella mia vita in cui mi è capitato) un ponte sull’acqua, tra oro e argento: ma non era il ponte che di solito il sole o la luna fanno sul mare; quella notte il ponte sul mare era fatto dalla Via Lattea! […] Allora ho pensato: «È proprio vero che esiste il centuplo quaggiù di cui ci parla Gesù. Chi sa osservare il mare fino a questo punto? Chi sa osservare le cose fino a questo punto?». E dicevo ai miei ragazzi: «Il ponte di luce sul mare con la Via Lattea nessuno di voi lo ha mai visto, lo ha mai osservato, lo ha mai scoperto, né lo scoprirebbe mai se non facesse attenzione alle cose come l’amore al destino, che è Cristo, rende capaci di fare».
(Luigi Giussani)
Chi sono i santi? Leggendo queste righe di don Luigi Giussani, del quale ricorrerà nel 2022 il centenario, la risposta potrà sembrare sorprendente per la sua semplicità: sono persone dotate di uno sguardo carico di una Presenza, quella della realtà colta nella sua profondità.
Purtroppo, però, può capitare che l’agiografia provi ad imbalsamare i santi veicolando così, soprattutto alle nuove generazioni, una idea di destino ultimo nel quale il Paradiso viene immaginato come una sorta di casa di riposo celeste con gli angeli al posto degli inservienti.
Ecco dunque perché, in risposta a questa visione trascendentale poco stimolante, emerge un desiderio sempre più ampio di festeggiare la festa di Ognissanti con i tratti di una avventura, seppur goliardica, nella quale la luce prova a sfidare le tenebre a colpi di zucca e scherzetti.
Eppure, le opere di fantasia più popolari del XX Secolo come ad esempio “Il Signore degli anelli”, votato come libro del secolo da un sondaggio di Amazon, riprendono i motivi narrativi dell’avventura cristiana proprio in un momento storico, come quello attuale, nel quale il cristianesimo sta cessando di catturare l’immaginazione di quegli stessi lettori.
Una situazione paradossale che, però, può essere una grande opportunità se sostenuta da una domanda: come possiamo noi raccontare la storia dei santi perché torni ad essere accattivante come continuano ad esserlo le storie di Bilbo e di Frodo?
Introducendoli alla scoperta che l’esistenza è quella cosmica storia d’amore tra Dio e l’umanità nel quale, come ben descrive lo scienziato Arthur Peacocke, “… ogni atomo di ferro nel nostro sangue non ci sarebbe se non fosse stato prodotto in qualche esplosione galattica miliardi di anni fa condensandosi sino a formare la croste terrestre da cui noi siamo emersi”.
Ecco perché don Giussani, da quella sera in cui vide la Via Lattea, inizio a svegliare i bambini della colonia di Celle Ligure gridando “Andiamo a vedere il ponte sul mare!” perché voleva fargli iniziare a percepire che l’origine delle loro stesse esistenze era remota e avventurosa allo stesso tempo.
Siamo fatti di sangue e “lattea” … ed ecco perché, per questa Festa di Ognissanti, mi permetto di invitare ad approfondire anche l’avventura di santità che è l’esistenza di Suor Marcella Catozza della Fondazione Via Lattea. (il link della fondazione)