Biondi immobiliare

Confesercenti Bergamo e ANVA Bergamo, l’Associazione Venditori Ambulanti del territorio, richiamano l’allarme che la categoria ha lanciato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio, denunciando come ancora una volta, venga colpito ed emarginato un settore, quello del commercio su area pubblica, già messo in grave difficoltà dalle restrizioni fin qui subite. In particolare si fa riferimento allo stop di sagre e fiere, sancito con il DPCM del 18 ottobre scorso e con l’ordinanza di Regione Lombardia (n°623) del 21 ottobre 2020. Una scelta incomprensibile che mette in ginocchio un intero settore, quello degli ambulanti delle sagre e fiere territoriali, che fino ad oggi ha saputo organizzare, in sicurezza evitando assembramenti, eventi che già di per sé si svolgono all’aria aperta.

Siamo consapevoliGiulio Zambelli, Presidente Anva Bergamo – che la salute pubblica debba venire prima di tutto e ribadiamo con forza l’impegno che abbiamo messo nell’adottare protocolli che offrano la massima garanzia in tema di sicurezza, ma l’attuale situazione e lo scenario futuro mettono letteralmente in ginocchio il nostro settore dove è a rischio la permanenza in vita di migliaia di imprese.

 “In questi mesi abbiamo collaborato positivamente con le Amministrazioni che avevano in programma delle fiere – spiega Zambelli – e spesso abbiamo trovato soluzioni efficaci per rendere sicuro lo svolgimento; altre volte abbiamo invece constatato l’impossibilità logistica di garantire la sicurezza e di conseguenza non abbiamo organizzato gli eventi. Quello che diciamo con forza è che questo tipo di manifestazioni sono diversissimi tra loro: ci sono fiere con più di cento banchi posizionati in strade strette e ci sono fiere di meno di dieci banchi in spazi enormi!

 

 “Eliminare tout court le fiere non ha senso, – sottolinea il Presidente Anva Bergamo – si deve entrare nel merito di ogni singolo evento perché in questo settore ci lavorano migliaia di famiglie a livello nazionale e sul territorio bergamasco sono circa 500 le partite iva coinvolte. Un’altra cosa che non riusciamo a capire è che alcune Amministrazioni decidano di sospendere già ora, sull’onda del timore e dei dati del momento, eventi in calendario per esempio a febbraio 2021.

 

Infine un ultimo appello: come Associazione ci stiamo battendo a livello nazionale e regionale per far ottenere un ristoro economico alla categoria dei fieristi su area pubblica, a fronte del fatto che dallo scorso 23 febbraio non gli è permesso scendere in strada con i banchi di lavoro… speriamo che qualcuno ci ascolti!

Tagged in: