Il Grande Fratello è di casa ad Almè. La profezia di Orwell in “1984” attecchisce alle porte della Valle Brembana.
Occhi elettronici controllano i movimenti dei cittadini in 46 punti di un paese esteso poco meno di due chilometri quadrati. Una propensione che non accenna a diminuire. A maggio in Piazza Lemine le telecamere hanno cominciato a riprendere 24 ore su 24 l’intero anfiteatro.
Recentemente un gruppo di ragazzini s’è preso una lavata di capo “amministrativa” per essere stati “spiati” a staccare un ramo da un albero sul quale s’era incastrato un pallone da calcio. E ancora una signora che sosteneva di essere passata in auto col verde nella zona del polo scolastico in orario di uscita degli studenti dalle aule è stata smentita dalle registrazioni video.
Un controllo elettronico che continua ad aumentare. Infatti, pochi giorni fa, attorno e all’interno del sottopasso della “Villa d’Almè-Dalmine” tra via Volta e via Papa Giovanni XXIII, si sono accesi altri dieci obiettivi tutti regolarmente indicati dalla segnaletica verticale. Una spesa di 15.000 euro che si aggiunge agli acquisti precedenti. Nella sala operativa della Polizia Locale di Almè un computer mette in evidenza tutti i punti osservarti e tiene in memoria le registrazioni di quanto accade per almeno una settimana.
Se qualcosa va storto in paese statisticamente una telecamera è in grado di ricostruire nel suo cervello al silicio quanto è successo e riproporlo all’istante. Ci vuole, certo, un po’ di pazienza davanti allo schermo ma alla fine lo sforzo sembra ripagare in termini di prevenzione e repressione.
Per il sindaco Luciano Cornago (lista civica “Insieme per Almè”) la videosorveglianza è un must imprescindibile. Se ci fossero più risorse a disposizione non esiterebbe ad aumentare il numero già di per sè da record. “Avessi i soldi piazzerei videocamere speciali all’ingresso della strada provinciale per verificare quali mezzi sono senza assicurazione e poi inizierei a monitorare la zona sensibile del parcheggio delle piscine dove capita sempre più spesso che qualche malintenzionato spacchi i vetri delle auto in sosta mentre i proprietari stanno nuotando in vasca”.
Un Big Brother local sviluppato tredici anni fa con l’allora sindaco Bruno Tassetti. “Ma – ci tiene a rimarcare Cornago – come assessore c’ero io e ho lavorato molto perchè passasse l’idea di un paese protetto da un’efficienza di controllo visivo. Alla gente non dispiace. Anzi i cittadini che abitano in zone non “guardate a vista” mi sollecitano un intervento in tal senso”.
Per fare un paragone il paese vicino di Villa d’Almè, tre volte più esteso (che pur condivide con Almè un’Unione amministrativa nonchè l’esercizio della Polizia Locale) ha una quindicina di telecamere attive.
“Sono un sindaco tesserato a sinistra – ironizza Cornago – ma sul fronte della videosorveglianza mi fanno notare che sembro un primo cittadino di destra. Non me la prendo più di tanto perchè sono convinto che stiamo andando nella direzione giusta”. (Bruno Silini)