Un copione di quelli che fanno riflettere dove i fronzoli retorici non sono ammessi.
Lunedì 21 dicembre i ragazzi sul palco del teatro “Don Bosco” di Albano Sant’Alessandro, testimoni del progetto triennale «Generazione» promosso da «Amici di Pensare cristiano» e rivolto ai giovani studenti dei Centri di formazione professionale, sono andati al nocciolo della questione. Ovvero i tanti pregiudizi che gli adolescenti di oggi si sentono appioppare dal mondo degli adulti. “Dicono che siamo irresponsabili perchè non portiamo a termine ciò che ci viene chiesto”.
E’ stata la prima battuta della “pièce” rivelatrice di una frettolosa analisi giovanile che ai ragazzi va un po’ stretta. Un testo controcorrente che ha inteso rivelare quanto le nuove generazioni non siano “un branco di pecore”, “dei falliti”, “dei ragazzi privi di valori” e “annoiati e senza entusiasmo”. Niente di tutto questo. I ragazzi di oggi sono innanzitutto dei “generativi” che intendono irrorare di valore la vita liberando le molteplici energie (nella famiglia, nel circolo dei pari e nel lavoro) spesso “imprigionate” da catene “adulte”.
In prima fila ad ascoltare i ragazzi Francesco Maffeis, presidente «Amici di Pensare cristiano», l’assistente ecclesiale, don Francesco Poli (nella foto con i ragazzi), il maestro Emanuele Beschi (direttore del Conservatorio di Bergamo), il sociologo Dario Nicoli e tanti insegnanti del Cfp di Comonte e imprenditori che nel progetto credono fortemente. Il tema del lavoro è uno degli ambiti a cui Amici di Pensare cristiano rivolge una particolare attenzione, nel tentativo di dare luce ai valori cristiani e umani, nello sforzo di coinvolgere le realtà territoriali e soprattutto nella stimolante avventura di dare voce, spazio e possibilità ai giovani dei Centri di formazione professionale. L’obiettivo del progetto, alla luce della parole dello spettacolo, vuole rendere protagonisti i giovani, attraverso le loro capacità, idee, talenti, perché il mondo degli adulti si risvegli: è questo l’obiettivo ambizioso del progetto, in cui Francesco Maffeis, presidente dell’associazione, crede fortemente.
Marco Bertoli (alla direzione di Mioorto) è uno dei suoi tanti “tifosi”. “Un’idea – precisa – che mi ha da subito entusiasmato per aiutare questi ragazzi che costituiscono poi il nostro futuro. Da sempre nei valori della mia famiglia c’è stato l’investimento sul futuro. Quello che con fatica e anche fortuna ho ricevuto devo in qualche modo restituirlo alla società. Il progetto è un’occasione da non perdere”. (Bruno Silini)