Prossimo alle stampe il nuovo libro del Centro Studi Valle Imagna. Si intitola Genti, contrade e soprannomi in Valle Imagna. L’indagine ricostruisce nello specifico gli eventi principali che hanno scandito e caratterizzato la vita, dall’inizio alla fine, dalla nascita alla morte, degli abitanti del villaggio di San Simù (Corna Imagna), situato sulla montagna prealpina occidentale delle Orobie, dal diciannovesimo al ventesimo secolo. La ricostruzione antropologica comunque offre uno spaccato che riguarda, in linea generale, tutto un contesto valligiano che spazia dalla Valle Imagna alla Valle Taleggio e sino alla Valsassina.
Le informazioni tratte dalle fonti fono e video-documentali acquisite dal Centro Studi Valle Imagna nel corso di alcuni decenni di ricerca sono state trasferite nella narrazione collettiva del popolo che ha vissuto sulle pendici orientali del Resegone nei secoli scorsi che si autorappresenta attraverso l’affermazione del proprio ego comunitario: i dati raccolti e ordinati nelle tabelle e i documenti prodotti costituiscono supporto e conferma della narrazione medesima, in grado di fornire un affresco completo delle principali fasi dell’esistenza di persone e gruppi parentali in relazione al loro contesto territoriale e culturale.
È una voce collettiva narrante ad accompagnare il lettore dentro le notizie anche minute della vita delle persone, colta nella sua evoluzione temporale, come se le centinaia di testimonianze raccolte avessero trovato una sintesi espositiva unitaria. La sequenza temporale del ciclo della vita ci ha consentito di cogliere i legami intergenerazionali, le fasi di passaggio tra le diverse fasce d’età, la collocazione dei singoli individui nella comunità, in relazione al loro stadio evolutivo.
Sono stati messi in evidenza, sempre in una prospettiva dinamica, comportamenti individuali, forme di controllo sociale, ma anche valori e cambiamenti di una popolazione rurale per secoli alle prese con l’istinto di sopravvivenza in una realtà difficile e avara di risorse. L’insieme dei modelli comportamentali, la loro ripetizione nel tempo e la diversa collocazione nello spazio ci aiutano a configurare il carattere e l’affermazione dell’intero gruppo sociale. La dimensione della vita nello spazio rurale ha sempre visto al centro la famiglia, che si esprimeva attraverso le relazioni sociali ed economiche dei suoi componenti, in un costante rapporto con questioni sanitarie, professionali, lavorative, religiose,… di sussistenza.
La precarietà dell’esistenza è stata una costante per centinaia di migliaia di valligiani nei secoli scorsi, al punto che viene spontaneo chiedersi come abbiano fatto a superare condizioni di vita estremamente difficili. La forza della fede li ha aiutati ad accettare prove altrimenti insostenibili, ma ha agito anche da coperchio al dispiegamento di forme di ribellione. Sugli istintivi atteggiamenti di protesta hanno avuto la meglio comportamenti di rassegnazione e accettazione della realtà.