Biondi immobiliare

3 giugno 1924, cent’anni fa moriva Franz Kafka, uno di quelli che hanno contribuito a cambiare la letteratura: sembra che in pochi (almeno in Italia) abbiano letto i suoi libri, mentre tutti (o quasi) conoscono il termine kafkiano, magari senza sapere da dove arrivi (il che è già kafkiano di suo).

Kafkiano è riferito ad una situazione assurda, subita e patita senza che se ne sappia il perché, e con nessuno che aiuti il perseguitato, anzi, oppresso fino a diventare incomprensibile e dolorosa solitudine contro il sistema. Kafka morì giovane (la tbc gli risparmiò le torture e la morte nei lager come il resto della famiglia), eppure il termine kafkiano fece in tempo a diventare neologismo universalmente riconosciuto già prima della sua morte.

Anche la sua vita ha qualcosa di kafkiano: nasce a Praga, boemo, al crepuscolo di quel crogiolo di etnie e lingue che era l’impero austroungarico, parla sia il ceco che il tedesco, all’epoca stanno esplodendo i nazionalismi, compreso quelli boemo e tedesco, ma lui è ebreo, quindi senza patria, che Kulo! Rifacendomi ai suoi contemporanei Joyce e Musil, mi diverto a fare collegamenti, in questo caso con la K, che ricorre sempre: la K marca il suo cognome, Josef K. è il protagonista del Processo, e Karl di America. Non solo: Kafka nasce e cresce nell’impero che ancora per poco è Austria felix, di cui Robert Musil nell’Uomo senza qualità vede tutti i sintomi della decadenza, e la ribattezza Kakanien: un’assonanza con la pronuncia kaka della formula K.K. = Kaiserlich-Koniglich, ovvero imperial-regio, che apriva o chiudeva ogni atto burocratico, ma che in linguaggio infantile non si discosta molto dall’italiano.

Infine, giusto per chiudere il cerchio ai tempi nostri, ci metto anche la corazzata Potëmkin, non tanto per la K, ma perché fu resa famosa al grande pubblico da un ragioniere che, come Kafka, diede origine ad un fortunato neologismo. Fantozziano è il lato peggiore e molto meno nobile di kafkiano, ma del resto la letteratura è sempre figlia e specchio dei suoi tempi, facciamocene una ragione. Sabato e domenica si vota: leggo, guardo e sento dei comizi elettorali, mi scappa di KK.

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