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Giuliano Ghisalberti, sindaco di Zogno, non è più candidabile alle prossime elezioni dopo essere stato eletto primo cittadino per due mandati consecutivi. Lascia in eredità una squadra pronta a far crescere la comunità. Socialbg.it l’ha intervistato.



Nel 2009 diventa sindaco con il 50.6% delle preferenze. Risultato ampliato nel 2014 dove raggiunge il 64.31% dei voti. In entrambi i casi il partito di riferimento era la Lega Nord. In questo aumento di consenso ha contato più il partito oppure la sua persona?
Se consideriamo anche la situazione politica del 2014, il risultato ottenuto indica che si è riusciti ad andare ben oltre lo schieramento politico di appartenenza che, comunque, ha sempre rappresentato un punto di partenza importante.

Se la legge l’avesse permesso si sarebbe ricandidato anche per le prossime elezioni?
Si.

Di cosa va fiero in questo decennale mandato di sindaco?
Considerando anche le enormi difficoltà che i Comuni hanno incontrato in questi dieci anni di attività per effetto della crisi economica generale, ma anche dei numerosi tagli ai trasferimenti statali subiti, e dei vincoli sugli utilizzi delle risorse a disposizione per effettuare gli investimenti, ritengo che il lavoro svolto dalla mia amministrazione sia stato notevole. Scegliere un intervento in particolare, tra i numerosi settori in cui si è operato è molto difficile. Tuttavia il risultato che ritengo più importante, e di cui andare fiero, è la “battaglia” vinta per il mantenimento della destinazione delle aree industriali dismesse, impedendo la loro trasformazione per insediare la grande distribuzione commerciale. Non è stato facile anche perché questa scelta è stata adottata nel lontano 2009 quando la trasformazione delle aree industriali dismesse in aree commerciali, era da tanti vista come l’unica soluzione al problema della conversione occupazionale. Da soli abbiamo perseverato in questo obiettivo che oggi possiamo dire di aver raggiunto, considerando che gli oltre 35.000 mq. di aree dismesse sono stati riqualificati o verranno riqualificati nel prossimo biennio, con tutti i benefici in termini di sviluppo economico, occupazionale, e di futuro delle famiglie zognesi e di tutta la Valle Brembana. Posso dire che la più grande soddisfazione l’ho avuto quando un importante imprenditore, con attività ubicate a Zogno, mi ha confidato che se non avesse trovato spazi a Zogno (appunto nelle aree dismesse) sui quali ampliare la propria struttura produttiva, una buona parte della stessa l’avrebbe delocalizzata. L’aver sentito queste parole è stata la più grande soddisfazione che possa aver avuto, e sicuramente mi ripaga del grande lavoro ed impegno di questi 10 anni.

Dieci anni da primo cittadino con un consenso che va oltre la maggioranza assoluta non tutti possono metterlo a curriculum. Cosa consiglia al candidato che tenterà di portare avanti saldamente il suo testimone? Quale eredità gli carica sulle spalle?
Il consiglio è quello di lavorare con grande impegno avendo sempre ben preciso l’unico obiettivo che si deve prefiggere chi amministra un Comune: cercare di far crescere la propria comunità.

Si riconosce degli errori o dei “avrei potuto fare meglio”?
Essendo una persona normale, qualche errore posso averlo commesso, così come in alcuni casi potrebbe starci “il fare meglio”. Detto questo, però, ho una certezza: in quello che ho fatto per il mio Comune ho dato tutto ciò che potevo dare, non mi sono risparmiato e assicuro che di più non potevo fare. E la consapevolezza di avere dato il massimo di me stesso, mi lascia molto tranquillo e soddisfatto del lavoro svolto.

Zogno è un territorio cruciale per lo sviluppo vallare. Eppure soffre per opere viarie che vanno al rallentatore (vedi galleria) mettendo a rischio la tenuta delle imprese e dell’occupazione. Crede che in futuro il paese possa rendersi protagonista di un rilancio? In che modo?
Essendo il Comune più grande della Valle Brembana, e capoluogo anche in termini occupazionali, commerciali e di servizi, tutto ciò che si muove a Zogno ha notevoli riflessi in Valle. E ciò che sta avvenendo da un punto di vista occupazionale, con sviluppi imprenditoriali molto interessanti sul nostro territorio, mi porta a dire che Zogno è già protagonista del rilancio. Certo c’è ancora tanto da fare, ma se pensiamo a come siamo partiti nel 2009, con l’inizio della più grande crisi economica, che nei paesi di montagna ha colpito ancora più duramente, possiamo dire che quello che oggi sta avvenendo con il rilancio di tutte le aree industriali dismesse, e con altre imprese che si stanno espandendo in altre zone del territorio, ci può far guardare positivamente al futuro.

E sulla viabilità?
Per quanto riguarda la viabilità, pertanto la variante stradale di Zogno, i ritardi che l’hanno contraddistinta sono inaccettabili ed hanno comportato una generale arrabbiatura giustificata in merito alle opportunità che si sono perse in tutti questi anni. Per quanto mi riguarda ho cercato di tradurre questa arrabbiatura in una azione di sprone nei confronti delle istituzioni competenti per evitare che il tutto precipitasse definitivamente. Innanzitutto quando ho capito che la Provincia di Bergamo non era in grado di finanziare la quota di propria competenza, ad inizio 2015 ho chiesto personalmente a Maroni, allora Presidente di Regione Lombardia, di fare un ulteriore sforzo economico e di aumentare quello che era lo stanziamento di 15 milioni in carico a Regione, portandolo agli attuali 32 milioni, comprendendo gli 8 milioni che erano di competenza provinciale, e gli ulteriori 8 milioni di maggiori lavori previsti. Successivamente ho cercato di tenera alta l’attenzione nelle fasi progettuali e amministrative in quanto avevo chiara la sensazione che qualcuno non stava dando la giusta priorità a quest’opera, nonostante i continui proclami ad effetto mediatico. E questo è ciò che ha generato ulteriori, e inaccettabili ritardi. Per dare un ulteriore sfogo a questo, ho organizzato unitamente al sindaco di San Pellegrino (Vittorio Milesi, ndr.) anche una manifestazione sul tema dei ritardi.

A che punto siete?
Oggi siamo quasi vicini alla meta: manca l’assegnazione dei lavori ad una delle cinque imprese che hanno partecipato al bando. Continuiamo a lavorare affinché il prima possibile Zogno e la Valle Brembana possano vedere realizzata quest’opera che darà forte impulso al rilancio economico e sociale del nostro territorio, in quanto permetterà di risolvere una parte del problema viario con il quale conviviamo da anni. Da parte mia ho sempre cercato di guardare avanti, senza però dimenticare ciò che è avvenuto, perché ritengo che i ritardi hanno responsabili e scelte ben precise, che tengo per mia conoscenza personale, anche solo per evitare che altri commettano questi errori in futuro.

In questo periodo si parla della pista ciclabile della Valle Brembana che a Zogno incontra un punto morto. Come pensate di risolvere la situazione visto che sul sedime della ex tranvia i privati han fatto quel che han voluto. Cosa ne pensa?
Stiamo lavorando affinché si possa completare la pista ciclabile in modo tale da darle una valenza di opera turistica compatibile con le esigenze del Comune di Zogno. Finalmente sembra che l’attuale Presidente della Provincia abbia ascoltato le nostre richieste, dichiarandosi disponibile a darci un aiuto. Stiamo lavorando anche con Regione Lombardia per trovare gli accordi con i quali finanziare tale progetto. La programmazione urbanistica che abbiamo previsto per il futuro di Zogno poggia sulla realizzazione di una pista ciclabile che possa svilupparsi anche in un’area di particolare valore ambientale, rendendola compatibile con le richieste che le aziende del territorio stanno presentando. Il tutto completato dalla futura riqualificazione dell’attuale strada provinciale che, con l’apertura della variante stradale di Zogno, potrà assumere una valenza comunale, permettendo di realizzare una generale operazione di riqualificazione urbana, con interventi per una maggior sicurezza dei pedoni, e di mobilità dolce soprattutto per i cittadini del Carmine.

Cosa pensa dell’azione della minoranza in questi anni? E’ stata all’altezza del suo ruolo di opposizione in Consiglio comunale oppure le ha fatto sprecare tempo prezioso?
Con l’opposizione c’è stato un normale confronto amministrativo.

Senza scomodare il questionario di Proust il sindaco Ghisalberti senza “la maschera” di primo cittadino come si definirebbe? Cosa le piace? Cosa la appassiona? Che libri legge? Che film guarda? Che musica ascolta? Cosa le piace mangiare? Ci regali un ritratto decisamente non politico.
Mi ritengo una persona molto attiva a cui piace praticare sport. In particolare amo il calcio e lo sci. Tutto questo accompagnato dalla cosa più bella che possa desiderare nella vita quale è la mia famiglia. Ho fatto molta fatica a togliere tempo da dedicarle, causa gli impegni istituzionali. E’ per questo che appena posso cerco di rimanere con loro.

C’è un politico del passato o del presente che ha apprezzato o apprezza in modo particolare e dal quale, seppur indirettamente, ha preso lezioni?
Nel mio operato da Sindaco sono stati fondamentali alcuni insegnamenti ricevuti dal compianto Professor Angelo Curnis, che è stato nel mandato precedente anche Assessore alla Cultura.

Se venisse rapito dagli alieni e le chiedessero di descrivere l’Italia cosa risponderebbe?
Un paese con grandi potenzialità, a volte non totalmente espresse. Agli alieni direi di non guardare troppo all’apparenza perché dietro tanti atteggiamenti non sempre condivisibili, si nascondono persone con principi di grande valore.


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