A leggere che il sindaco di Sorisole, Stefano Vivi, posta in Facebook “Prendiamoli a fucilate ‘sti decerebrati islamici” ha scatenato la reazione dell’ex assessore Nicola Bombardieri. La frase era a commento di un articolo online dove si racconta che in Svezia un ristoratore cristiano assiro ha trovato i muri del proprio locale imbrattati da slogan “convertitevi o morirete” e “il Califfato è qui”.
“L’uscita di Vivi – precisa Bombardieri – è inaccettabile in quanto ricopre un ruolo istituzionale. Un sindaco può esprimere, il suo dissenso, ma non in questo modo. Vivi è un avvocato e dovrebbe affrontare i temi delicati con un certo savoir faire”.
Anche i deputati Pd, Antonio Misiani e Elena Carnevali, prendono le distanze dalla boutade di Vivi: “Mai come in questo momento è necessario, in primo luogo per chi riveste un ruolo istituzionale, evitare di alimentare l’intolleranza e l’odio religioso. Il commento estremista del sindaco leghista di Sorisole va purtroppo in una direzione esattamente opposta. Usare espressioni violente come quelle scritte su Facebook dal sindaco Vivi vuol dire mettersi sullo stesso piano, dal punto di vista dei toni e dei contenuti, dei fanatici dell’Isis che in Svezia hanno inneggiato al califfato islamista”.
“I nazisti marchiarono così i negozi degli ebrei e poi li sterminarono. – si difende Vivi – Definire decerebrati i simpatizzanti del Califfato Islamico (perché di questo stiamo parlando), è fin troppo gentile. Quanto alle fucilate, mi risulta che il nostro ministro della difesa abbia intenzione di bombardare le postazioni del Califfato Islamico, su richiesta degli USA, i francesi già lo hanno fatto e i russi lo stanno facendo. Se Bombardieri, Misiani e Carnevali rimangono indifferenti rispetto a fatti come quelli riportati dal “Il Giornale” sono, a mio avviso dalla parte sbagliata. Ripeto, il nazismo iniziò imbrattando i negozi degli ebrei con minacce, e poi ne sterminò sei milioni. Mano dura contro il Califfato Islamico che sgozza i cristiani, violenta le donne, vende le bambine ed estende la sua minaccia in Europa”. (Bruno Silini)