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Decisamente degno di nota il pensiero di Abelardo a proposito di quelli che sono i temi principali della Scolastica. Iniziamo dal rapporto esistente tra fede e ragione, in merito, Abelardo afferma. «Nihil credendum nisi prius intellectum» ossia «non si deve credere in nulla se prima non lo si è capito» per cui alla domanda, centrale nella Scolastica, se è la fede ad aiutare la ragione o se è la ragione ad aiutare la fede, egli risponde che è vera la seconda. Per cui all’autorità bisogna credere fino a che non si è scoperto il motivo razionale, la dimostrazione di ciò che essa insegna. Ed essa diventa inutile quando la ragione è in grado di accertare da sola la verità.

In merito alla filosofia Abelardo era un dialettico e per lui fare filosofia significava principalmente discutere sui problemi trattati nella Logica di Aristotele. Merita una citazione il metodo Sic et non, ossia del “Sì e del no” con il quale Abelardo metteva di fronte agli studenti le ragioni a favore o contro un’argomentazione. Per lui, infatti, la verità poteva essere ottenuta solo confrontando le ragioni del sì e del no riguardo una determinata tesi. In seguito questo criterio diverrà proprio di tutti gli scolastici e si manterrà sino alla fine della Scolastica.

Con riguardo al problema degli universali la posizione di Abelardo fu intermedia rispetto a quella dei suoi due grandi maestri: Roscellino, secondo cui gli universali sono solo emissioni di voci e quindi non possiedono una essenza indipendente dall’uomo, e Guglielmo di Champeaux, secondo il quale gli universali, divisi in genere e specie, esistono anche al di fuori di noi.

Le dottrine teologiche di Abelardo si fondano sulla distinzione delle tre persone divine in base agli attributi. Con il nome del Padre si indica la potenza divina per la quale Dio può fare ciò che vuole, col nome di Figlio (o Verbo) si indica la sapienza divina, grazie alla quale Dio può conoscere tutto con verità assoluta, col nome di Spirito Santo si esprime la carità e la perfezione verso la quale tende ogni suo intervento. Dovendo costituire un’unità, le persone divine devono necessariamente derivare l’una dall’altra: il Padre genera il Figlio che è della stessa sostanza del Padre, perché la sapienza è una forma di potenza divina, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, altrimenti la carità senza potenza sarebbe inefficace e senza la sapienza mancherebbe di razionalità. Questa concezione fu combattuta da Bernardo secondo il quale non salverebbe la realtà delle persone divine scadute ad attributi di una divinità unica. Secondo Abelardo in Dio il potere e il fare coincidono, non c’è cosa che Dio faccia che non possa fare e non c’è nulla che possa fare che non fa. Per questo l’azione di Dio nel mondo è necessaria.

Infine l’etica. Per Abelardo il peccato non consiste nell’azione stessa del peccare, e neppure nell’inclinazione naturale che ci spinge a peccare, ma nell’intenzione di peccare, nella decisione di farlo e nella consapevolezza di ciò che si sta facendo. «Il vizio dell’anima non si identifica col peccato. (…) Il vizio dell’anima ci inclina ad “acconsentire” a cose illecite e peccato deve intendersi solo il fatto dell’acconsentire. Come non si possono eliminare le inclinazioni, perché fanno parte della natura umana, così non si può chiamare peccato la volontà o il desiderio di fare quel che è illecito, ma il peccato è il consenso dato alla volontà e al desiderio

È dunque nel “consenso”, anche solo interiore, la radice del bene o del male che commettiamo: possiamo fare del bene senza rendercene conto, non intenzionalmente: non per questo possiamo essere considerati buoni e virtuosi; allo stesso modo, possiamo fare del male senza intenzione: non per questo dobbiamo essere considerati malvagi e peccatori. L’uomo, insomma, pecca quando invece di combattere con la ragione la sua naturale inclinazione a peccare, consente ad essa, permette che questa si concretizzi. Basta, quindi, l’intenzione a determinare il peccato, l’azione peccaminosa che la segue non aggiunge null’altro. Di conseguenza, anche il peccato originale che colpisce i successori di Adamo non può essere considerato peccato. Il peccato è, propriamente, per Abelardo, disprezzo della legge divina, ovvero conoscere la volontà divina e tuttavia non adeguare la propria volontà alla sua. Senza riferimento a Dio e alla sua legge, dunque, non c’è peccato.

La sua dottrina, che sembra negare il valore della grazia, fu condannata al concilio di Sens perché tendeva al pelagianesimo. Abelardo è stato una figura di primaria importanza non solo nel suo secolo e nel medioevo ma anche in tutta la storia del pensiero occidentale. Le sue opere, in particolare il Sic et non, ha dato un decisivo contributo alla nascita della logica occidentale, dimostrando che la ragione umana è in grado di arrivare ad importanti risultati senza doversi appoggiare alle Sacre Scritture. Abelardo riuscì ad influenzare il pensiero dei più grandi scolastici del secolo successivo, come Alberto Magno, Tommaso D’Aquino e Duns Scoto. Essi applicarono il suo metodo logico allo studio della teologia, che divenne quindi una vera e propria scienza, quindi indagabile con la ragione umana.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti
Lezione 48: Le degenerazioni dello Stato secondo Platone
Lezione 49: Il pensiero di Platone sulla scienza e l’arte imitativa
Lezione 50: Platone. La retorica a servizio della dialettica
Lezione 51: Platone. La dialettica come scienza suprema delle idee
Lezione 52: Platone. Il concetto di essenza e il concetto di esistenza
Lezione 53: Come Platone si sbarazza del problema del nulla e dell’errore
Lezione 54: Il bene per Platone, fine supremo del nostro agire
Lezione 55: Platone. Lo scopo educativo delle leggi verso il bene e il giusto
Lezione 56: Platone. La religione e l’ordine cosmico
Lezione 57: Platone nella storia della filosofia, da Aristolele a Husserl
Lezione 58: Introduzione alla filosofia di Aristotele e le differenze con Platone
Lezione 59: La vita di Aristotele, il filosofo nato in Macedonia
Lezione 60: La classificazione delle opere di Aristotele
Lezione 61: La distinzione delle scienze per Aristotele
Lezione 62: Il concetto di metafisica in Aristotele
Lezione 63: Aristotele. I significati e le categorie dell’essere
Lezione 64: Aristotele e il principio di non contraddizione
Lezione 65: Il concetto di sostanza per Aristotele, unione di forma e materia
Lezione 66: Aristotele. La teoria delle quattro cause
Lezione 67: Aristotele critica Platone
Lezione 68: Aristotele. Il concetto del divenire
Lezioni 69: La concezione di Dio in Aristotele
Lezione 70: La logica in Aristotele. Lo strumento per tutte le scienze
Lezione 71: La proposizioni in Aristotele. Ossia le frasi
Lezione 72: La definizione di sillogismo
Lezione 73: La fisica in Aristotele. I movimenti
Lezione 74: La fisica in Aristotele. Le qualità dell’universo: lo spazio e il tempo
Lezione 75: Il confronto tra Aristotele e Democrito
Lezione 76: Aristotele. L’anima e le sue funzioni
Lezione 77: Aristotele. Sensibilità, immaginazione, intelletto
Lezione 78: L’Etica per Aristotele, esercizio della ragione e autocontrollo
Lezione 79: Nella Politica di Aristotele nessun uomo può risultare sufficiente a se stesso
Lezione 80: Arte come una pratica imitativa della realtà. La poetica di Aristotele
Lezione 81: Tra le virtù etiche di Aristotele la più importante è la giustizia
Lezione 82: La teoria dell’amicizia in Aristotele
Lezione 83: Aristotele nella storia, creatore del primo lessico filosofico
Lezione 84: Contesto storico in cui visse Epicuro
Lezione 85: Il significato di ellenismo
Lezione 86: Zenone di Cizio, il fondatore dello stoicismo
Lezione 87: La logica stoica e la rappresentazione catalettica
Lezione 88: Cosa sono i ragionamenti anapodittici?
Lezione 89: La fisica nello stoicismo
Lezione 90: In cosa consiste l’etica stoica?
Lezione 91: Bene e virtù nello stoicismo. Fondamentale è la costanza
Lezioni 92: La legge naturale per l’uomo cosmopolita
Lezione 93: Le emozioni appartengono agli stolti
Lezioni 94: L’eredità stoica e il concetto del sapiente
Lezione 95: La cultura greca tra Repubblica e Impero romano
Lezione 96: Seneca, le cinque tappe del saggio verso l’ascesi
Lezione 97: Epitteto e il suo sopporta e astieniti
Lezione 98: Marco Aurelio, l’imperatore stoico
Lezione 99: Ritrovare la felicità con la filosofia, autentico quadrifarmaco
Lezione 100: Canonica, il nome che diede Epicuro alla teoria della conoscenza
Lezione 101: La fisica in Epicuro
Lezione 102: L’etica epicurea tra piaceri stabili e in movimento
Lezione 103: L’amicizia e la solidarietà fondamenti della vita felice
Lezione 104: Le più belle Massime capitali di Epicuro
Lezione 105: I caratteri generali dello scetticismo
Lezione 106: Lo scettico Pirrone di Elide
Lezione 107: La Media e la Nuova Accademia
Lezione 108: Gli ultimi scettici. Enesidemo, Agrippa e Sesto Empirico
Lezione 109: I punti più famosi della filosofia di Sesto Empirico
Lezione 110: Plotino, il maggiore esponente del neo-platonismo
Lezione 111: La filosofia di Plotino, non una semplice ripetizione di Platone
Lezione 112: Le ipostasi. L’Uno secondo Plotino
Lezione 113: Intelletto, anima e materia in Plotino
Lezione 114: Plotino. Il ritorno all’Uno
Lezione 115: L’avvento della filosofia cristiana
Lezione 116: Filosofia cristiana. Le lettere di San Paolo
Lezione 117: Filosofia cristiana. Apologisti e Padri della Chiesa
Lezione 118: Filosofia cristiana. Il pensiero di Tertulliano
Lezione 119: Filosofia cristiana. Il pensiero di Giustino
Lezione 120: Filosofia cristiana. La patristica del secolo III e IV. Clemente e Origene
Lezione 121: Filosofia cristiana. Il profilo storico di Sant’Agostino
Lezione 122: Filosofia cristiana. La vita e le opere di Sant’Agostino
Lezione 123: Filosofia cristiana. Ragione, anima e verità in Sant’Agostino
Lezioni 124: Filosofia cristiana. Dio, essere, verità e amore nella filosofia agostiniana
Lezione 125: Filosofia cristiana. L’uomo come immagine di Dio e il peccato
Lezione 126: Filosofia cristiana. Il concetto del tempo secondo Sant’Agostino
Lezione 127: Filosofia cristiana. Si Deus est, unde malum? Il problema del male in Agostino
Lezione 128: Filosofia cristiana. I mali fisici e i mali morali
Lezione 129: Filosofia cristiana. La polemica contro il donatismo
Lezione 130: Filosofia cristiana. La polemica contro il Pelagianesimo
Lezione 131: Filosofia cristiana. Grazia e predestinazione
Lezione 132: Filosofia cristiana. De civitate Dei, un grande capolavoro
Lezione 133: Filosofia cristiana. Agostino nella storia
Lezione 134: Filosofia cristiana. Il pensiero di Severino Boezio
Lezione 135: Filosofia cristiana. I fondamenti della Scolastica
Lezione 136: Filosofia cristiana. Scolastica e Feudalesimo
Lezione 137: Filosofia cristiana. Il problema principale della Scolastica e la periodizzazione
Lezione 138: Filosofia cristiana. Il pensiero di Scoto Eriugena
Lezione 139: Filosofia cristiana. Il pensiero di Anselmo d’Aosta
Lezione 140: Filosofia cristiana. La prova della esistenza di Dio secondo Anselmo d’Aosta
Lezione 141: Filosofia cristiana. Il problema del male e dell’onnipotenza divina in Sant’Anselmo
Lezione 142: Filosofia cristiana. Sant’Anselmo su libertà, male e grazia in De Casu Diaboli e Cur Deus Homo
Lezione 143: Filosofia cristiana. Il problema degli universali
Lezione 144: Filosofia cristiana. Le soluzioni al problema degli universali

Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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