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Al peggio non c’è mai fine. Sentire in diretta televisiva (ieri sera Rai3 Carta Bianca) il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e addirittura il professor Remuzzi, rivolgersi ai giornalisti per invitarli a sensibilizzare la gente sulla gravità del momento per il ritorno del coronavirus oltre che incredibile appare sconcertante. E assurdo. Se non fosse che i due illustri bergamaschi stavano lì a rappresentare, il primo, una città massacrata dal Covid proprio per l’incapacità dei politici di intervenire tempestivamente e varare misure drastiche come per esempio a Vò, Codogno, Medicina. E, il secondo, a rappresentare una categoria come quella sanitaria (e della ricerca) che si è lasciata colpevolmente sorprendere da una pandemia quando in Cina era già ampiamente in corso tre mesi prima.

Una categoria che nell’ospedale di Alzano Lombardo sembra aver commesso errori evidentissimi che la Magistratura sta tuttora indagando dopo centinaia di denunce da parte di tanti nostri concittadini colpiti duramente negli affetti familiari.  Ma vogliamo ricordarci che la nostra terra è stata la più colpita al mondo? Al mondo! Nessun’altra città sul nostro pianeta ha avuto un tasso di mortalità così elevato in rapporto alla densità abitativa. Tutto ciò nella Regione che si vanta di avere l’eccellenza in campo sanitario. Campo sanitario che da quasi quattro decenni è sempre nelle stesse mani politiche, fortunatamente oggi indagate dalla Magistratura per dubbi appalti di materiale sanitario, mentre decine di migliaia di persone morivano per mancanza di bombole d’ossigeno, termoventilatori e terapie intensive insufficienti. Con i medici che lamentavano insufficienza di mascherine e camici sterilizzati!!!.

Senza contare che proprio Gori nei giorni iniziali della crisi invitava i bergamaschi a frequentare tranquillamente bar e ristoranti e Remuzzi pareva fiducioso in un prossimo vaccino. Sorprende anche che Remuzzi incoraggi comportamenti corretti quando lui stesso in estate si è concesso una sortita in Grecia (paese insieme a Croazia, Malta e Spagna tra i più attenzionati sul fronte dei contagi) quando era preferibile (certo non obbligatorio) restare in Italia. Questa è la realtà della nostra Bergamo, della nostra Lombardia. E costoro (che pelo…) vanno (ancora!) in televisione ad appellarsi ai giornalisti (ai giornalisti!) per incitare e educare le persone ad adottare scrupolosamente le regole di sicurezza: mascherine, distanziamento, igiene.

Ma in che mani siamo?!  Dovrebbero guidarci? Tutelarci? Proteggerci? Ma i veri e credibili interlocutori del sindaco come del medico non dovrebbero essere, invece dei giornalisti, le istituzioni? Domanda retorica se è vero, come è vero, che proprio quando il governo (non più tardi di domenica scorsa) ha chiamato in causa i sindaci in prima persona a prendere provvedimenti adeguati ai rispettivi territori, il primo a protestare e respingere al mittente la richiesta è stato proprio il nostro sindaco Gori.

Allineandosi così alla maggior parte dei colleghi politici quando serve battere cassa agli enti governativi o farsi belli davanti ai propri cittadini quando inaugurano opere pubbliche con i soldi dello Stato, salvo poi tirarsi indietro quando è lo Stato a invitarli all’azione. Chi meglio dei sindaci, caro Gori, conosce meglio esigenze e opportunità e dunque conseguenti modalità d’azione sul territorio se non i sindaci medesimi? A chi avrebbe dovuto rivolgersi il capo del governo se non a voi in un momento così difficile per adottare opportune misure restrittive e specificatamente adeguate ad ogni realtà territoriale?

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